Nasce un fronte antigolista per il referendum e le elezioni

Nasce un fronte antigolista per il referendum e le elezioni II conflitto In Francia tra lo Cantore e l'Eliseo Nasce un fronte antigolista per il referendum e le elezioni I comitati centrali democristiano e socialista attaccano duramente il generale per il suo progetto di nuova riforma costituzionale - Si prevede che De Gaulle raggiungerà il suo scopo con il referendum del 28 ottobre - Ma i suoi seguaci saranno certamente sconfitti nella successiva consultazione (18 e 25 novembre) ìrì, lunedì mattina. Nel giro di un mese 1 francesi voteranno tre volte: 28 ottobre per il referendum voluto dal generale De Gaulle affinché possano, dire se accettano la modifica della Costituzione che concentra maggiormente i poteri nelle mani del Presidente della Repubblica; il 18 e il 25 novembre per eleggere una nuova Camera. La prima data è già stata fissata parecchi giorni fa; quella delle altre, già ufficiosa, verrà pubblicata domani sul Journal Offlciel. Sabato il Capo dello Stato ha ricevuto le dimissioni di Georges Pompidou, contro 11 quale l'Assemblea Nazionale ha votato la mozione di cen- i quali avrebbero voluto ab- sura con 280 voti su 480 deputati (cioè una maggioranza molto più vasta di quanto avessero previsto 1 più) e deciso lo scioglimento della Camera. Ma per far risaltare il poco conto in cui tiene le decisioni dei deputati, ha incaricato Georges Pompidou di rimanere al suo posto, non per sbrigare le faccende di ordinarla amministrazione, come avveniva nella IV Repubblica quando un governo era battuto, ma per proseguire la sua piena attività di primo ministro. Il gen. De Gaulle ha voluto separare nettamente le due consultazioni elettorali — referendum ed elezioni — nonostante il parere dei deputati dell'Unione Nuova Repubblica, suoi partigiani, 1 binarle con la speranza che votando « si > per il referendum gli stessi elettori e nello stesso momento non avrebbero votato < no » per coloro che sono i suoi sostenitori parlamentari. E' questa infatti la situazione paradossale che si prevede nel caso che le due copsultazioni siano separate: un « sì > personale a De Gaulle il 28 ottobre e due settimane dopo un « sì > a coloro che sono i suoi avversari. Il generale non ignora questo pericolo, ma vuole prima di tutto un plebiscito sulla sua persona, riservandosi di entrare poi direttamente nella battaglia elettorale per appoggiare i candidati dell'Unione Nuova Repubblica. La campagna comunque è già incominciata. Il Coml- tato nazionale democristiano ha votato ieri con HO voti contro 23 una mozione che invita a votare c no » al referendum costituzionale, constatando che il Presidente della Repubblica non ha rispettato la Costituzione e che il suo progetto « rischia di accentuare lo squilibrio del poteri e di creare domani una minaccia per le libertà ». Nello stesso senso si è pronunziato il Consiglio nazionale socialista, che ha votato, anch'esso ieri, una mozione in cui il regime gollista è accusato di voler diventare una « monarchia assoluta, una specie di Secondo Impero che, nel mondo moderno, condurrebbe alla dittatura e alla guerra civile >. Il partito socialista invita inoltre le sue Federazioni a non presentare un solo candidato alle elezioni legislative se ciò dovesse ostacolare la vittoria di un candidato democratico antigollista più quotato sull'avversario gollista. Se la stessa tattica sarà .seguita dagli altri partiti che hanno votato la mozione di censura contro Georges Pompidou, si può prevedere una sconfitta del partito gollista. Le cifre relative alle elezioni del 1958 sono significative: l'Unione nuova Repubblica riporto al primo turno soltanto il 17% dei voti sebbene fosse il partito di De Gaulle, contro il 20 % ai comunisti, il 16 % ai socialisti, il 20 % agli indipendenti (destra economica), il 9% ai democristiani e 1*8 % al radicali, mentre il 109?) andava all'estrema destra che diventò poi sostenitrice dell'Oas. Al secondo turno l'Unione nuova Repubblica trionfò con il 28 per cento dei suffragi, mandando quindi al Parlamento più dì 200 deputati, ma ciò avvenne perché parecchi partiti avevano ritirato 1 loro candidati proponendo ai loro seguaci di votare per quelli gollisti. Nelle prossime elezioni invece il partito gollista sarà isolato. Parlando ai giornalisti, Guy Mollet ha confermato ieri che il partito socialista farà i sacrifici necessari per assicurare la vittoria a coloro che hanno detto e diranno « no » a De Gaulle e si aspetta con vivo interesse il discorso che pronunzierà domani al Senato il radicale Gaston Monnerville, suo presidente, che sabato scorso ebbe al Palazzo dell'Eliseo una brevissima conversazione con il gen. De Gaulle il quale gli annunciò seccamente la decisione dì sciogliere la Camera. L'incontro durò meno dì due minuti ed i due uomini si separarono senza neanche stringersi la mano. Monnerville è 11* leader delia campagna, contro la nuova riforma costituzionale progettata da De Gaulle. L. Mannucci

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