Il «buongoverno» di Luigi Einaudi

Il «buongoverno» di Luigi Einaudi UN ANNO DOPO LA MORTE Il «buongoverno» di Luigi Einaudi Ripensare slla vita ed all'epe-1 ra di Luigi Einaudi, è ricordare un felice destino d'uomo. Raramente accade di conoscere un corso terreno così compiuto e tanto colmato di doni. Egli ebbe tutto ciò che conta veramente, nella nostra sorte umana: una bella famiglia ed il prestigio del maestro, la longevità operosa e l'esaltante certezza dell'opera riuscita, la gioia della scoperta intellettuale, la convinzione serena di avere vissuto pienamente ognuno dei suoi novantanni. Non si incontrano periodi bui o vuoti, nella sua lunga esistenza: quando la dittatura costrinse al silenzio il giornalista e l'uomo pubblico, gli restarono l'insegnamento universitario e l'attività scientifica, che forse prediligeva su tutte. Giovanissimo professore, aveva avuto una parte non trascurabile nel movimento che fece riconoscere i diritti del lavoro, chiuse i tentativi reazionari di fine Ottocento e preparò l'ascesa dell'Italia moderna. Più che settantenne, iniziò una carriera nuova nella politica attiva; ebbe la responsabilità delle finanze nazionali nel momento più drammatico della ricostruzione dopo la disfatta, e anche gli avversari gli riconoscono la fama quasi leggendaria di « salvatore della lira»; fu eletto, lui monarchico, presidente della Repubblica e, con la sua azione autorevole e discreta in un periodo decisivo, contribuì validamente a consolidare le fragili strutture democratiche del paese. Anche nei suoi libri, nei discorsi, negli scritti d'occasione si avverte un senso raro di felicità. Quella prosa limpida e un po' arcaica, fluida ed essenziale, nutrita di solidi studi umanistici e tuttavia distesa in una imiliare semplicità, dà il piacere del pensiero robusto, del rigore classico, della concretezza: per l'autore doveva essere una conquista faticata, ma prodiga di gioia. Si respira il gusto della cultura, il felice abbandono dello studioso persino nelle comunicazioni d'ufficio, nei documenti d'affari che conosciamo da Lo scrittoio del presidente. Un disegno di legge, una conferenza diplomatica, la notizia di un quotidiano o d'una rivista sono l'occasione avidamente raccolta per note ai ministri, che possono distendersi fino alle proporzioni del saggio (come sui problemi agricoli) o stringersi nella breve polemica e nell'amorevole rievocazione di una storia lontana, di un mondo scomparso (si vedano le pagine in difesa dei monumenti torinesi). Nessuno può avere la presunzione di penetrare nell'animo segreto dell'uomo; ma è lecito dire che la vita privata di Luigi Einaudi ci appare segnata dalla stessa serenità e ricchezza di cose preziose. Accanto a lui una compagna amorevole, i figli, il senso di un gruppo patriarcale; ed attorno il lento prosperare dell'azienda domestica, i poderi che migliorano d'anno in anno, il buon vino prodotto dai vigneti scelti con cura ed acquistati con oculato amore, i libri rari che si allineano sempre i;iù numerosi negli scaffali; e dalla finestra dello studio, nella casa di San Giacomo presso Dogliani la bella vista sulle Langhe, sulle vallate lontane, sulle Alpi del diletto Piemonte. Anche questa fedeltà alla terra natale, questo affettuoso sentimento « paesano » danno gioia ed arricchiscono l'esistenza; aiutano a trovare i valori essenziali ed a ricercare i piaceri più sicuri. Forse il segreto di quella felicità una naudi: buongoverno. E' una p,i rola che ha qualcosa di austero ed insieme di familiare; sa di cauta amministrazione, di saggezza, di senso del limite; vale per la vita privata come per l'attività politica; rievoca la prudenza del paterfamilias ma esige anche rigida onestà, spirito di sacrificio, un senso religioso della vita. Volendo riassumere, ad un anno dalla scomparsa, il corso ed il significato dell'esistenza del presidente, non si può forse trovare una parola più adatta di quella: che del resto dà il titolo ad uno dei suoi libri migliori. Buon governo della casa e della cosa pubblica; dell'attività intellettuale, della scuola, dello Stato; con metodo, disciplina, intransigente rigore morale; per difendere l'utilità propria e della collettività, ma anche per assolvere ad un dovere. Buon governo che si esercita, ma non si esaurisce nell'economia, ed esige una cura attenta per ogni interesse, ma anche distacco. Diremmo che questi principi abbiano ispirato l'intera attività di Luigi Einaudi. Essi gli hanno consentito di conciliare la sana ambizione (non si arriva, senza fortemente volere, alle più alte cariche dello Stato) e l'amore della tranquilla ricerca studiosa, ,ier cui si sentì al proprio posto tanto al Quirinale quanto negli archivi catastali di Dogliani. Lo puo essere individuato miparob^che cw «ma iA Ci-([ hanno portato ad equilibrare in modo esemplare, negli anni della presidenza, l'autorità e la discrezione, il rispetto scrupoloso dello Statuto e l'assiduo controllo di governo e parlamento. Hanno dato un'impronta di serietà cordiale, di forza tranquilla, di austera dignità ai suoi interventi politici come ai suoi libri. Ma forse il segreto ultimo che spiega la pienezza felice della vita di Einaudi, ed il valore duraturo dell'opera, va oltre i limiti un po' grigi del buongoverno. Forse è da ricercare nel culto della libertà, nella sollecitudine per gli uomini, nel sentimento sempre presente della « grazia di Dio », che illuminavano la sua saggezza con il soffio dell'eterno. Carlo ^-.salegno (ìMiitiiiiffiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiii Commosso ricordo a Dogliani (Dal ìiostro corrispondente) Dogliani, 30 ottobre. (p.c.) Il primo anniversario della scomparsa del senatore Luigi Einaudi è stato ricordato a Dogliani con una funzione religiosa e con un omaggio floreale che l'amministrazione comunale, presieduta dal sindao cav. Luigi Taricco, ha deposto sulla tomba dell'illustre economista. Alla funzione erano presenti la consorte Donna Ida, i Agli dott. Giulio e ing. Roberto, numerosi congiunti e amici di famiglia. La popolazione ha partecipato alla cerimonia ed ha tributato un commosso omaggio alla memoria di Luigi Einaudi che a Dogliani trascorse le ore più serene e feconde della sua lunga attività di studioso. iiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Einaudi, La Morte, Luigi Einaudi, Luigi Taricco

Luoghi citati: Dogliani, Italia, Piemonte