La marcia su Roma dei camici bianchi che protestano per le basse paghe

La marcia su Roma dei camici bianchi che protestano per le basse paghe L'agitazione dei medici ospedalieri La marcia su Roma dei camici bianchi che protestano per le basse paghe Il corteo è stato bloccato dalla polizia quando si è diretto verso Montecitorio - Una delegazione da Pantani (Nostro servizio particolare) Roma, 7 novembre. Un migliaio di medici ospedalieri, indossato il camice bianco, hanno sfilato per alcune strade del centro di Roma, stamane, fra le 10,30 e le 11. Il corteo si è svolto in silenzio, sul breve tragitto fra il Collegio Romano e la piazza dei Ss. Apostoli, incontrando dappertutto scarsa curiosità e molta indifferenza da parte dei passanti. Pochi i commenti e non sempre favorevoli. Alcuni spettatori osservavano che se prenderà piede l'uso di dimostrare indossando la divisa o l'abito di lavoro, le strade cittadine diventeranno sede di spettacoli singolarissimi. Per esempio, i magistrati, di cui è annunciato lo sciopero per gli ultimi giorni del mese, vorranno anche iiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii essi sfilare per le strade della città in tocco e togat E ve lo immaginate uno sciopero di bagnini o di addetti alle pompe funebri? Al corteo di stamane, formato per metà da primari, aiuti e assistenti degli ospedali di Roma e per l'altra metà da medici ospedalieri venuti appositamente a Roma da una dozzina di città, hanno partecipato anche liberi professionisti. Particolarmente numerosi i medici napoletani: un'ottantina. Il corteo era aperto da due senatori: il democristiano Indelli e il comunista Barbieri. Era intenzione degli organizzatori recarsi a Montecitorio e sostare in quella piazza, ma la polizia non lo ha permesso. Quando il corteo si è sciolto, una delegazione è andata a iiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii esporre i moriui dell'agitazione alla presidenza del Consiglio. Mentre passava per il corso, un usciere del Banco di Roma è uscito trafelato gridando che un funzionario era stato colpito da infarto. Due primari sono accorsi, ma si trattava solo di uno svenimento dovuto a stanchezza. La marcia dei camici bianchi viene considerata come la manifestazione principale della settimana di sciopero decisa dai medici ospedalieri. Essi intendono protestare contro l'attuale contratto di lavoro, che è a termine. Alla stregua di tutti i dipendenti da enti pubblici, vogliono che i primari possano restare in servizio fino a 70 anni, gli aiuti e gli assistenti fino a 6ó anni. E' una Questione non nuova e che da tempo tiene divisa la classe medica. Sicché oggi non si contano le organizzazioni di categoria costituite dai medici. Per esempio, l'Anpo (Associazione nazionale primari di ospedale) non ha aderito alla manifestazione di stamane; e tuttavia, al corteo hanno partecipato una Quarantina di primari. Uno di essi, il prof. Stirpe, ha detto: * Il camice -bianco è Qualcosa di sacro, come l'abito talare per il religioso: ed il medico è restio a portarlo fuori dell'ospedale. Se oggi si è deciso a Questo passo, lo ha fatto per esprimere al pubblico e al governo la sua esasperazione >. Viceversa l'Anpo, come si pronuncia in un suo comunicato, « considerando il grave danno alla pubblica assistenza e alla cura degli infermi derivante dai reiterati scioperi degli aiuti e assistenti ospedalieri, giudica che i numerosi problemi degli ospedali possano trovare un'adeguata e giù sta soluzione solamente in leg gi meditate e non influenzate e accelerate da spinte sinda cali >. Come si vede, esasperazio ne da una parte, consigli di prudenza dall'altra. Tuttavia è avvertita da tutti l'esigenza di mettere finalmente un po' di ordine e di modernità in un mondo arcaico e disordinato qual è quello degli ospedali italiani. Si pensi che la posizione degli aiuti e degli assistenti è tuttora disciplinata dalla legge Petragnani del 1938. Per cui quei medici vengono assunti mediante concorsi difficili, sono costretti a lavorare seria mente, eppure hanno emolumenti modestissimi e vengono regolarmente dimessi dopo un certo numero tìi anni. Parrebbe più giusto dare loro stipendi adeguati e la certezza dell'impiego fino agli anni della vecchiaia. Tuttavia, molti primari non la pensano còsi. Fanno presente che se gli aiuti e gli assistenti entrassero in pianta stabile negli ospedali, i giovani laureati si vedrebbero sbarrate le porte degli ospedali e non potrebbero più fare pratica re-1 munerata, addestrarsi e affinarsi sotto la guida dei primari. Data la situazione attuale degli ospedali, le due esigenze opposte non sembrano conciliabili. Oggi negli ospedali non c'è posto contemporaneamente per aiuti e assistenti decisi a restare in servizio fino al sessantacinque Simo anno di età e le leve di neolaureati che urgono alle porte dei nosocomi per fare pratica. La soluzione potrà venire solo quando il Parlamento avrà approvato il disegno di legge presentato di recente dal Consiglio dei ministri e che va sotto il nome di < piano degli ospedali > o < piano bianco ». Secondo quel progetto di legge, solo nel primo dei due quinquenni previsti (1962-67) saranno, spesi 1S0 miliardi per adeguare la rete degli ospedali ai nuovi tempi e alle esigenze dei cittadini. a, n

Persone citate: Barbieri, Pantani

Luoghi citati: Roma