Estremo omaggio a Mattei nella città da lui fondata di Remo LugliEnrico Mattei

Estremo omaggio a Mattei nella città da lui fondata Compianto in Italia e all'estero per la morte del Presidente dell'Eni Estremo omaggio a Mattei nella città da lui fondata La cerimonia funebre a Metanopoli ha avuto momenti di intensa commozione - Presenti numerosi partigiani cristiani - La salma è giunta a Roma Ancora Ignote le cause della sciagura (Dal nostro inviato speciale) Milano, 29 ottobre. Metanopoli ha dato l'ultimo saluto all'ing. Enrico Mattei con una manifestazione di affetto imponente. Nella chiesa parrocchiale di questa cittadella stamani erano ammassate non meno di duemila persone ed altre duemila erano fuori, sul sagrato e nella prospiciente Piazza Santa Barbara, ferme sotto la pioggia scrosciante in attesa che si concludesse il rito funebre e che il feretro dell'ing. Mattei e quelli del pilota Irnerio Bertuzzi e del giornalista americano William Me Hale venissero caricati sugli autofurgoni per iniziare il viaggio verso Roma. La misura dell'affetto che circondava il presidente dell'Eni si è avuta qui, nella chiesa, mentre mons. Milani tesseva l'elogio funebre dello scomparso. Non piangevano soltanto i parenti — i fratelli Italo, Umberto, Rina, Maria e i cognati e le cognate —, ma piangevano anche gli uomini in tuta azzurra della Snam, dell'Anic, dell'Agip mineraria, dell'Agip nucleare, e altri che qui erano venuti a rappresentare i vari gruppi dell'Eni. « Grazie — diceva il sacerdote —, grazie dei tuoi insegnamenti a lavorare, a essere coraggiosi, a non spaventarsi davanti ai rischi, grazie dell'insegnamento a volerci bene e a onorare la patria con la coscienza del lavoro ». Poi le parole rievocavano gli sforzi di Mattei per dare occupazione a un sempre maggiore numero di operai, e con il lavoro l'assistenza, la casa, un benessere reale; e intanto nella vasta chiesa la commozione si tramutava in effetto sonoro per il continuo soffiar di nasi e in effetto visivo per le mani che si alzavano a portare agli occhi i fazzoletti. La funzione funebre — messa, canti solenni di esequie e benedizione — è durata dalle 9,30 fino alle 11. Il tempio a tratti si inondava della luce dei riflettori comandati dagli elettricisti della televisione; e ogni volta che i riflettori si spegnevano, la penombra dava risalto alla luce che pioveva dal vasto lucernario: l'altare a doppia incudine sullo sfondo maestoso di un mosaico raffigurante il Calvario sembrava allargare le sue braccia in segno di pietà. Le tre bare, senza orpelli e di legno scuro, erano coperte ds. rose e orchidee; su quella dell'ingegnere spiccava il fazzoletto azzurro con la stella di comandante del Corpo Volontari della Libertà. E' stato il primo feretro a uscire, portato a spalla da ex-partigiani cristiani e da dipendenti dell'Eni. Gli altri due sono stati caricati su un secondo furgone che è pure partito alla volta di Roma dove domani mattina si svolgeranno i funerali. Per il comandante Bertuzzi era presente alla cerimonia la figlia e per il giornalista Me Hale un suo collega americano, Don Burke. Fra le molte autorità che hanno assistito alla funzione religiosa erano il ministro Bo, in rappresentanza del governo, il prefetto di Milano dott. Spasiano, il generale Savi, comandante della prima regione aerea, e il generale Vedovato, comandante del Corpo d'Armata. Dell'Eni c'erano il vicepresidente prof. Boldrini, il vicedirettore ing. Girotti e i direttori di tutte le società del gruppo. Su^armW* di -Sterrò ^*4sabato sera fu teatro della tragedia, sono stati recuperati oggi tutti 1 resti del bireattore esploso. Hanno partecipato a queste operazioni, sotto la pioggia quasi continua, carabinieri e personale della Snam, diretti dal colonnello Capucci. Dapprima sono stati raccolti i pezzi sparsi intorno al luogo della caduta, poi si è provveduto a svuotare dall'acqua la buca prodotta dall'aereo. Infine è entrata in funzione una scavatrice che