Da quando sono sospettati dell'assassinio i compaesani fingono di non conoscerli

Da quando sono sospettati dell'assassinio i compaesani fingono di non conoscerli Da quando sono sospettati dell'assassinio i compaesani fingono di non conoscerli (Dal nostro inviato speciale) Saluzzo, 30 novembre. Spirito Garnero di 27 anni, Pietro Isoardi di 20, Giovanni Madala di 22. Chi sono questi tre giovani che da ieri sono chiusi nelle stanze del commissariato di Saluzzo, sospettati d'avere ucciso Anna Daniele? Soltanto due di loro in realtà sono sospettati, anzi esplicitamente accusati. L'Isoardi ha confessato la propria partecipazione al delitto, indicando nel Garnero e nel Madala i complici necessari. Sappiamo poco di loro. Di questi tre ragazzi nessuno sa nulla. La verità è che sapendoli implicati nel delitto tutti negano di conoscerli; gli stessi amici — e indubbiamente ne avevano — e i vicini di casa si comportano come se non li avessero mai visti. Abbiamo potuto sapere soltanto che Garnero è un operaio addetto alle draghe, che da poco sì è sposato con una diciottenne di Ccstigliole la quale lo «volle per marito malgrado l'opposizione dei propri parenti; e che quaranta giorni fa è diventato padre di una bambina. Questo è raccapricciante: che l'evento che rende felici gli uomini, e più buoni (almeno per qualche tempo), In lui non abbia influito minimamente. La sera carezzava la figlioletta, e pensava di derubare una donna, una sua vicina di casa che sapeva danarosa: la Daniele infatti abitava poche decine di metri dalla sua abitazione. E compiuto il delitto — non sappiamo la parte che lui vi ha avuto, se fu soltanto ideatore del furto o se a sua volta concorse in qualche misura nell'uccisione della donna — gli sarà capitato di carezzare la bimba pensando a quello che era accaduto? Ad accusarlo è il fratellastro Pietro Isoardi. Non sappiamo quali mestiere abbia. Forse dieci • nessuno. Far* oh* vl- va di espedienti, il che significa sfiorando il codice e forse entrandovi dentro. Nominalmente abita a Venasca con la madre, ma per l'abitazione è icome per il mestiere, forse dieci e nessuna. Ultimamente faceva il taglialegna, e si occupava appunto del taglio di boschi di piòppi. Le stesse cose possono dirsi per il terzo personaggio del dramma, Giovanni Madala. Nominalmente un manovale agricolo, ma in pratica accettava qualunque lavoro, e quanto a domicilio tutto andava bene, dalla cascina isolata alla locanda di paese o al sottoscala. I tre amici erano sempre assieme, a Venasca dove abi" tavano Madala e Isoardi, o a Manta dove abitava Garnero, oppure a Saluzzo quando si concedevano il lusso della città, con i suoi cinema e le sue sale da ballo. Erano evidentemente a corto di quattrini. A Garnero venne un'Idea: «Quel- la. zitella che vive sola e che ha tanto denaro, e che abita vicino a me. Non dev'esser difficile la cosa>. Fu invece molto difficile, e abbiamo visto come si concluse. Se sono stati loro tre, come afferma Pietro Isoardi, è indubbio che non volessero uccidere. Però hanno ucciso. E il paese già li respinge. A Manta e a Venasca nessuno vuol sentir parlare di loro. E' omertà? E* possibile. L'omertà esiste in tutte le zone rurali, in tutte le popolazioni di montagna, è un mezzo di difesa; il «non saper nulla», lo stringersi nelle spalle, il « non impicciarsi dei fatti altrui»; in definitiva è un modo di evitare pasticci. Ma qui non si tratta soltanto di omertà. Nel silenzio dei compaesani, nel respingere la loro conoscenza, forse è già una condanna morale.

Luoghi citati: Manta, Saluzzo, Venasca