Lo strano «mago» di Pinerolo finito in carcere per truffa

Lo strano «mago» di Pinerolo finito in carcere per truffa Lo strano «mago» di Pinerolo finito in carcere per truffa Giovanni Biollino era stato condannato dal tribunale a 5 anni nel 1958 • Ha voluto un nuovo processo e la corte d'appello ha aggravato la pena IDal nostro inviato speciale) rinernlo, 31 ottobre. L'arrosto del commendatore Giovanni Biollino ieri a Bra, ha suscitato una vasta eco di curiosità a Pinerolo, dove egli aveva esercitato per parecchi anni la professione di «mago». Non s'intenda con questo che operasse «guarigioni» miracoloso, od altri prodigi; non era nemmeno valente nei giochi di prestigio; la sua «magia» consisteva soltanto nel leggere il futuro di questo e di quello, sia nelle loro mani, sia con l'aiuto delle carte, in genere i tarocchi. E ciò con l'autorizzazione scritta e bollata della questura di Torino, sia pure sotto la rubrica va":.a di « mestieri ambulanti». L'arresto del Biollino è il punto formo di una vecchia vicenda, che risale al 1319, quando il Biollino avrebbe perduto trentatró milioni in un certo traffico d'oro con il territorio Libero Triestino, risultato un raggiro o una frode Malgrado la sua chiaroveggenza, nemmeno il Biollino è mai riuscito a saperlo. Ma è da allora che la sua « professione », in precedenza immaco lata, incappa nel codice pe naie. Consultato in merito al loro avvenire da Margherita Pa ganone, separata dal marito, e da sua figlia Giuseppina Giai essa pure separata, il Biollino vede per entrambe « una pros sima grande fortuna ». Ma la difficoltà è di non lasciarsela scappare. Ed egli si offre come consulente tecnico. In compen so ottiene la cessione di uno stabile, con tutto il suo contenuto. Viene poi la < grande fortuna». Il marito della Giai muore in un incidente automobilistico, con tutte le ragioni dalla sua parte e con il conseguente diritto al risarcimento dei danni. Il «mago» se ne trattiene una congrua porzione (700 mila lire) più un milione e 600 mila lire sotto forma di prestito. Prima dell'incidente, egli aveva comperato dal Giai una casa, sulla quale gravava un'ipoteca a favore della moglie separata. Il Biollino fa scomparire l'ipoteca, come per « alta magìa ». Le due donne finiscono per denunziare il Biollino, e allora vengono fuori altre malefatte a suo carico; circonvenzione d'incapace, violazione di domicilio, violenza privata, truffa, diffamazione e calunnia. Il tutto si conclude al Tribunale di Ivrea nel 1958 con una condanna del Biollino a 5 anni e 9 mesi di reclusione, più 76 mila lire di multa. Se il « mago» avesse accettato la ?ua malasorte, adesso avrebbe scontato press'a poco tutta la pena. Egli preferi invece ricorrere allo Corte d'Appello di Torino, che aggravò la pena di due anni ed un mese. La Cassazione, interpellata come ultima speranza, ha confermato il verdetto della Corte torinese, rendendolo immediatamente esecutivo. Il Biollino, che, negli ultimi tempi si era dato al commercio dell'olio, aveva lasciato Pinerolo dopo la morte della zia con la quale abitava, e oggi ben pochi si ricordano di lui. C'è chi lo descrive alto, chi « cosi e così », chi d'aspetto giovanile (ha 52 anni) e chi vecchiotto, chi in carne e chi magro. Tutti sono però d'ac cordo noll'assegnargli due oc chi vivacissimi, luminosi, ag gressivi. Lo sguardo del prò feta che vede lontano. Pei gli altri. a. a.

Luoghi citati: Bra, Ivrea, Pinerolo, Torino