Ad Asti il convegno sulla coltura del peperone di Carlo Rava

Ad Asti il convegno sulla coltura del peperone Ad Asti il convegno sulla coltura del peperone La produzione italiana tocca il valore di 13 miliardi Asti, lunedì mattina. Prosegue stamane ad Asti il convegno internazionale sulla coltura del peperone iniziatosi ieri a Torino con prolusioni del dott. Appendino della Camera di Commercio, del dott. Favilli della società orticola e del prof. De Luca del Ministero dell'Agricoltura, e relazioni del prof. Ghisleni dell'Università di Torino sulla sperimentazione del peperone in Italia e del prof. Milan Slskovic direttore della stazione orticola jugoslava sulla costituzione di nuove forme poliploidi di peperone e la loro importanza per la produzione. Interessante sotto l'aspetto tecnicn-applicativo è stata la relazione del prof. Barbieri dell'Università di Sassari sulla coltivazione del peperone nell'Italia meridionale. Il dott. Fois, dell'Istituto nazionale per il commercio ha riferito sul problema della esportazione, affermando che nella coltivazione e nel commercio di questo ortaggio vi sono ancora buone possibilità di miglioramento e di collocamento all'estero, specie in Germania (che assorbe l'80% della nostra esportazione), in Svizzera e in Francia. La produzione italiana è stata nel 1961 di 2.300.000 quintali su una superficie di 10 mila ettari: valore 13 miliardi. Il 70^ della coltura avviene in Piemonte, in Puglia e in Campania. E' emersa dai dati esposti la possibilità di migliorare la coltura, selezionare le varietà seguendo i gusti del consumatori e migliorare le esportazioni. Queste sono per ora libere ma il Mercato comune, agevolandole, consiglierà di j>rodurre varietà pregiate e ben classificate per guadagnare nuovi clienti. Carlo Rava

Persone citate: Appendino, Barbieri, De Luca, Favilli, Fois, Ghisleni, Milan Slskovic