Troppi congressi?

Troppi congressi? Troppi congressi? E' bello trovare vecchi amici, discutere i più svariati problemi, ma è anche utile? - Uno studioso canadese ha qualche dubbio ficmno. ciflca Bisognava; che qualcheduno incominciasse col dirlo: e questi è stato D. K. C. MacDonald, un fisico canadese, che si occupa soprattutto delle basse temperature e dello stato solido della materia, membro autorevole dell'ente che, nel Canada, corrisponde al nostro Consiglio Nazionale delle Ricerche. Egli ha volto un pensiero al numero stragrande di simposi, conferenze, congressi, di carattere scientifico, che si tengono in ogni parte del mondo; e ne ha fatto oggetto di uno scritto critico: How conferencest (comparso in Science, numero 3541). Egli non nega che questi raduni di studiosi si giustl- Metano in Olanda in misura prodigiosa Il ministero olandese dell'Economia ha dichiarato in Parlamento che recenti scoperte hanno mostrato che l'Olanda dispone nel sottosuolo di riserve di gas naturali immense. Le riserve olandesi — a quanto si tende ad affermare — sarehhero circa il doppio di (incile attualmente stimate esistenti in Francia nella regione di Lacq e nella Valle Padana, considerate insieme. Già complessi industriali inglesi e tedeschi si sono interessati, per eventuali importazioni di metano nei loro Paesi. L'Olanda dovrà comunque procedere con grande cautela nell'estrazione del gas naturale: la sua posizione geografica rende pericoloso ogni anche minimo abbassamento del terreno. bello — egli speincontrare vecchi amici; le università, gli istituti, le persone che prendono tali iniziative ne guadagnano lustro; né vuole egli escludere (generosa concessione) un reale desiderio di discutere di problemi o di progressi della scienza. Ma, domanda poi l'Autore, la fatica non piccola di mettere insieme queste assemblee, di trovare chi paghi le spese, lo smistamento di una enorme quantità di carta (compresi quegli Atti, che sogliono poi comparire uno o due o più anni dopo che la conferenza è cessata) trovano sempre una corrispondenza nei risultati? Qui l'Autore distingue tra raduni piccoli e grandi. Quante volte — egli nota' — si è sentito il presidente di un numeroso consesso (poniamo di cinquecento partecipanti, o più) insinuare che il vero, redditizio, lavoro sarà fatto non già nelle sessioni ufficiali, ma da gruppetti che si scambiano le idee, ai tavoli dei caffè, o passeggiando lungo una spiaggia o in altri luoghi ameni? Se cosi è, perché non limitare la parte ufficiale alla lettura dei titoli delle comunicazioni e continuare il lavoro in quell'altra più pia¬ cevole maniera? Come soluzione di ripiego — egli suggerisce — si potrebbe limitare 11 consesso a un discorso al giorno, detto (non letto) da qualcheduno che abbia cose importanti da dire e che le sappia dire, senza indurre gli ascoltatori ad uno stato di combattuto dormiveglia. Si risparmierebbero in tal modo anche i morsi di coscienza a coloro che, con discrezione, scivolano via dalle solenni sale dove si tengono i discorsi. Meglio sarebbe — suggerisce ancora il MacDonald — dare la preferenza alle piccole conferenze, formate di gruppi di poche persone, interessate tutte ad un campo ben delimitato, un gruppo di persone ristretto tanto che tra di esse si possa stabilire qualche cosa che assomigli ad una vera conversazione: il che comporterebbe molto minori spese, noia, ingombro di carte, perdita di tempo. Didimo

Persone citate: D. K. C. Macdonald, Macdonald

Luoghi citati: Canada, Francia, Olanda