GUANTI

GUANTI ;...,-.;--,.v^. Anno 96 Numero 280 LA STAMPA Martedì 11 Dicembre 1962 11 Imputati d'omicidio si accusano a vicenda Al processo in Appello per l'uccisione di un artigliere (Dal nostro corrispondente) Milano, 10 dicembre. (g. m.) Davanti ai giudici della Corte d'Assise d'Appello ha avuto inizio, oggi, il processo per l'assassinio a scopo di rapina dell'artigliere alessandrino Luigi Dallerba. Il fatto accadde in una strada periferica, a Greco, la sera del 20 marzo 1959. Nel processo di primo grado, svoltosi nel maggio 1960, gli imputati — Bruno Castore di 26 anni, Battista Bosatra di 22 e Pier Paolo Minotti di 40 — furono condannati rispettivamente a 25, a 22 e a 30 anni di reclusione. Alla apertura dell'udienza odierna erano presenti soltanto il Castore e il Bosatra perché il terzo imputato, riconosciuto completamente infermo di mente, è attualmente ricoverato in una casa di cura. Il militare fu ucciso mentre si trovava a bordo di una « 600 » assieme ad una ragazza. Improvvisamente, due individui, con il viso mascherato e armati di rivoltella, ingiunsero al Dallerba di consegnare tutto il danaro che aveva con sé. Il militare scese dall'auto e, mentre stava met tendo le mani in tasca per consegnare quanto possedeva, fu raggiunto alla gamba da un primo colpo di rivoltella, cui fece seguito, subito dopo, un altro colpo che lo raggiunse al cranio, uccidendolo all'istante. I due imputati, questa mattina, si sono accusati a vicenda. Il Castore ha detto di non essere responsabile della morte dell'artigliere e di essere fuggito subito dopo che il Bo satra sparò il primo colpo. Il Bosatra, da parte sua, ha invece negato ogni responsabi lità indicando nel Castore l'esecutore materiale del delitto. Dopo l'interrogatorio di Mari na Villa, amica del Castore e accusata di favoreggiamento, i giudici hanno ascoltato il vice dirigente della Squadra Mobile milanese, dott. Jovine, il quale ha consegnato alla Corte i nastri magnetici sui quali furono incise in questura le confessio ni degli imputati. Sono stati quindi sentiti il dott. Nardone e il dott. Jovine della Squadra mobile milanese, i quali hanno respinto le accuse del Castore di averlo percosso per estorcergli la confessione. Su questo particolare verrà sentita domattina un'assistente sociale che parlò con il Castore durante gli interrogatori. La madre del Bosatra, chiamata a deporre, ha detto piangendo di non poter credere alla colpevolezza del figlio. Ciò ha dato luogo ad un vivace battibecco fra gli imputati, che si è ripetuto più tardi quando la donna, che si era ritirata nella stanzetta riservata ai testimoni, è stata colta da una crisi e si è messa a urlare. Per evitare incidenti fra i due imputati, che siedono ai lati opposti della gabbia, è stato posto un carabiniere. Il processo continuerà domani. UIIIIIIIIIIUUIIIIIIIIIIIIIIIIUIIIIUIII1IMIIIIIIIIIIIU GUANTI NECESSAIRE

Luoghi citati: Milano