Ex ufficiale di marina impazzito tiene segregati moglie e figlio per tre mesi

Ex ufficiale di marina impazzito tiene segregati moglie e figlio per tre mesi Ex ufficiale di marina impazzito tiene segregati moglie e figlio per tre mesi La vicenda scoperta a Genova - Il folle costringeva i suoi a dormire su una branda, a nutrirsi di cibi secchi e a fare il bagno con la pietra pomice - Era stato vittima di uno choc in guerra (Dal nostro corrispondente) Genova, 17 novembre. Un ex ufficiale di marina, vittima della follia, ha tenuto segregati la moglie e il figlio di nove anni per oltre tre mesi in un appartamento, costringendoli a dormire su una bran; da e a mangiare cibi secchi e carne in scatola, da lui procurati. Protagonisti della vicenda sono l'abruzzese Ezio Porreca, di 40 anni, la moglie Milena Antonetti, di 35, e il figlio Bruno, di nove. La famiglia viveva a Pescocostanzo, in provincia dell'Aquila, e si era trasferita a Genova un anno fa. La follia del Porreca ha origini lontane: provocata da uno choc durante un'azione di guerra. L'ufficiale era stato posto in congedo per motivi di salute e viveva con la pensione; si era sposato nel 1947. Fin dal principio il suo comportamento si rivelò strano; egli tuttavia venne sottoposto ad una serie di cure e l'esito sembrò soddisfacente, tanto che la famiglia pareva avviata ad un'esistenza più o meno tranquilla Un anno fa, però, le cose ^ambiarono improvvisamente: il Porreca, che prima di sposarsi era stato internato in manicomio, cominciò a dare nuovi segni di squilibrio. In quel periodo egli decise di lasciare Pescocostanzo e si trasferì con la famiglia a Genova, dapprima in un albergo e noi in un appartamento in via Vesuvio 22 Le sue condizioni mentali peggiorarono progres sivamente: tanto che egli, tre mesi fa. giunse a proibire alla moglie ed al figlio di uscire di casa e persino di affacciarsi alla finestra e di parlare con qualsiasi persona. Nella sua stranezza, egli pretendeva che la moglie gli fa¬ cesse sempre trovare il bagno pronto, dove s'immergeva e si lavava drasticamente usando la pietra pomice. Spesso anche la donna e il ragazzo dovevano sottoporsi a questi bagni, raschiandosi la pelle. Praticamente la signora Milena e il piccolo Bruno erano prigionieri nell'appartamento, tenuto sempre con le imposte chiuse e la porta sprangata. Alcuni vicini credevano addirittura che il Porreca vivesse solo. In effetti non si sentivano rumori nell'interno dell'alloggio. I pochi mobili che vi erano stati trasportati, erano ammucchiati in una stanza, gli altri vani erano vuoti; per ordine del Porreca, alla sera 1 tre si coricavano su tre reti posate per terra. Persino la cucina non veniva usata in quanto il folle provvedeva a rifornire la famiglia di cibi secchi e crudi, scatolette di carne,, che venivano consumati senza bisogno del fuoco. Quest'assurda situazione sa rebbe forse durata ancora a lungo se alcuni giorni fa il Porreca non avesse improvvisa mente allentato le redini, forse In un momento di stanchezza o di lucidità Non avendo voglia di andare a fare la spesa egli acconsentì che uscisse la moglie. Milena Antonetti corse alla stazione, e prese il primo treno per Roma, dove aveva del parenti. Sarebbe certamente stato più logico denunciare il fatto al più vicino posto di polizia ma forse la donna volle evitare lo scandalo. A Roma raccontò tutto ai congiunti, che presentarono una denuncia. I carabinieri della stazione di Principe si sono così recati in via Vesuvio e hanno bus sato alla porta per circa mezz'ora senza ottenere risposta Quando già si temeva il peggio, si è sentita la voce del piccolo Bruno: « Papà non c'è, andate via! ». I militi hanno allora sfondato la porta: davanti a loro è apparso il ragazzo, mentre seduto in un angolo, con gli occhi sbarrati, era il povero folle. Il Porreca è stato trasportato all'ospedale psichiatrico di Quarto, e trattenuto in osservazione dopo una visita che lo ha riscontrato affetto da mania di persecuzione, misantropia e forte agitazione psicomotoria. La donna e il bambino verranno sottoposti a un periodo di cure e di riposo, perché possano ristabilirsi dalla forte depressione e dallo stato di debolezza in cui versano. n. b.

Persone citate: Ezio Porreca, Milena Antonetti, Porreca

Luoghi citati: Aquila, Genova, Pescocostanzo, Roma