Torino, Milano e Genova chiedono maggiori poteri netta lotta alle frodi

Torino, Milano e Genova chiedono maggiori poteri netta lotta alle frodi Torino, Milano e Genova chiedono maggiori poteri netta lotta alle frodi Il nostro Comune dispone soltanto di 22 agenti per i controlli, mentre gli altri due ne hanno 60 ciascuno - I quattro punti per un'azione coordinata Ha avuto luogo ieri pomeriggio a Palazzo Civico il convegno antifrode del triangolo industriale. Con il prof. Jona, che lo aveva promosso, erano presenti l'assessore all'igiene di Milano, dott. Beltramini, di Genova, dottoressa Pedemonte e gli ufficiali sanitari. La riunione aveva lo scopo di coordinare l'azione dei grandi comuni nel settore della disciplina alimentare. « / controlli finora effettuati — dice il comunicato emesso alla fine della seduta — hanno permesso di constatare che per la massima parte le infrazioni presentano Vaspelto della frode commerciale, mentre i riflessi igienico-samtari sono e continueranno ad essere oggetto di attenta vigilanza da parte dei competenti servizi ». Durante l'incontro, che è durato circa quattro ore, gli assessori hanno esposto la situazione esistente nelle loro città. E' apparso chiaro che le forze antifrode sono a Torino più scarse che altrove; la nostra citta dispone di 14 delegati sanitari e 8 addetti alla polizia veterinaria. E' vero che dovrebbero diventare, secondo l'organico, rispettivamente 40 e 22 e che ora sono già aumentati di 6 unità. Ma è vero anche che Milano ne ha complessivamente 60. e 60 ne ha anche Genova, che è molto più piccola. Il .prof. Jona non ha nascosto questa insufficienza di Torino e ha espresso dubbi, del resto condivisi dalla dottoressa Beltramini, sulla possibilità di istituire dei laboratori comunali di analisi: «Con gli stipendi che ricevono dall'industria, quali chimici sarebbero disposti a venire a lavorare per noi? ». Pare d'altra parte, che l'Iniziativa del «laboratorio volante » avanzata dal dott. Beltramini non riesca ad andare a buon fine, < per l'ingiustificata opposizione del medico provinciale — egli ha detto — e per la cecità dell'Unione commercianti di Milano ». A Torino Invece, ha osservato il prof. Jona, « i commercianti sono lieti di poter collaborare con la nostra azione antifrode, anzi, t'auspicano e la sollecitano*. Al termine del convegno i punti essenziali dell'azione antifrode sono stati così riassunti: 1) Necessità di ottenere un emendamento della legge 30 apri- le 1962, nel senso che i comuni i quali dispongono delle necessarie attrezzature tecniche, non vedano la loro attività limitata all'obbligo del prelievo dei campioni, « ma siano in grado di agire tempestivamente ». 2) Necessità di un potenziamento organizzativo e tecnico dei servizi di vigilanza. Il corpo dei vigili sanitari, secondo le proposte del dott. Beltramini, dovrebbe essere articolato cosi: ogni gruppo di dieci (tutti muniti almeno della licenza media), un diplomato in agraria: al vertice, due laureati in agraria e chimica. 3) Necessità di potenziare i laboratori provinciali d' Igiene, con attrezzature e personale qualificato, istituendo in ciascuno di essi, come la legge prevede e autor;zza, una sezione destinata all'esclusivo servizio della città capoluogo. 4) Necessità di mantenere un collegamento fra le tre città, sul piano sia operativo che informativo. A testimoniare sull'utilità di questa azione coordinata, sta un esempio recente: con un'operazione congiunta Milano-Genova è stato possibile scoprire un traffico di latte in polvere, proveniente dalla Francia, destinato a ditte italiane di dolciumi e formaggi. La prossima riunione an-tifrode avrà luogo a Milano, 7 novembre. il

Persone citate: Beltramini