Assolto il «morto vivo» cho mandò il fratello Innocente all'ergastolo

Assolto il «morto vivo» cho mandò il fratello Innocente all'ergastolo Assolto il «morto vivo» cho mandò il fratello Innocente all'ergastolo Prosciolto per insufficienza di prove e scarcerato • Condannato a 4 mesi per false generalità - Il P. M. aveva chiesto 13 anni - Salvatore e Paolo Gallo si sono abbracciati 'Dal nostro inviato speciale) Siracusa, 6 dicembre. Paolo Gallo è stato assolto per insufficienza di prove dalla accusa di aver calunniato il fratello Salvatore e il nipote Sebastiano facendo In modo che ad entrambi venisse attribuita la responsabilità di un delitto, fuggendo e lasciando credere a tutti di essere stato ucciso. I giudici del Tribunale non hanno ritenuto di poter affermare con sicurezza che Paolo Gallo, nascondendosi per sette anni, abbia voluto creare i presupposti perché suo fratello Salvatore venisse condannato all'ergastolo e suo nipote Sebastiano fosse incriminato per omicidio. Paolo Gallo è stato ritenuto responsabile soltanto di aver fornito false generalità ai carabinieri di Santa Croce Camerina. Ad essi disse, nel marzo 1961, di essere figlio di Giovanni anziché di Sebastiano, per questo reato è stato condannato a 4 mesi di reclu- sione. In conseguenza della decisio¬ ne presa dal giudici del Tribù naie, dopo una lunga riunione in camera di consiglio, Paolo Gallo è stato immediatamente rilasciato. Anche lui, per quanto in misura di gran lunga inferiore al fratello Salvatore, ha finito per essere in credito con la giustizia: infatti, arrestato nell'ottobre dell'anno scorso, è stato detenuto nove mesi in più del dovuto. Si è conclusa così una vicenda destinata ad essere ricordata, con notevole rilievo, negli annali giudiziari. Ma il p. m. non si .è arreso. Infatti, dopo avere chiesto la condanna dell'imputato a 13 anni e 4 mesi, ha immediatamente impugnato la sentenza. La decisione è stata presa a tarda sera dopo una giornata dedicata interamente alia discussione. Quale la tesi dell'accusa? Innanzi tutto vi è da dire che, come era facilmente prevedibile. Salvatore Gallo ha rinunciato, sia pur all'ultimo momento, alla costituzione di parte civile contro il fratello. Non avrebbe potuto compor- tarsi diversamente dopo la rappacificazione avvenuta in pubblico venerdi scorso. Il p. m. dott.'Augusto Vecchio, ha sentito la necessità di scagionare, in un certo senso, i suoi colleghi che condannarono all'ergastolo Salvatore Gallo sostenendo che la Corte d'Assise e la Corte d'Assise d'ap pello vennero indotte in errore da elementi estranei e giunsero a ritenere che Salvatore era colpevole sulla base di circostan;c che hanno retto a tutti i controlli. Dopo questa premessa, il p. m. ha osservato come tutto faccia supporre che non soltanto la moglie di Paolo fosse a conoscenza che il marito era vivo, ma che Paolo abbia realmente voluto, con la sua fuga, creare i presupposti perché il fratello venisse condannato i Se infatti egli avesse avuto paura al punto da fuggire di casa — ha sottolineato il p. m. — non sarebbe poi tornato nella zona come, invece, ha fatto. D'altra parte non è lecito supporre che n tanti anni egli non si sia reso conto delle conseguenze che avrebbe determinato la propria fuga ». Co3a hanno opposto i difensori a questa tesi? Che nulla, giuridicamente, può essere attribuito a Paolo Gallo il quale soltanto quando venne fermato dai carabinieri nell'ottobre 1961 fu informato della sorte toccata a suo fratello. Secondo i patroni dell'imputato, Paolo non volle, con il suo comportamento, determinare la condanna di Salvatore. I giudici si sono riuniti in camera di consiglio per decidere, e alle 20,30 circa hanno annunciato che Paolo Gallo poteva essere liberato immediatamente. Secondo i magistrati l'indagine compiuta non è stata sufficiente per potere stabilire con esattezza che Paolo Gallo abbia voluto, con la sua fuga protrattasi per sette anni al punto da farlo ritenere morto, la condanna del fratello e del nipote, i quali, subito dopo la sentenza, hanno voluto essere i primi ad abbracciarlo e a congratularsi con lui. g. g.

Luoghi citati: Santa Croce Camerina, Siracusa