La Malfa dichiara che l'Eni di Vittorio Gorresio

La Malfa dichiara che l'Eni La Malfa dichiara che l'Eni resta immutato nella struttura « Smembrare oggi ildo » - Il neo-presidelinee seguite finora (Dal nostro corrispondente) Koma, 5 novembre. Il ministro del Bilancio on. Ugo La Malfa è pubblicamente intervenuto nella controversa questione apertasi per l'improvvisa scomparsa dell'ing. Enrico Mattei, dichiarandosi a favore della continuità della politica seguita fino ad ora dall'Eni e quindi del mantenimento dell'attuale sua struttura, che potrà essere assai validamente. impiegata nel quadro generale della programmazione economica del paese, cioè di uno dei principali obbiettivi del governo di centro-sinistra. « La grave questione della successione all'Eni — ha detto il ministro del Bilancio in un discorso a Ravenna — è stata risolta assicurando la continuità tecnica della direzione di quell'importantissimo organismo, ciò che taglia corto ad ogni speculazione. Si è scritto di tutto attorno all'Eni, ma si è dimenticato che esso ha dovuto operare, in molti anni nei quali la politica governativa aveva assunto prevalente carattere liberista, come azienda pubblica in costante concorrenza con le aziende private. Ma era evidente che la politica di programmazione economica, segnando il superamento di una certa fase della nostra politica economica, avrebbe determinato l'inquadramento dell'azione sia. delle iiiiiuiiiiiitiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiit li l gruppo, sarebbe comente Boldrini afferma ch - Il dott. Cefis, nomina imprese pubbliche che delle ^cprivate in una visione globale del nostro sviluppo economico. Proporre oggi di smembrare l'Eni, come fanno certi avversari del centro-sinistra, significa tentare di portare la situazione molto indietro nel tempo, ad uno stadio cioè nel quale non solo la programmazione economica, ma. la stessa legittimità di esistenza di un grande complesso pubblico verrebbe negata. E' chiaro che il governo non può che opiiorsi a questo indirizzo». Std mantenimento integrale della struttura dell'Eni non sembra quindi che vi possano essere dubbi di sorta. Ci si pone il problema, piuttosto, se le nomine del prof. Marcello Boldrini e del dott. Eugenio Cefis. rispettivamente a presidente ed a vice presidente della grande creazione economica, debbano considerarsi valide per un triennio — cioè per la durata intera di un mandato presidenziale quale è definita dallo statuto dell'ente — ovvero siano destinate a spirare quando verrà a scadenza, alla fine del prossimo mese di febbraio 1963, il mandato di tutto il Consiglio di amministrazione dell'ente. La risposta che viene data a questo quesito è giuridicamente ineccepibile e politicamente indicativa. A termini dell'ultimo comma dell'art. 5 dello statuto dell'Eni, il mandato presidenziale scade assieme con quello dell'intero Consiglio di amministrazione e per conseguenza le nomine del prof. Boldrini e del dott. Cefis debbono intendersi valide fino al febbraio 1963. Non v'è alcun dubbio, tuttavia, che l'ispirazione politica che le ha determinate mira invece ad assicurare ai due nuovi dirigenti la possibilità di espletare le rispettive mansioni per un normale termine di mandato, e si ritiene quindi che alla scadenformale del prossimo febbraio essi verranno confermati negli incarichi oggi assunti. Ciò è nello spirito della decisione presa sabato e viene inoltre suffragato dalia considerazione che il governo non potrà {•ertamente volere, in una vigilia elettorale quale sarà quella del febbraio-marzo 1963, aprire una nuova vicenda successoria capace di determinare spostamenti di gruppi di forza e di poteri. Per quanto riguarda la continuità della politica, il professor Boldrini ha fatto alcu ne importanti dichiarazioni nel corso di un'intervista concessa alla Rai-tv. Specificamente ri ferendosi alla cosiddetta poli tica estera dell'Eni, la più cri tica e contestata, il nuovo pre sidente ha precisato con chia rezza: « L'Eni, che ormai si i esteso a tutti i continenti, ha presentato delle nuove forme di collaborazione con i paesi esteri, che prima non esistevano, che hanno avuto un grande, successo, e che sono imitate oggi, anzi quasi invidiate da trliszsadnaiocaorgvtelaloapSnamMIsclcAganlmdggsI e tornare indietro di diece l'attività all'estero prto vice-presidente, era coloro che sono fermi a con- tratti di natura diversa, i quali non incontrano altrettanta simpatia. Mio compito essenziale — ha concluso il professor Boldrini — è di far sì che anche, questa parte dell'attività dell'Eni continui a svolgersi nelle linee che l'ing. Mattei aveva disegnato e delle quali io ero stato un modesto ma consenziente compartecipe ». In tale impresa, che consiste appunto nel non isterilire le opere già iniziate e promuovere quelle che già erano in programma, il prof. Boldrini sarà validamente affiancato dal dottor Cefis, che già fu in varie epoche uno dei più stretti collaboratori di Mattei, anzi quello che più d ogni altro vaniva ammesso alla conoscenza dei più delicati e riposti propositi. Si è saputo al riguardo che non molto tempo addietro un alto dirigente bancario accademicamente conversando con Mattei gli aveva in un certo mcpslmsuIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIII Per 1 superstiti ci anni ed è assur= rosegue secondo le il delfino di Mattel modo rimproverato il fatto che egli avesse mancato sempre di allevarsi un possibile sostituto che potesse surrogarlo in ogni evenienza, naturalmente anche di carattere non tragico: «Insomma — gli disse il banchiere in un tono tra il serio ed il faceto — tu non hai un Delfino >. « Non è esatto — rispose prontamente Mattel — un uomo c'è per qualunque evenienza. Eugenio Cefis ». Si sa ora che questa predesignazione fatta da Mattei a favore di Cefis ha avuto un grande peso nei giorni scorsi sulle deliberazioni governative, essendo stata portata a conoscenza di Fanfani per il tramite del ministro competente, sen. Giorgio Bo! Ed è questa una conferma che la soluzione data al problema dell'Eni dopo la scomparsa di Mattei è stata ispirata al concetto della più rigorosa continuità formale e sostanziale. Vittorio Gorresio IIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIMIIIIIIIIIIl i del 1915-1918

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