Stasera debutto «Giornalaccio» nuovo «rotocalco» di varietà

Stasera debutto «Giornalaccio» nuovo «rotocalco» di varietà Stasera debutto «Giornalaccio» nuovo «rotocalco» di varietà musiche ad Armando Trovajoli. Qualsiasi previsione, ovviamente, è inutile: comunque «Il giornalaccio», che intende presentarsi come un vero e proprio « settimanale visivo » merita una particolare segnalazione: potrebbe essere una gradita sorpresa, in ogni caso dovrebbe essere una cosa intelligente. Gli autori, abbiamo detto, sono Mauri e D'Anza; Fabio Mauri è un commediografo e un letterato di valore: Daniele D'Anza è largamente conosPifito dal pubblico tv: è stato il regista de «Il mattatore » con Gassman, ha lanciato l'ottimo « Novelliere » ed è stato il realizzatore di un estroso e sfortunato spettacolo satirico, «Tempo di musica» (tagliato e soppresso per ragioni politiche): è sempre alla ricerca di un linguaggio televisivo autonomo e per questo il debutto de « Il giornalaccio» va seguito con profon do interesse. Ieri sera, primo canale. E' stato riproposto, a dodici anni di distanza, il film « Tutti gli uomini del re » di Robert Rossen. Allora il film era stato premiato ed elogiato. Adesso ci è parso lento, lungo, persino ambiguo Ancora un numero positivo di «Arti e scienze». Il numeroincludeva un servizio singola-re, dovuto a Luigi Silori, sulla genesi, sull'ambiente e sullo spirito del romanzo, vendutissimo in questi giorni, « La vita agra» di Luciano Bianciardi. Attraverso una serie di immagini di Milano e della vita di Milano e attraverso un serrato montaggio cinematografico, si è cercato di rendere l'essenza del libro: un esperimento ardito, che giudichiamo televisivamente valido: il servizio aveva però un difetto, quello, ad un certo momento, di non concedere nulla, assolutamente nulla alla cronaca consueta che pure è richiesta dalla massa del pubblico: cioè rapide notizie sul libro e un rapido incontro con l'autore. Prendiamo l'occasione per informare che «Arti e scienze » finirà entro l'anno. Il 1963 vedrà una nuova rubrica, che potremmo chiamare rotocalco culturale: « L'approdo tv > in cui, fra l'altro, ritroveremo « Arti e scienze » e la rassegna «Libri per tutti *: una rassegna che Silori curava con passione e con la preoccupazione costante di avvicinare agli spettatori il mondo del libro nelle forme meno pesanti ed erudite. Stasera, sul secondo canale, andrà in onda una trasmissione molto attesa e senz'altro di impegno: «Il giornalaccio > di Fabio Mauri e Daniele D'Anza, regia di D'Anza, presentatori Rossella Falk e Rossano Brazzi. Cos'è «Il giornalaccio»? E] o vuol essere una specie di rotocalco televisivo, ma di tono completamente diverso da « RT-Rotocalco » di Enzo Biagi. Nella bella rubrica di Biagi gli elementi costitutivi erano la politica e In critica di costume; qui l'obiettivo è fondamentalmente il divertimento: sarà perciò un rotocalco di varietà in cui troveranno posto atti unici di autori italiani (Vittorini, Soldati, Moravia, Pratolini, Zavattini e Alvaro), balletti (vedremo stasera il celebre balletto sovietico di Moisseiev), canzoni (Modugno. Milva, Mina, Miranda Martino ecc. ecc. si esibiranno cantando nei posti più strani e Impensati), interviste sportive (lo sport sarà curato dal dinamico Mario Soldati), incontri con personaggi illustri del cinema, «lettere al direttore», il disco della settimana, il commento ad un fatto del giorno ecc. ecc. La trasmissione si articolerà in sei puntate. Sulla carta si presenta attraente e originale, piena di grossi nomi e di buone idee. Le scene sono state affidate a Giulio Coltellacci, le Il regista Nanni Loy difende dai neo-fascisti «Le quattro giornate di Napoli» (Nostro servizio particolare) Roma, 20 novembre. In seguito alle polemiche provocate dal film Le quattro giornate di Napoli che rievoca la gloriosa insurrezione del popolo partenopeo contro i nazi-fascisti, il produttore del-, la pellicola, Goffredo Lombanj^do (cioè la Titanus) e il re- pista Nanni Loy hanno indetto questa sera una conferenza stampa: nella sala affollatissima di persone si è svolto un vivace dibattito, cui hanno partecipato l'on. Caradonna, del msi, il sen. Palermo, del pei, e il sen. Sansone, del psi. Il primo, ispirandosi c temi ricorrenti del neofascismo, ha espresso « preoccupazioni per i riflessi che il film, interpretazione unilaterale di fatti storici italiani, potrà avere sia sui rapporti attuali con il popolo tedesco, sia sull'onore dell'esercito e quindi dell'intero popolo italiano ». Per ultimo ha preso la parola il regista Nanni Loy. In un intervento contenuto nei limiti di una polemica al '.trettanto documentata quanto ]ispirata a sinceri sentimenti di devozione alla causa della Resistenza, il giovane regista ha voluto anzitutto respingere qualsiasi accusa di scarsità documentaria: gli autori del soggetto hanno basato il proprio lavoro su una documentazione la cui raccolta Ita occupato due anni di ricerca. Dopo avere rivendicato la perfetta legalità della Resistenza napoletana e di tutta la Resistenza italiana, in quanto basata sull'appello dell'allora capo del governo nazionale legittimo, Badoglio, Loy ha ricordato che gli ordini del quartier generale di Hitler furono testualmente di « ridurre tutta la città di Napoli ad un ammasso di macerie, cancellandola dalle carte geografiche, come esempio alle altre città europee per prevenire possibili sollevazioni ». A conclusione del suo intervento, Nanni Loy ha affermato vivacemente che il suo operato non richiede giustificazioni di alcuìi genere trovandole nella storia stessa delle « Quattro giornate», ma che invece è lui a richiedere ora giustificazioni a certi giornalisti tedeschi che hanno accusato il [film di falsità. g. n. CHERMO =

Luoghi citati: Milano, Napoli, Palermo, Roma