Saragat va al Congresso con il 70 per cento dei voti

Saragat va al Congresso con il 70 per cento dei voti Giovedì a Roma l'assemblea socialdemocratica Saragat va al Congresso con il 70 per cento dei voti CNostro servizio particolare) Roma, 17 novembre. Il tredicesimo Congresso del partito socialdemocratico comincerà, giovedì mattina, nel maggiore dei palazzi delI'Eur presenti più di 500 delegati, che rappresentano 150 mila iscritti, gli esponenti dei socialisti dei diversi Paesi, una folla di invitati. Oggi si sono svolti a Genova, Udine, Firenze, Palermo e Messina una parte dei precongressi per l'elezione dei delegati; gli ultimi si terranno domani, da Aosta a Catania, da Imperia a Taranto. Alla seduta inaugurale dopo i rituali saluti, tra cui quello del Sindaco di Roma, parleranno il segretario dell'Internazionale socialista, Alberto Carthy, il segretario del partito socialista spagnolo in esilio, Rodolfo Tlopis; i rappresentanti dei partiti socialisti dei paesi d'oltrecortina. Sarà presente, anche la nonna del socialismo italiano, Angelica Balabanoff. Tutti i partiti politici italiani, ad eccezione del msi che non è stato invitato, invieranno al congresso socialdemocratico i loro esponenti per seguirne i lavori. Altrettanto faranno i partiti socialisti stranieri. Anche numerosi partiti asiatici ed africani hanno inviato i loro delegati; il rappresentante del partito socialista de! Madagascar parlerà nella se duta inaugurale. Saragat leggerà la sua rela zione alla quale sta intensamente lavorando, giovedì pomeriggio. Il giorno precedente, mercoledì, ne anticiperà le linee alla direzione uscente. Nel partito ci sono cinque correnti. Quella di destra, che fa capo a Paolo Rossi ed a Eu genio Reale e che ha una modesta forza (meno del 5 per cento) non nasconde nostalgie centriste. Le altre quattro sono favorevoli, senza riserva, al centro-sinistra, pur differenziandosi in una serie di sfumature. La maggiore, con 11 70 per cento dei voti, fa capo a Saragat, Tanassi, Tremelloni e Bertinelli. La corrente saragat tiana è favorevole alla partecipazione dei socialisti al go verno, ma solo quando il partito di Nenni abbia superato alcune remore in politica estera (il neutralismo) e nella politica interna. Le altre tre correnti minoritarie si spingono un po' più avanti: quella del ministro Preti è per un nuovo governo, dopo le elezioni, con la diretta partecipazione dei socialisti; mentre quella del sottosegretario Ariosto e di Margherita Bernabei, ripropone, a breve termine, il problema della unificazione socialista: «Il centro-sinistra sta dimostrando che i due partiti fanno la stessa politica, vogliono le stesse cose e consentirà di accertare entro brevissimo tempo ccndtcrlilfcpf1gucacqgrcpnsmilcnsldtnnnrlgndcvnlcdaL che poco o nulla li dividerà come aggregati politici autonomi >. Anche la corrente dei sindacalisti è favorevole all'unità socialista. Essi ritengono che se le elezioni politiche saranno favorevoli ai partiti della maggioranza governativa, e i socialisti persevereranno nella loro linea autonomista e offriranno le garanzie loro richieste, l'attuale maggioranza potrà trasformarsi, verso la fine del 1963 o agli inizi del 1964 (dopo, cioè, nuovi congressi del psi e della de), in una coalizione di governo. E ciò potrebbe essere il preludio all'unità socialista. Il tredicesimo congresso socialdemocratico non sarà dunque un «congresso di battaglia», dato che la maggioranza assoluta dei delegati concorda su una medesima piattaforma. Se ne definiranno meglio le linee 'direttrici e si dibatteranno anche problemi concreti quali, ad esempio, il « piano bianco », la realiz¬ zvlrdisLisdnspzdnslntsrdtgdonl(IIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIMIIIIi:illllll!MIII zazione di un codice del lavoro, la riforma previdenziale, l'istruzione per tutti onde risolvere l'annoso problema degli analfabeti e dei sottoistruiti. v> s-