II congresso comunista ha votato i documenti finali all'unanimità di Fausto De Luca

II congresso comunista ha votato i documenti finali all'unanimità Nessuna novità dopo sette giorni di lavori II congresso comunista ha votato i documenti finali all'unanimità I dissensi non sono apparsi - Dalle «tesi» è stato tolto all'ultima ora il riferimento ai cinesi: Togliatti ha spiegato che le masse non sono mature per capire il contrasto - Rimangono le violente accuse agli albanesi - Polemica con i socialisti - Nelle elezioni per il Comitato centrale Amendola e il suo gruppo innovatore ottengono il numero più basso di voti; al primo posto Togliatti e Ingrao (Nostro servìzio particolare) Roma, 8 dicembre. Tre minuti, di applausi dei congressisti in piedi, compresi i rappresentanti dei partiti comunisti stranieri e i due inviati di Mao (che però non si sono associati al battimano), hanno salutato stamane la fine del discorso con cui Palmiro Togliatti ha concluso il dibattito del X Congresso del pei. Togliatti ha cominciato con una rassegna dei commenti di stampa sul congresso comunista, « testimonianza della nostra forza e smentita della nostra crisi ». Poi si 6 occupato dei consensi venuti alla linea del pei dagli altri partiti comunisti, ad eccezione i dei « compagni cinesi » che hanno portato in questo coro « una voce in parte stonata». Rivolgendosi verso Chao Yi-Ming: « Caro compagno, gli ha detto con tono paterno, tu non devi dire che in Jugoslavia c'è 11 capitalismo, quando non è vero, perché in tal modo nessuno ti crede neppure per il resto ». L'on. Togliatti ha qui precisato che il comportamento degli albanesi non è accettabile: «Possiamo dare ai compagni cinesi, egli ha rivelato, gli opuscoli e le pubblicazioni distribuiti nelle nostre sezioni a cura del partito albanese. Essi contengono attacchi contro di noi nello stile dei peggiori libel li. Perciò chiediamo ai compa gni cinesi di non mantenere la solidarietà con gli albanesi, ma anzi di far comprendere loro che se vogliono discutere con noi debbono abbandonare quest'opera disgregatrice e tornare ad un tono oggettivo » Tra gli applausi del congresso Togliatti ha comunicato di aver personalmente voluto escludere il riferimento alla Cina nel passo delle « tesi » dove si illustra il dissenso nel movimento comunista. Questa cautela dell'ultim'ora (ieri era slato annunciato che il dissen so con i cinesi sarebbe stato inserito proprio per favorire su basi di chiarezza l'unità comunista, mentre già Pajetta aveva detto che le cose vanno chiamate con il loro nome) Togliatti l'ha paternallsticamente spiegata con 11 fatto che le < tesi » sono un documento destinato all'agitazione, alle grandi masse. Queste ultime, secondo il ragionamento di Togliatti, non sono dunque abbastanza mature. Su tale pun to il leader del pei ha concluso invitando una delegazione del Comitato centrale del partito cinese a venire in Italia per una serena discussione. Il dibattito Intenso sul problemi internazionali, ha prò seguito Togliatti, non voleva celare un nostro Imbarazzo sui problemi interni. Alla linea del la coesistenza pacifica, in realtà, corrisponde esattamente la nostra politica all'interno per l'avanzata verso il socialismo nella pace. Circa i rapporti con il psi Togliatti lia avvertito che 1 suoi giudizi non coincidevano con quelli di altri compagni Pur con un tono altezzoso nei confronti del socialisti (< par la-:e della " stanza dei bottoni " come fa Nenni è alquanto provinciale») egli ha cercato di essere sostanzialmente di stensivo; non ha ripreso l'indi cazione di Amendola per una concorrenza aperta dei comu nisti nei riguardi dei sociali sti, si è detto convinto che il psi, posto di. fronte «alla scel ta tra conservazione con la de e progresso con i comunisti, non avrà dubbi e starà con il poi ». Togliatti si è riferito al discorso « imbarazzato e contraddittorio» di Lombardi (questi entrava allora nella sala ed è rimasto in piedi ad ascoltare) rilevando che la politica indicata dal rappresentante socialiat». è quella sempre praticata dal pei: «Abbiamo anche collaborato con i ministri monarchici per rovesciare la monarchia e instaurare la repubblica». Qual è allora il dissenso che impedisce la collaborazione per l'avvenire?, si è chiesto candidamente Togliatti. Se il dissenso fosse ideologico — ha proseguito il segretario del pei — allora uno dei due partiti avrebbe rinunciato agli obiettivi socialisti. Se questi fini rimangono, è contraddittorio porre una prospettiva di distacco. Bisogna allora passare all'esame della situazione politica e qui si rivela, secondo Togliatti, l'imbarazzo di Lombardi: « Se il psi deve battersi per ottenere che la de mantenga gli impegni presi con il centro-sinistra, se il psi si pone il problema di appoggiare o meno il governo che non attua il programma, come può Lombardi dire che si approfondisce il distacco con i comu niati? ». Dopo aver citato le alleanze sociali realizzate in Emilia tra lavoratori delle fabbriche e dei campi con il nuovo ceto medio di origine popolare. Togliatti si è chiesto se t socialisti, vor ranno spezzare questa unità Egli si è riferito implìcitamente alla formazione delle future giunte regionali dicendo: «La per noi, ma soprattutto per il psi, non può essere dubbia ». A conclusione, Togliatti ha ripreso il tema del « generale movimento di lotte unitarie per modificare i rapporti di potere e aprire l'accesso dei lavoratori alla direzione dello Stato » che rappresenta la linea strategica elaborata dal X Congresso. «Sono passate in seconda fila le speculazioni su di noi, su chi sarebbe " sinistro moderato ", chi " destro moderato ", chi ancora " [1 delfino ", il tonno o il pescecane. Siamo più forti, slamo sempre il più grande partito dei lavoratori italiani ». i Subito dopo l'assemblea ha approvato all'unanimità la risoluzione politica del congresso. In essa, dopo un preambolo dedicato alla riaffermazlone della coesistenza pacifica, si dichiara che « la controrivoluzione, come la rivoluzione, non si esporta», ma nello stesso tempo « il libero sviluppo dei popoli non deve essere contrastato da interventi esterni ». Nei confronti dei socialisti si definisce come « grave errore » il fatto che la direzione del psi preveda il rovesciamento delle alleanze anche a livello regionale e locale, invece di lavorare per l'unità operaia e popolare. Il sistema di votazione è stato quello della lista bloccata con facoltà di cancellatura. Su 874 delegati hanno votato 838 (gli altri erano assenti giustificati). Per l'elezione al Comitato centrale erano ne cessari almeno 420 voti. La lista degli eletti, letta alle 14, riguarda 140 nomi (contro 128 del precedente Comitato centrale). A parte tre deceduti, 23 membri non sono stati confermati: i nuovi eletti sono 38, A partire dal tetto di 838 voti, si rileva che Togliatti ne ha ottenuti 832 (ci sono state sei cancellature), Longo 830, Amendola 786, Ingrao 832, Pajetta 814. Dei massimi dirigen ti Amendola ha avuto la più bassa votazione, e con lui so no stati colpiti numerosi amendoliani, compreso il se gretario regionale dell'Emilia Fanti che ha ottenuto 725 voti. Questo fatto potrebbe indi care una esplosione di settari smo da parte dell'ala che fa capo ad Ingrao, poiché gli elet ti di questa tendenza hanno ottenuto alte votazioni, cioè non sono stati cancellati dagli amendoliani. Di un insuc cesso degli amendoliani si può parlare anche per la mancata inclusione dell'emiliano Fanti nella direzione, contro le generali previsioni. Quanto al rinnovamento dei membri del Comitato centrale, esso comporta essenzialmente un ringiovanimento dell'organismo. Tuttavia i nuovi membri della tendenza Ingrao sembrano più qualificati e agguerriti Poche novità anche per la Commissione centrale di controllo: i suoi membri sono calati da 62 a 47, ma i principali esponenti (Scoccimarro, Dozza, Li Causi) sono stati riconfermati. Scoccimarro, nonostante abbia riportato il più basso numero di voti (782) è stato rieletto presidente dell'organismo. La direzione comprende tre nuovi membri: Nilde Jotti, Giorgio Napolitano e Ugo Pecchioli, mentre ne esc~-'n Alinovi e Roasio. La segreteria è così composta: Togliatti, Longo, Amendola, Ingrao, Pajetta (come prima) più Berlinguer e Natta che sostituiscono Barontini e Barca. To¬ ggtAnilrUthaNppain*hvhmhddsc111111E111 II i 11111111 ] 1111111311 [ 111 1111111111 gliatti è stato confermato segretario e Longo vice-segretario. Con un breve discorso di Alicata e il canto dell'/nternazionnle e di Bandiera Rossa il X Congresso è stato dichiarato chiuso. Fausto De Luca

Luoghi citati: Cina, Emilia, Italia, Jugoslavia, Roma