Un quarto degli iscritti non si è recato alle urne

Un quarto degli iscritti non si è recato alle urne Un quarto degli iscritti non si è recato alle urne Mancano ancora i risultati definitivi ufficiali - Per ora la vittoria del generale (se confermata) è di stretta misura: egli aveva chiesto, per restare all'Eliseo, almeno 14 milioni di voti - Alcuni incidenti a Parigi e a Rouen: due feriti Dal nostro corrispondente Parigi, lunedì mattina. Il generale De Gaulle ha ottenuto soltanto dalla metà dei francesi il « sì > che auspicava, ma non è la vittoria strepitosa che egli sperava. Mancano ancora i risultati definitivi ufficiali delio scrutinio, e quindi non si sa se il generale abbia riscosso i quattordici milioni di voti a lui favorevoli che ha chiesto nel suo ultimo discorso elettorale. In ogni caso il risultato della consultazione non è il « sì > < franco e massiccio » che egli aveva invocato. Come abbiamo detto, la metà ha risposto favorevolmente alla domanda che ha messo moltissimi in grande imbarazzo: «Approvate il progetto di legge sottoposto al popolo francese dal presidente della Repubblica e relativo all'elezione del presidente della Repubblica a suffragio universale? >. Il progetto di legge la massa non l'ha neppure letto e molti di quelli che l'hanno letto non l'hanno capito bene, ma hanno votato egualmente in modo da esprimere la loro fiducia personale a De Gaulle. I risutati provvisori più recenti sono questi : su 27 milioni e 300 mila elettori iscritti, il 50 per cento circa ha detto «si»; il 27 per cento «no»; molti hanno messo nell'urna una scheda bianca o non valida e oltre il 23 per cento si è astenuto. Le schede non valide sono state più numerose del solito. Molti francesi, infatti, non hanno voluto astenersi dal votare, né votare contro il generale De Gaulle, pure disapprovando il suo atteggiamento, e costoro hanno messo nell'urna una scheda sulla quale avevano scritto qualcosa. Altri, come Daniel Mayer, presidente della Lega del diritti dell'uomo, hanno protestato perché nella busta indirizzata agli elettori non c'erano soltanto le schede del « si » e del « no » fra le quali essi dovevano scegliere, ma anche il discorso pronunciato alla radio dal generale De Gaulle per dire che se n'andrà se non otterrà un «si» massiccio. Ora, secondo Daniel Mayer, ciò costituisce una pressione contraria alla legge. Oltre a protestare col capo della sezione di voto alla quale si è presentato, Daniel Mayer ha presentato ricorso al consiglio costituzionale, al quale ricorrerà anche il presidente del Senato, Gaston Monnerville, secondo cui il referendum è stato indetto e organizzato con metodi contrari alla Costituzione. Le astensioni sono state numerose. Esse rappresentano il 23 per cento degli iscritti, mentre furono soltanto il 15,06 per cento in occasione del precedente referendum, il 28 settembre 1958, quando si trattò di approvare la costituzione della V Repubblica; e ciò dimostra appunto l'imbarazzo in cui si sono sentiti numerosi francesi. I primi a recarsi alle sezioni elettorali sono stati i cacciatori, i pescatori e gli sportivi. Arrivavano infatti col fucile a tracolla e il cane dietro, oppure con la lenza e dopo avere deposto nell'urna la scheda con il « sì » o con il « no > prendevano la direzione dei boschi o dei fiumi. Le suore hanno votato in massa. Nel VII Quartiere di Parisi dove ci sono parecchi conventi, più di trecento monache hanno affollato la sezione di voto sin dalla loro apertura. II generale De Gaulle ha votato nel suo paese, Colombeyles-deux-Eglises. A mezzogiorno, accompagnato dalla moglie si è presentato al municipio ed è rimasto mezzo mi- • nuto nella cabinaMove ha cuu#cgpsstuspcnlzdRsasctficnèpfsrmcmFnahpdsdGu(iaom«eC«mltMads«tGtRIrCtcicflsmqesducpPdSqpsstatato la presenza di due schede «sì» abbandonate per terra, segno che il « no » era stato deposto nell'urna. Nel suo villaggio il presidente della Repubblica ha perduto leg- mgadtmn germente terreno rispetto al precedente referendum. Questa volta, su 204 iscritti, 14 si sono astenuti, 180 hanno votato « sì » e 9 « no », mentre uno ha deposto una scheda scarabocchiata in segno di protesta. Alcuni incidenti hanno preceduto l'apertura delle sezioni di voto. A Rouen, due gollisti sono stati feriti in una zuffa svoltasi dinanzi alla sede del partito Unione Nuova Repubblica, contro il quale era stata lanciata una bottiglia di acido corrosivo. Ad Achères, sobborgo parigino, l'ex paracadutista Georges Cavro, noto gollista, ha sparato una raffica di mitra su un gruppo di consiglieri municipali, fortunatamente senza colpirli. Egli è stato arrestato. In linea di massima, dal primo rapido esame delle cifre, risulta che hanno votato secondo il desiderio del generale De Gaulle la cattolicissima Bretagna, e la non meno cattolica Alsazia e Lorena, mentre nel Mezzogiorno della Francia l'opposizione si è manifestata con nettezza. A Sete, ad esempio, su 22.301 iscritti hanno votato soltanto 17.479 persone, delle quali 8485 hanno detto «sì» e 8649 hanno risposto «no». Le schede non valide sono 345. In molte città del Sud De Gaulle ha ottenuto poco più di un terzo dei voti: così ad Auch (Sud-Ovest), ad Ales (Gard), in vari centri dell'Arlege. In alcuni centri la vittoria della opposizione è schiacciante, come a Valence d'Agen (1183 « no » contro 600 « sì », su 2405 elettori Iscritti, a Martigues, a Chalons de Provence (4781 « no » contro 4256 « sì » su 12 mila 910 iscritti), a Decazeville (6832 iscritti: 1565 «sì» contro 3717 «no»), a La Seyne, Marsiglia, Beziers, Tolosa e In altri centri operai. E' grazie alle grandi città dell'Est, come Mulhouse, Nansy, Strasburgo, Colmar che il « sì » a De Gaulle salva la situazione. Sebbene la vittoria di De Gaulle.<se confermata) sia.~tu.tt'altro che netta, il'ministro Roger Peyrefttte ha affermato che «il referendum odierno ha dimostrato con evidenza che il sistema esclusivo del vecchi partiti è morto »; ma i partiti non sono del suo parere e convinti anzi del contrario si preparano a dimostrarlo alle elezioni legislative del 18 e 25 novembre. In ogni caso la stella di De Gaulle appare decisamente in declino: lo indicano non soltanto le astensioni massicce, ma la stessa percentuale dei voti favorevoli che egli ha ottenuto. Infatti nei tre precedenti referendum indetti dal generale, da quando nel 1958 ritornò al potere, egli non ottenne mai meno del 75 per cento dei voti espressi, né meno del 56 per cento del suffragi rispetto al totale degli elettori iscritti. Oggi siamo sensibilmente al di sotto di queste cifre. L. Mannucci Il generale De Gaulle ha votato a Colombey-les-deuxEglises: eccolo mentre depone la sua scheda nell'urna