Strangola nel letto la moglie davanti al figlio di undici mesi

Strangola nel letto la moglie davanti al figlio di undici mesi Strangola nel letto la moglie davanti al figlio di undici mesi Un fratello dell'uxoricida entra nella camera sentendo dei singhiozzi e scopre il bimbo che accarezza il volto cianotico della madre - L'assassino è un siciliano, immigrato in Lombardia, che si è costituito (Dal nostro corrispondente) Milano, 26 ottobre. Sconvolto da una assurda gelosia un giovane operaio ha strangolato la moglie dopo un diverbio avuto con lei alla presenza del figlio di 11 mesi: l'uxoricida si è costituito poco; dopo ai carabinieri ai quali ha freddamente raccontato quan to era accaduto. Il tragico episodio si è svolto verso le 22,30 di ieri in un appartamentino di 2 stanze di una casetta popolare a Castellanza, piccolo centro della cara pagna nel pressi di Busto Arsi zio. Qui da tempo si erano si stemati il ventisettenne Rosa rio Di Mino nato a Cefalà Diana in provincia di Palermo la moglie Venusta Farinelli di 22 anni da Busto Arsizio che l'operaio siciliano aveva spo sato cinque anni fa dopo un breve fidanzamento. Lui è un giovane bruno, tarchiato, di bassa statura; lei era una bella donna, gioviale e spensierata, compagna di lavoro del marito in una fabbrica di materie plastiche di Busto. Qualche giorno fa Venusta Farinelli si era fatta dare dai suoi superiori qualche giorno di riposo per poter sistema re alcune faccende in casa < stare un po' assieme al figlio Giuseppe di 11 mesi, di solito affidato alle cure della nonna. Rosario Di Mino però non aveva visto di buon occhio questa decisione della moglie, e, geloso com'era, ha cominciato a pensare che la donna avesse preso questo pretesto per tradirlo. I suoi sospetti si appuntavano su un compagno di lavoro che a sua volta, proprio ieri mattina, non si era presentato in fabbrica. Ieri sera Rosario Di Mino aveva fatto ritorno a casa poco prima delle 19 e in apparenza sembrava calmo. I due coniugi avevano cenato come se nulla fosse, scambiandosi solo qualche parola. Mentre Venusta Farinelli sparecchiava e lavava le stoviglie, suo marito si era messo a giocare col figlio e, quando gli si era addormentato in braccio, lo aveva deposto nella culla. Alle 21,30 i due coniugi avevano spento la luce della loro stan iiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin za e si erano a loro volta coricati. I vicini hanno però sentito che stavano parlando: le loro voci, filtrate attraverso le sottili pareti, erano sembrate in un primo tempo calme, poi avevano assunto un tono più concitato e infine aspro. Il silenzio che ne era improvvisamente seguito è stato rotto dal pianto disperato del bimbo e dal secco colpo di una porta chiusa con forza: era il marito che se ne andava. Pochi minuti dopo, nel piccolo appartamento è entrato un fratello del DI Mino, Giuseppe, di 37 anni, che da qualche tempo si era trasferito dal paese natale e passava le notti in casa di Rosario, su una branda sistemata in cucina. Ha sentito il nipotino piangere e si è affacciato alla camera da letto immersa nel buio per sapere che cosa avesse. Ma il fratello e la cognata non hanno risposto: il silenzio era rotto solo dai singhiozzi del piccolo. Accesa la luce Giuseppe Di Mino ha visto il piccolo accarezzare il volto cianotico e or mai freddo della madre riversa a terra, la testa appoggiata su una sedia, gli occhi sbarrati, la bocca aperta in una smorfia atroce. L'uomo si accingeva a dare l'allarme quando nell'appartamentino hanno fatto irruzione due carabinieri L'uxoricida subito dopo aver compiuto il suo delitto si era presentato in caserma ed ave va raccontato quanto era accaduto: «Mi tradiva con un compagno di lavoro — ha detto Rosario Di Mino — sono certo di quello che dico anche se non ho mai avuto prove. Ieri mattina mia moglie si deve essere incontrata con 1' " altro": quando ci siamo coricati glielo ho chiesto ma lei mi ha risposto con arroganza insultandomi ed umiliandomi per la mia gelosia. « Non ho più capito nulla: non ricordo più quello che ho fatto. L'ho afferrata per la gola ed ho stretto le mani con tutte le mie forze: quando ho capito d'averla uccisa l'ho lasciata cadere, ho dato un bacio a mio figlio, un lungo bacio che l'ha svegliato, e sono fuggito. Non sapevo dove andare: ho percorso via Binda a passi svelti, ho girato l'angolo e mi sono trovato sulla strada che porta alla caserma. Non mi rimaneva altro da fare che costituirmi. Raccomando a voi mio figlio: non affidatelo a mia suocera, ma a mio fratello ». Subito dopo Rosario Di Mino è scoppiato in un pianto dirot¬ to ed ha cominciato ad invocare il nome della moglie uccisa e del figlio rimasto senza la mamma. Quando i due carabinieri, che avevano raccolto la confessione, sono tornati in caserma dopo aver controllato la tragica verità delle sue parole, l'hanno trovato con le mani nei capelli, i gomiti appoggiati alla scrivania, lo sguardo fisso nel vuoto. Per tutta la notte non sono riusciti a cavargli di bocca una sola sillaba: l'uxoricida sembrava inebetito. L'inchiesta ha accertato che l'operaio dal giorno dei matri- monio non aveva più avuto pace a causa della sua folle gelosia, anche se il comportamento della moglie, a detta di tutti coloro che la conosce vano, non dava adito al minimo appunto. g- m> Venusta Farinelli, la giovane sposa assassinata, e il marito uxoricida, Rosario Di Mino, al tempo delle nozze (Tel.) Il bimbo Giuseppe Di Mino era presente all'uxoricidio

Luoghi citati: Busto Arsizio, Castellanza, Cefalà Diana, Lombardia, Milano