Combattimenti nello Yemen tra "lealisti., e rivoluzionari

Combattimenti nello Yemen tra "lealisti., e rivoluzionari Mentre continuano le e se c Missioni Combattimenti nello Yemen tra "lealisti., e rivoluzionari A Sana gli autori del colpo di Stato hanno instaurato il regime del terrore e sostengono di avere l'appoggio sovietico, oltre a quello egiziano - Lo zio de! sovrano trucidato sta tentando la riconquista del paese con truppe a lui fedeli - Un suo luogotenente però, dopo i primi scontri, sarebbe stato catturato e giustiziato dai repubblicani Nostro servizio particolare Aden, lunedì mattina. La situazione dello Yemen- — caduto sotto il controllo di una giunta militare che ha rovesciato la dispotica dinastia del defunto Yman Ahmed con un bagno di sangue — è ancora confusa. Il regime di ferro instaurato dal-colonnello Abdullah Ballai stringe il piccolo Stato arabo in una morsa di terrore. 1 rivoluzionari' stanno facendo un'inesorabile « piazza pulita » dei sostenitori della deposta monarchia yemenita, ed i plotoni xli esecuzione lavorano a ritmo continuo. Contemporaneamente, però, le forze « lealista », capeg¬ giate dal principe Sifel Islam Al Hassan (zio del Sovrano ucciso, proclamatosi pretendente al trono) convergono in massa verso la capitale Sana con il dichiarato proposito di « cacciare gli usurpatori e riservare loro la stessa tragica fine che hanno subito gli esponenti del passato regime. Radio Sana, portavoce del nuovo governo rivoluzionario, trasmettendo un discorso pronunciato da Sallal (al quale sono stati accordati poteri presidenziali) ha annunciato che « tutti coloro che collaborarono con il passato regime pagheranno i loro errori con la vita >. Dopo le esecuzioni annunciate sabato è giunta ieri no- tizia che sono caduti sotto il piombo dei rivoluzionari altri cinque alti esponenti della corte dell'Imam Mohammed Al Badr, rimasto sul trono per soli otto giorni prima di essere trucidato. Essi sono: Al Hassan Bin Aly, cugino dell'ultimo Iman e ministro dell'Educazione: Abdullah Abdul Kerim, cognato dello Iman; Mohammed Abbasm governatore del distretto di Bagel; Abdul Bahamn Assiyaghi, giudice religioso; Adali Al Al Satif, sceicco del distretto di Hamdan. Si ritiene che non meno di diciassette alti funzionari reali siano stati fatti passare per le armi. Un'ondata di arresti, ordinata da un tribunale popolare d'emergenza, si sta propagando in tutto il paese. Inoltre settanta membri della famiglia reale sarebbero morti nel corso dell'improvvisa rivoluzione che ha portato i militari al palazzo reale di Sana. Da rilevare che in una trasmissione l'emittente yemenita ha inneggiato * alla amicizia fra il governo rivoIxizionario c l'Unione Sovietica ». La radio ha detto testualmente: « Il governo di Mosca ci ha promesso ogni forma di aiuto: economico, culturale, politico, militare. Sappiamo che qualsiasi atto ostile contro la repubblica dello Yemen verrà interpretato come un atto ostile nei confronti della stessa Unione Sovietica ». Da Mosca però non è giunta conferma. Un sicuro appoggio ai rivoltosi è dato dal Cairo, dove il presidente Nasser già ha riconosciuto il nuovo governo repubblicano. Un aereo carico di giornalisti egiziani e giunto ieri all'aeroporto di Taiz, la seconda capitale dello Yemen, mentre quasi contemporaneamente partiva dallo stesso aeroporto il nuovo ministro degli Esteri yemenita, Mahsen' Ahmed El Eini, diretto al Cairo per consultazioni. Il presidente provvisorio Sallal, cui è stata accordata dalla giunta militare la facoltà di firmare trattati di ogni genere con l'estero, ha ordinato a centinaia di concubine e favorite, racchiuse negli « harem » dei principi yemeneti di far ritorno alle proprie case. Le donne — precisa un comunicato — saranno perquisite «attentamente dalle mogli dei salda- ti repubblicani prima di lasciare i recinti ex reali >. Nel frattempo i sostenitori del principe Al Hassan si sono dati convegno a Jiddah per concertare il piano di attacco contro Sana ed ottenere l'appoggio di re Saud dell'Arabia Saudita. Un comunicato emesso dal principe dichiara che < diversi capi rivoluzionari stanno fuggendo, appena avuta notizia che truppe realiste erano in marcia verso Sana ». Questa notizia va accolta però con una certa cautela. Al Hassan la lanciato un « ultimatum » al governo di Sallal ed ha posto a capo delle sue truppe i principi Abdul Rahman Ismail Al Hossein e Seif El Islam Isma il. I due prìncipi già sono entrati in territorio yemenita con l'appoggio delle tribù degli Hashedi e degli Homas e già sarebbero avvenuti diversi scontri fra le opposte fazioni. Da una notizia radio dell'ultima ora risulterebbe però che il principe El Islam Ismail è sfaro catturato e giustiziato dai rivoltosi mentre marciava verso Sana. Al Hassan, per nulla scoraggiato da questo dispaccio, ha diffuso nella notte un altro proclama: «Noi membri della famiglia reale, che abbiamo stttdiato e soggiornato a lungo all'estero, rendendoci conto di come vivono gli altri paesi, abbiamo avvertito per lungo tempo le sofferenze alle quali sono stati sottoposti i sudditi del regno yemenita. Abbiamo formulato le nostre critiche contro il trono, ma esse non vennero accolte dal defunto Iman. «.Ora intendiamo formare un nuovo governo che si dedicherà a modernizzare il paese e realizzare le giuste aspirazioni del suo popolo ». In serata il governo giordano ha annunciato di riconoscere il principe Al Hassan come erede legittimo al trono dello Yemen. a. p.

Persone citate: Abdul Bahamn Assiyaghi, Abdul Rahman Ismail, Abdullah Abdul Kerim, Abdullah Ballai, Hamdan, Mohammed Abbasm, Mohammed Al Badr, Nasser, Seif El