I baci al buio

I baci al buio UN ANNO DI LAVORO PER LA GIUSTIZIA I baci al buio L'altro giorno una ragazza ha scritto a " Specchio dei tempi " per dire che all'ingresso d'un cinjma parrocchiale (da lei frequentato) un cartello ammonisce: «In sala non comportatevi come fidanzati ». Questa avvertenza, insieme ingenua ed ipocrita, mi fa ricordare un recente caso giudiziario che prende l'avvìo proprio da un bacio dato nel buio d'una sala cinematografica. Infarti la giustizia, che si amministra a Milano, ha lavorato un anno intero per decidere se condannare od assolvere due fidanzati che durante la rappresentazione di un film si scambiavano qualche « affettuosità ». Denunciati e processati furono assolti in un primo giudizio. Ma la pubblica accusa ricorse, chiedendo un supplemento d'istruttoria. Ci furono quindi nuove indagini e altri interrogatori e un secondo processo. Immaginiamo le varie scene. Lui e lei, convocati separatamente ed invitati a descrivere quel che avevano fatto. Ma erano baci affettuosi, dati sulla guancia o baci voluttuosi dati sulla bocca? Intervento dei testimoni: interrogati una prima ed una seconda volta diedero una loro valutazione intorno a quel che avevano visto. Tutto fu verbalizzato, Ietto e sottoscritto. Per un anno documenti e verbali andarono da un ufficio all'altro dando lavoro a decine di persone, dai carabinieri ai magistrati. Ai due protagonisti, per un anno, le seccature ed i patemi d'animo non dovettero di certo mancare. Nel frattempo- avranno imparato la casistica dei baci, che potevano essere di | uro affetto, di semplice cordialità, di passio ne media o prorompente. Ma come erano quelli che si erano dati nel buio della sala cinematografica? Per un anno l'enigma si trascinò sulle carte processuali e finalmente, nel secondo prò cesso, un giudice illuminato lo sciolse mandando assolti i due imputati. Con ammirevole saggezza e con encomiabile tolleranza il giudice sottolineò che sulla guancia o sulla bocca, tra veri fidanzati e veramente giovani, sono sfumature cavillose Ma ci sono voluti due processi ed un anno di tempo per sapere queste semplici cose. * * ' N'on è bello e non è di buon gusto andare al cinema per scambiarsi « affettuosità » che ad altri spettatori possono dare fastidio. Ma anche questi spettatori, estremamente sensibili (o invi diosi o nevrastenici), che si ribellano decisi a stroncare un giochetto d'amore sono poco simpatici e mancano di arguzia. Se hanno pescato soltanto quei due, vuol dire che la sala non si era tramutata in un bivacco di satiri e di ficcanti. Per quei due bastava, se proprio a qualcuno apparivano fastidiosi, battere loro le mani o qualche altra trovata estemporanea per metterli in bonario imbarazzo. iMuoversi, trascinarli in tribunale, costringere la giustizia a lavorare un anno puzza di moralismo arcigno,'per non dire ridicolo. Ed a questo punto viene giusto chiedersi quale era il film proiettato e quale scena appariva sullo schermo nel momento in cui quei terribili amorali e impudichi nostri compatrioti furono « sorpresi ». Vi sono cinematografie molto severe coi baci. L'ultimo film sovietico che mi è capitato di vedere — era la storia patetica di due fidanzati che, divisi da un equivoco, faticavano a ritrovarsi — ci mostrava soltanto due castissimi baci, come usa tra parenti e per di più uno di quei due baci ci appariva velato da una tenda. Un'altra cinematografia ancora più severa, non per motivi moralistici, ma per ragioni di costume tradizionale, è quella indiana. Questa cinematografia, che risulterebbe incomprensibile ad ogni spettatore non indiano (infatti è di uso nazionale e per vederla bisogna viaggiare in India), ignora i baci sullo schermo. I baci non si mostrano al pubblico ed in pubblico. Ricordo un film indiano visto a Calcutta. Vi si narrava la lunga e drammatica separazione di due sposi, che alla fine — dopo molti anni e peripezie — si ritrovano. Lui e lei avanzano l'uno verso l'altra e quando sono vicini si salutano calmi, molto calmi, nel loro modo abiruale: congiungono le mani, in un gesto che per noi è di preghiera, palma contro palma, ed abbassano un poco la testa " Con tutto ciò, come sanno anche i viaggiatori frettolosi, tra i popoli quello indiano è il più fervido nell'immaginazione voluttuosa. Al paragone noi europei siamo rozzi e grossolani. Aia, per tornare alla nostra vicenda di baci e di giustizia, quale scena si proiettava nel momento in cui i due fidanzati furono « sorpresi »? Proba bilmentc sullo schermo si ve deva un attore un poco di spalle e su una spalla la mano d'una attrice aperta, vagante, fremente nei sottolineare il trasporto ettfailpdsfifidupsltsaSicrznsct ed il possesso amoroso. E l'attrice, di cui si vedeva soltanto la capigliatura, un pezzo di fronte, un occhio, una guancia aveva il resto del viso sotto il peso d'un bacio pesante e lungo, forse d'una impudica rapacità. Certo, tutti lo sanno: quando due si baciano molto realisticamente sullo schermo è una finzione artistica, e quando due fidanzati si baciano nel buio d'una sala cinematografica è una realtà direttamente percepibile. Non bisogna dunque mescolare troppo la finzione con la realtà se non si vuole mettere in subbuglio i nervi sensibili dei moralisti di periferia * * Ricordo d'aver letto, circa un anno fa, una satira divertente. Si trattava di un atto unico, era intitolato Avanspettacolo e mi capitò di trovarlo in un numero d'una rivista letteraria e bizzarra, che si chiama // caffè. Ad un certo punto sulla scena due personaggi si baciavano Era la donna a pretendere tale segno d'amore, che l'altro concedeva senza troppo entusiasmo tanto vero che, appena recitata tagctsdcsiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilliiiiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiii tale scena, l'uomo avanzava sino al limite del palcoscenico rivolgendosi direttamente al pubblico. Press'a poco diceva: «Avete assistito ad un piccolo episodio d'amore, ma sono stanco di recitarlo. Se permettete invertiamo le parti. Noi (e indicava altri attori comparsi sulla scena) faremo da pubblico e voi. per un momento, farete da commedianti. Su, recitate una parte che, di solito, riesce bene a tutti. Nient'altro che un bacio e noi faremo da spettatori. Dunque invertiamo per un attimo le parti ». Quell'atto unico non è mai stato rappresentato. Ma se lo fosse e se veramente in platea qualcuno del pubblico accettasse « l'inversione delle parti » tramutandosi in attore a beneficio di quegli ex attori tramutati in spettatori, che cosa capiterebbe? I moralisti di periferia griderebbero indignati e darebbero nuovo lavoro alla nostra già affaticata magistratura, scarsa di uomini, di mezzi e soffocata da procedure e da leggi antiquate. Per tranquillizzarli dirò che quell'atto unico satirico non verrà mai rappresentato. Enrico Emanuellì diiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Ietto

Luoghi citati: Calcutta, India, Milano