Con vote attornia il Papa ha benedetto la folla di Michele Tito

Con vote attornia il Papa ha benedetto la folla Allarme a Roma per tutta la mattina: s'era temuto un aggravamento Con voce accorata il Papa ha benedetto la folla « Continuiamo ad aiutarci a vicenda, ciascuno poi proseguendo il suo cammino » - Quando Giovanni XXIII si è affacciato al balcone di piazza S. Pietro, a mezzogiorno, un immenso applauso si è levato dai fedeli; spiccavano il rosso e il nero dei padri conciliari • Il volto del Pontefice è apparso smagrito, le sue parole, dapprima limpide e sonore, si sono a poco a poco affievolite - Ma forse era la commozione (Nostro servizio particolare) Roma, 5 dicembre. Stamane s'era diffuso l'allarme. Si diceva, nella stessa sala stampa del Vaticano, che 11 Papa era di nuovo sofferente ed era stato sconsigliato ad impartire, dal balcone del suo studio, la benedizione promessa al posto della faticosa udienza generale del mercoledì. Brano voci che nessuna fonte' responsabile confermava o smentiva e che già. poco prima di mezzogiorno, avevano raggiunto la folla raccolta in Piazza San Pietro. Tesi e ansiosi, i duemila Padri conciliari che avevano sospeso i propri lavori per vedere il Papa, si tenevano stretti a gruppi, parlavano sottovoce, ed evitavano gli applausi e le manifestazioni di familiarità cui avrebbero voluto abbandonarsi i romani. L'uscita dei Padri conciliari dalla Basilica, il loro lento discendere la grande scalinata, il loro soffermarsi, prima di perdersi nella folla, al limite della piazza era sembrato come uno spettacolo di straordinaria solennità: si levavano In volo i colombi, c'era il sole, e c'era il richiamo suggestivo del gioco nero e scarlatto de¬ gli abiti dei Padri conciliari. Qualche attimo di silenzio, poi i tristi presentimenti son passati, la folla è divenuta festante. E l'apparizione del Papa è sembrata del tutto naturale. Come i semplici fedeli, i Padri conciliari applaudivano anch'essi lieti, dimentichi di quel che, forse, costava di sforzi fisici a Giovanni XXIII l'attuazione di una promessa fatta perché il Papa non può risparmiarsi. La voce del Papa aveva, certo, a tratti, inflessioni di stanchezza, ma era — specialmente all'inizio — una voce limpida e sonora, il suo gestire era calmo e sicuro. Coloro che l'hanno osservato coi cannocchiali dicono che ha un volto smagrito, ma le parole ch'egli ha detto, improvvisandole, mentre dietro di lui lo sì esortava a ritirarsi (due volte s'è voltato verso t'interno come per rassicurare qualcuno), sono, senza dubbio, parole di un uomo che è lungi dal sentirsi vinto nella immobilità. « Figlioli, la Provvidenza , Ci accompagna Come vedete, da un giorno all'altro un progresso non nel cadere, ma nel rinascere. Piano piano, malat¬ tia, convalescenza; siamo alla convalescenza»: una pausa. Poi, con un timbro di voce tutto fresco e nuovo: <La gioia della vostra presenza è un elemento di letizia, di forza, di robustezza che torna». E, più sommessamente, come parlando a se stesso: « Spettacolo nuovo, oggi. La Chiesa è radunata nella sua rappresentanza completa: ecco l'episcopato, ecco i sacerdoti, ecco il popolo cristiano. La famiglia completa, dunque, tutta qui. Figlioli miei, benediciamo il Signore di questa gioia e di questa unità. Vogliamo continuare ad aiutarci a vicenda, ciascuno poi proseguendo il proprio cammino ». Infine, la voce rotta, con improvvise cadute, con toni tesi: come sempre quando parla della Madonna, che egli unisce sempre al ricordo della madre, il Papa si commuoveva: «Siamo nella novena della Immacolata Nel lasciarvi in questo giorno, voglio richiamali:! tutti insieme aHa Nostra cara Madre e invocarla come avvocata, come potente edificatrice di tutta la Nostra attività». Di nuovo una pausa, questa volta molto lunga: un accenno al Concilio, che sta per sospendersi per qualche mese, ed è venuta l'esortazione alla preghiera alla Madonna: « Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genitrix... » (Ci rifugiamo, Santa Madre, sotto la tua protezione...). La folla non conosceva la preghiera, la conoscevano i Padri che l'hanno recitata in coro. Erano trascorsi otto minuti dal momento dell'apparizione: è a questo punto che 11 Papa è apparso stanco e la sua voce s'è affievolita: « Cari ,lglioli, ancora una benedizione... » una pausa lunghissima, forse imposta da una grande esitazione (lo stesso Osservatore Romano, nel riprodurre 11 testo dell'allocuzione, registra l'esitazione con i puntini sospensivi). E le poche parole che sono venute dopo, fino all'invocazione finale ripetuta con evidente accoramento, sono state pronunciate con molta lentezza: « Le consolazioni dello Spirito, come questa nella quale siamo ed a cui partecipiamo, sono elemento di perenne gaudio, forza, coraggio. Così sia, così sia! ». Nelle prime Ale della folla c'era, circondato da molti cardinali e vescovi, sorretto dall'arcive¬ scovo di Siviglia, il più vecchio dei principi della Chiesa, il centenario Alfonso Carine! : il Papa non s'era ancora voltato ch'egli ha lanciato un «ad multos annos » subito ripreso da coloro che gli erano vicini e ripetuto, ripetuto a lungo, da tutta la folla, ''he finalmente poteva abbandonarsi agli applausi dai quali lo stesso Papa l'aveva, appena apparso alla finestra, distolta con ripetuti cenni delle mani. Non c'è altro da aggiungere. La breve cronaca dell'Osserva^ toro Romano viola per una volta la rigida regola del resoconto nudo nudo per una osservazione che sembra rispecchiare, con i imensa prudenza, la tristezza e l'inquietudine che ancora regnano nel Vaticano: «Il vetusto auspicio di " vita e vittoria " non sta a segnare le effìmere conquiste del tempo e della materia, bensì le incomparabili, elevanti affermazioni del Regno di Dio ». E' la vicenda di un uomo che rinuncia a risparmiare la propria vita fisica per compiere pienamente, finché può, 11 suo dovere di Papa. Michele Tito

Persone citate: Alfonso Carine, Giovanni Xxiii, Romano Viola

Luoghi citati: Roma, Siviglia