ha affondato la ruspa al fondo dell'avallamento. Alla profondità di circa tre metri sono stati trovati i due reattori. Al momento in cui sono stati estratti era presente anche il generale Giacomelli, uno dei membri della commissione di inchiesta. Tutti i pezzi sono stati collocati su un piano di assi, nello stesso campo di rape, puliti dal fango, fotografati e catalogati, quindi immessi in una serie di casse che nel pomeriggio sono state portate all'aeroporto di Linate L* commissione, presieduta dal generale di squadra Savi, comandante la I Regione Aerea, e composta dal col. Ricco, dal direttore civile dell'aeroporto della Malpensa dott. Paoletti, dal prof. Aldinio, per il Registro Aeronautico, dal generale Giacomelli e dal col. Castellani, svolgerà la sua indagine sotto diversi profili: l'ipotesi del sabotaggio, quella di una avaria agli strumenti o ai reattori, quella del malore del pilota e, infine, quella di un errore. Nel pomeriggio di oggi la commissione si è riunita presso la sede del Comando Aeronautica in piazza Novelli e ha ascoltato il nastro magnetico che porta incise le comunicazioni fatte dal pilota alla torre di controllo poco prima dell'incidente. Ha udito la sua voce limpida e tranquilla. Le ultime parole del comandante Bertuzzi sono state pronunciate alle 18,57, come risulta dall'orologio che è collegato a queste incisioni (l'Omega da polso ritrovato tra i resti segnava le 18,51, ma evidentemente non erano in punto oppure le sfere si mossero nell'urto). Il pilota nel penultimo collegamento aveva dichiarato di trovarsi a 6000 piedi d'altezza, cioè 1800 metri, e di accingersi a scendere a 2000 piedi. Alle 18,57 disse: «Sono sceso a 2000 piedi. Atterro fra un minuto e mezzo ». Ma sul campo attesero invano l'atterraggio dell'* I-Snam ». Come è ben comprensibile, la commissione d'inchiesta non si pronuncia ancora sui possibili risultati. In questi casi, di solito, il responso si ha dopo circa due mesi e il più delle volte le ricerche non approdano a nulla di positivo. Negli ambienti aeronautici milanesi, fra coloro che conoscevano bene il comandante Bertuzzi e l'aereo che solitamente pilotava — piloti, motoristi, marconisti — si pensa che le cause della sciagura possano dipendere da fattori umani. Tutti sono concordi nel riconoscere che il pilota Bertuzzi aveva delle grandi capacità, dimostrate ampiamente in venticinque anni di volo pilotando apparecchi d'ogni genere, aerosiluranti, bombardieri e grossi aeroplani intercontinentali. Ma d'altra parte si rileva che la guida di un bireattore come il Morane-Saulnier « Paris » consiglierebbe sempre la presenza di due piloti, perché sono troppe le azioni che sono contemporaneamente richieste a chi ha in mano i comandi. Il pilota, infatti, deve guidare l'apparecchio, seguire la rotta, tenere 1 contatti in radiofonia con le torri di controllo e — operazione importantissima — deve accertarsi in continuità dell'efficienza dei vari strumenti che sono, nel caso del bireattore «Paris», circa un centinaio. Non era certo la prima volta che il comandante Bertuzzi guidava da solo il « Paris », erano, anzi, addirittura tre anni; ma nelle operazioni difficili è inevitabile che aumentino le probabilità di errori. D'altra parte le condizioni atmosferiche della serata di sabato erano tutt'altro che eccellenti: pioveva a dirotto, la visibilità era di 1000 metri in quota e di 1300 a terra, quindi molto scarsa per un aereo che ha una velocità di atterraggio fra i 200 e i 250 chilometri all'ora. La commissione d'inchiesta per ora si riunirà qui a Mila¬ no, ma non è improbabile che gli esami tecnici sul pezzi recuperati vengano effettuati nell'aeroporto di Orio al Serio, in provincia di Bergamo. Remo Lugli .,.-..Jlll :mmmrnmì Le onoranze funebri al presidente dell'Eni ed ai suoi compagni di viaggio celebrate ieri a Metanopoli. A destra la sorella di Enrico Mattei ed il ministro Bo

Luoghi citati: Bergamo, Italia, Milano, Orio Al Serio, Roma