L'imputato Verdirame non ha voluto partecipare al sopralluogo

L'imputato Verdirame non ha voluto partecipare al sopralluogo L'imputato Verdirame non ha voluto partecipare al sopralluogo La Corte ha compiuto il percorso dell'assassino che uccise nella villa l'editore e la governante Presente all'ispezione la moglie del dentista che ad un certo punto ha guidato il corteo dei giudici - Ancora tracce di sangue sulle pareti della palazzina di Mornico - Soltanto una maestra udì un urlo la notte del delitto - Sembra impossibile che nessun altro dalle case vicine si sia accorto della orribile strage - Visitato anche il luogo dove sostò la misteriosa «1100-103» (Dal nostro inviato speciale) Mornico Losana, 25 ottobre. La Corte d'Assise di Pavia che sta giudicando Douglas Sapio Verdirame, ha compiuto oggi il sopralluogo lungo gli itinerari che sarebbero stati percorsi dall'assassino e dentro la villa stessa, che fu teatro della strage. II presidente della Corte, Casimiro Odorisio, era al volante della propria vettura, avendo a fianco il giudice a latere. In altre macchine erano i giudici popolari, il pubblico ministero, il cancelliere, gli avvocati, la signora Matelda Verdirame, i giornalisti. Ieri l'imputato aveva chiesto di essere esonerato dall'assistere a questa operazione. Qualunque sia il genere di ricordi che Villa Sassone suscita in lui, il ritornarvi in manette deve essergli apparso prova amarissima, tra quante ne abbia subite in questi anni, e domani, probabilmente, sarà anche più dura: è attesa sul pretorio sua figlia Cristiana, diciottenne, mandata a chiamare apposta dalla Svizzera — dove si trova dal 1960, proprio perché sia sottratta alla contaminazione di questa atmosfera di tragedia domestica — per essere interrogata su un episodio che potrebbe forse integrare una prova a danno di suo padre. Come ->ggi è stato concesso al Verdirame di rimanersene in cella anziché partecipare al sopralluogo, così anche domani, molto probabilmente, gli sarà consentito di non apparire agli occhi di sua figlia in veste di imputato. Ma ritorniamo al sopralluogo. A ragionarci sopra, dato che il Verdirame si proclama estraneo al delitto, quali chiarimenti avrebbe potuto dare, quest'oggi, agli uomini che stanno ricercando le prove contro di lui? Nessuna, evidentemente. E tuttavia, si è visto subito che l'assenza del Verdirame ha privato l'operazione giudiziaria del suo protagonista più attento e più interessato. Tanto per incominciare, giunti in una collina — località Oliva Gessi — la Corte ha infilato una strada sbagliata. Cosi almeno sosteneva Matelda Verdirame, che, discesa dalla macchina, commentava « Macché, non è mica questa la strada... Mio marito ha parlato chiaro nel suo interrogatorio. Non è qui che è venuto per ammirare il paesaggio il 30 luglio». Perché 11 30 luglio 1960 — due giorni prima del delitto — il dott. Verdirame, in viaggio da Varese per raggiungere la famiglia ad Arma, passò per queste parti, si fermò a Fumo per comperare salami caserecci, a Casteggio per far provvista di pane che sua moglie gradiva molto, e infine si dilettò di fermarsi su queste colline, col binocolo, per scru tare le vallate sottostanti. «Chi conosce mio marito — diceva ancora la signora Verdirame — sa bene che questa è una sua abitudine, di fermarsi spesso ad ammirare il paesaggio e di scegliere sempre i punti d'osservazione dominanti » Comunque, ad un certo momento, la Corte si viene a trovare sopra un cocuzzolo che, a cielo sereno, con la buona stagione, deve essere apparso osservatorio tra i più indicati, per un buongustaio del paesag gio. Il corteo delle macchine si arresta. Scendono tutti. A piedi ci si incammina