Prima serena vacanza in famiglia di Kennedy dopo la crisi di Cuba di Antonio Barolini

Prima serena vacanza in famiglia di Kennedy dopo la crisi di Cuba Atmosfera distesa per fa «rsmobilitazione » militare iti Russia Prima serena vacanza in famiglia di Kennedy dopo la crisi di Cuba Per la «giornata del ringraziamento», il Presidente con moglie e figli è andato a trovare i genitori nel Massachusetts - Anche l'America annulla le misure militari : congedati i « riservisti » richiamati all'inizio della crisi - L'Urss ritira i sottomarini dai Caraibi (Dal nostro corrispondente) New York, 22 novembre. Kennedy è andato a Hyannia con la famiglia a trascorrere la « giornata del ringraziamento» insieme con i vecchi genitori, come vuole la tradizione. Tutti i Kennedy, oggi, sono riuniti intorno al padre malato, ex ambasciatore del presidente Roosevelt alla corte di San Giacomo durante la seconda guerra mondiale. Così, in genere, tutte le famiglie d'America, sui cui deschi splende la benedizione del tradizionale tacchino. Questo, per dire che, come il Presidente ha raccomandato di fare tre giorni fa durante la sua conferenza stampa, oggi Analmente il Paese appare pervaso da un concreto sentimento di gratitudine e di distensione. L'atmosfera è più serena e la gente comincia a rendersene conto adesso. I richiamati sono stati restituiti alla vita civile, in congedo. Erano 14.200, tutti addetti alle forze aeree. Con oggi, inoltre, sono stati sospesi i richiami di altri 15 mila riservisti che avrebbero dovuto presentarsi ai rispettivi reparti. In quanto alle navi che bloccavano Cuba, si è saputo che erano 63, e che ospitavano complessivamente 25 mila uomini. Anch'esse, con oggi, sono rientrate alle basi d'origine. Come già si è annunciato, non verrà, per ora, rimossa la vigilanza militare sui Caraibi. La base principale di osservazione resta pertanto quella di Key West, che risulta in piena efficienza. L'ammiraglio Taylor, dei reparti antisottomarini, ha l'incarico di controllare la rimozione da Cuba degli « IL 28 >, servendosi di aerei da ricognizione. A Washington si è appreso con soddisfazione e sollievo che l'Urss ha smobilitato la sorveglianza straordinaria imposta alla crisi di Cuba. Si è particolarmente apprezzata la notizia dell'avvenuto richiamo ai porti d'origine dei sottomarini russi che erano stati dislocati da Kruscev nei Caraibi. La vastità delle misure militari che erano state predisposte dai due blocchi è, adesso, una prova anche della gravità del pericolo che il mondo ha corso. Ora, Washington, secondo quanto dichiarano le foriti qualificate, intende premere soprattutto per l'immediata soluzione del problema delle ispezioni internazionali in Cuba: «Non è né nostro desiderio, né nostro interesse proseguire con i nostri mezzi unilaterali nella ricognizione dei territorio cubano. E' una condizione di necessità (e lo ha detto anche il P esidente), cui siamo costretti per mandato dell'Osa (gli Stati americani) e per la nostra sicurezza, finché Castro non accetterà altre inevitabili forme di controllo >. Questo l'atteggiamento ufficiale. La pressione verrà fatta soprattutto nell'ambito delle trattative presso le Nazioni Unite, che si prevedono lunghe. E' sperabile che Castro non le complichi e non riporti la crisi a stadi acuti con le inconsiderate sparatorie contro i ricognitori americani disarmati, che sorvolano e fotografano l'isola. «.• Si è raggiunta una posizione di equilibrio e di fiducia reciproca che per mette di proseguire i negoziati — commentava, ieri sera, un esperto politico alla radio — ma Castro, in Cuba, rimani) e, soprattutto rimangono le difficoltà di trattare con una persona e un governo che, come si è visto durante la crisi, non sa cosa sia la verità. Si rimangia ventiquattr'ore dopo quel che ha detto prima. Inventa le accuse. Trama ricatti. Dimostra di non avere il minimo rispetto della verità, del la giustizia e della libertà». Come indicazione conclusiva è da notare che Castro ha fieramente smentito di aver firmato un nuovo accordo economico triennale con Mikoyan (ma le fonti, invece, confermano che l'accordo c'è stato). In compenso si è avuto notizia che la Cecoslovacchia gli ha regalato tre complete installazioni mediche per la curò, a la lotta contro il cancro all'Avana e nell'isola, e che anche la Romania gli ha concesso un prestito di quindici milioni di dollari, per acquisto di materiali: « Questi regali e gli altri che verranno — si dice a Washington — sono 11 miele con cui il mondo comunista tenta di far digerire al dittatore cubano e la perdita di prestigio e la sconfitta della sua megalomane indipendenza dalla realtà politica e geografica dell'emisfero occidentale ». Antonio Barolini Kennedy, la moglie e la figlia arrivano a Hyannis Port per trascorrere il « Giorno del ringraziamento» (Tel.)