lungo un viottolo, ci si inoltra per 1 vigneti rossi e gialli. D'un tratto si vede l'avvocato di parte civile Pedrazzini con il dito in aria, puntato in direzione di qualche cosa nella vallata sottostante. « Ecco, laggiù, si scorgo il tetto della Villa Sassone ». Giudici, avvocati, cancelliere, carabinieri, parti lese giornalisti, aguzzano la vista. Laggiù, diritto lungo la traiettoria indicata dall'indice dell'avv. Pedrazzini, non si vede nulla. Colpa della visibilità? In effetti c'è nebbia, fa freddo, il paesaggio sembra disegnato appena sopra una tavola di zinco. La Corte se ne ritorna alle auto, camminando lungo i sentieri tra i vigneti. Si riparte. Dopo poche centinaia di metri il corteo arriva davanti al cancello di Villa Sassone. La forza pubblica è di presidio intorno al recinto: allontanati 1 giornalisti e i curiosi, avanza no sul sentiero d'ingresso soltanto i giudici e le parti In causa. La villa è un po' fuori strada, 'nternata per una tren tina di metri, dentro il grem bo della collina. Tutt'intorno alla sua casa, il professore aveva fatto sorgere un piccolo parco, folto di pioppi, pini, larici. Circonfusa di vegetazione, la villa ha l'aria di essere appartata ancora più di quanto non sia. In realtà, non corrono più di cinquanta o sessanta metri in linea d'aria, tra le sette-otto case della frazione di Losana e i balconi (iella Villa Sassone. Dovevano, vicini, sentirla vivere, quella villa nascosta tra il fogliame: sentire le voci nelle stanze, litigi, il batter dei tappeti, l'au dio del televisore. Invece nulla. Dopo quelle urla, la notte dal 1» al 2 agosto 1960, nulla Finestre chiuse, vita spenta Il presidente della Corte, Odesolate le stanze: tutto è rimasto come allora, nel disordine in cui la villa fu lasciata dall'ultimo inquirente, che si chiuse la porta alle spalle e fissò i sigilli sui battenti (vi fu, a onor del vero, un mese dopo il delitto, la visita notturna d'un ladro, che infranse 1 sigilli, s'infilò nelle stanze e portò via trentasei paia di lenzuola e una macchina fotografica). Ci è stato poi riferito dagli avvocati, con raccapriccio, che si notano ancora orme sanguigne dappertutto; nel tratto dal salone al bagno vi sono tracce dello scempio compiuto suila povera Martinotti dall'assassino. La ragazza, esanime, fu trascinata evidentemente per i piedi, i suoi capelli insanguinati tracciarono come una lunga pennellata sul pavimento. La Corte si è trattenuta per oltre un'ora in quelle stanze. Poi, fatti i rilievi e verbalizzate le conclusioni, Presidente in testa, cancelliere con scartafacci sotto il braccio, giudici, carabinieri, avvocati sono usciti, hanno attraversato la strada e si sono recati ne.la casa abitata da Luigina Perotti, la maestra che udì — alle 2,30 di quella notte — l'urlo, il grido lancinante della donna sul punto di cadere assassinata. La casa di Luigina Perotti sorge accanto alla covata di case che si allineano dirimpetto all'abitazione del Carrera Uno dopo l'altro si sono visti affacciati alla finestra della stanza superiore il Presidente, il Pubblico Ministero, i giurati. Si potè effettivamente udire, quel grido? Oppure fu un sogno, soltanto un sogno? Non pare dubbio, ancne se l'esperimento non è stato fatto, non pare dubbio che il grido possa essere realmente stato udito dalla testimone Perotti. Ma un fatto è risultato chiaro dopo questa ispezione d'oggi, questo fatto è che Villa Sassone in effetti, ora per ora. giorno per giorno, dalle ii.'d dell'alba agli ultimi chiarori dello spettacolo televisivo, era sotto il raggio immediato dell'osservazione dei vicini, e que¬ La signora Matelda Verdirame durante il sopralluogo a Mornico (Telefoto} dorisio, e il cap. Raccioppo, esto rende ancor più sconcertante l'atteggiamento pavido dell'intera frazione, all'indomani del delitto. In una di queste poche case di Losana, chiuso nella sua stanza durante la visita della Corte d'Assise, c'era anche quel teste, Giovanni Perotti, che giorni fa rischiò di essere incriminato per certe sue reticenze che sembravano rascondere, addirittura, qualche oscura complicità. Il terzo tempo del sopralluo¬ ggsdcpuStdtlvlC11 r 1111 r 1111111111111 f i ) 11111 > 11 r 111111111111 m 111111 n 111 ■ il 11 pazzo che h escono dalla villa del delitto go è stato dedicato alla ricognizione lungo la via di accesso a Losana e sul percorso della famosa sfida podistica di cui si è tanto parlato nelle passate udienze. A poco più di un centinaio di metri da Villa Sassone i giudici hanno sostato davanti al viottolo che adduce ad una cava abbandonata. Fu qui che, la notte fra l'uno e il due agosto, fu vista in sosta un'automobile, della quale i testimoni Cevini, Vigo e Bardone non po¬ trtlsinpdduu—al 11111m1111 h i j ) li 111m1111111 r 11 j 11 t 1111 r ti ! i i i e 11 ! 1119 a sterminato la dopo il sopralluogo (Tel.) terono distinguere né il colo re né le cifre di targa. La not te, è proprio la notte del delitto, proprio in quell'ora l'assassino era in agguato dietro il recinto della villa. Lasciata Losana, l'autocolonna ha ricalcato le orme del podista Luciano Barberini e dei suoi suiveurs, nella notte della sfida, 21-22 luglio 1960. Fu un caso quasi paradossale: un uomo che meditava l'assassinio — così assume l'accusa — si aggirava sulla collina che so 1 m i e t 11 r 11 h 1111111111 ! f 11 m 111 r 11 n i f m m i m i r i r 11 p 111 famiglia è rius vrasta Villa Sassone, quasi fiutando la preda. Ciò, nell'ora più buia della notte, nella più sperduta fra le stradicciole della collina pavese, una carrareccia che sale, tra buche ciottoli e polvere, sopra un deserto cocuzzolo. Questa è la località < sfogliata». E proprio qui, su per queste salite, in quella notte, in quell'ora, un paese intero a cavallo di motociclette, in automobile, in velocipedi, con il parroco e il medico in testa, si era dato appuntamento per seguire il podista Barberini che sfidava il podista Giauro. Sicché, quando il ricordo della grande sfida paesana fu svanito, rimase nella memoria dell'intera Mornico quella macchina, con quella targa, sorpresa sulle rampe, al volante non si sa chi, che intendeva fere non si sa bene che cosa. La Corte d'Assise passa davanti alla casa della sarta che per due volte, affacciata alla finestra, vide anche lei quella macchina e notò il guidatore stempiato, bel giovane, aito, magro. Poche centinaia di metri più avanti ecco il viottolo in cui si andò a cacciare la 1100-103. Il pilota vide con apprensione tutta quella ■ sarabanda di macchine in festa che si avvicinavano strepitando Egli aveva scelto per meta della sua misteriosa escursione notturna un luogo solitario. I testi hanno narrato di aver visto un uomo armeggiare con una pila, accovacciato davanti alle ruote anteriori della sua vettura, quasi cercasse di ri parare un guasto. La Corte prende nota del sito. Non c'è dubbio. Il luogo è solitario, in cima ad una bella collina. Posizione panoramicamente per fetta, non fosse per la foschia grigia che opprime la visuale. C'è una radura, un sentiero che scende a valle, ma s'interrompe dopo breve tratto. Di lì, a rompicollo, per 1 vigneti, in pochi salti si è sul tetto di Villa Sassone. Gif5 Ghirotti h i m p 11 m < m > 111 m m i m m u 111: i > p i [ m 1111 f 11 t r 1111 ; 11111 cito a fuggire?

Luoghi citati: Casteggio, Mornico, Mornico Losana, Oliva Gessi, Pavia, Svizzera, Varese