Dinamite a Bolzano lungo un elettrodotto

Dinamite a Bolzano lungo un elettrodotto Un attentate» dopo un lungo periodo di tranquillità Dinamite a Bolzano lungo un elettrodotto Tre cariche sono esplose abbattendo un traliccio e interrompendo la linea - Una quarta non è scoppiata - Il materiale veniva dall'Austria (Dal nostro corrispondente) Bolzano, 16 ottobre. Stamane alle 5,40, tre cari che di plastico d'un chilo eia scuna, poste al piedi del montante di un traliccio dell'alta tensione, in località San Giorgio alla periferia della città, hanno determinato il crollo della torre metallica e l'interruzione della corrente di un elettrodotto della « Società Trentina». Una quarta carica, in seguito al difettoso funzionamento del congegno di innesco, è rimasta inesplosa. La potente deflagrazione ha fatto letteralmente « volare > il traliccio che, tra violentissime scariche elettriche, è precipitato in un burrone, rimanendo sospeso nel vuoto, trattenuto dai fili dell'elettrodotto. Lo spostamento d'aria ha mandato in frantumi i vetri di un «maso» di proprietà della famiglia Gasser, distante un centinaio di metri dal luogo dell'attentato, mentre l'eco dell'esplosione, potentissima, ha destato di soprassalto numerosi abitanti della zona alta della città. Sul posto sono accorse immediatamente pattuglie di ca-jg rabinieri, della questura e militari in servizio di vigilanza presso la vicina centrale idroelettrica Sant'Antonio, che hanno effettuato un sopralluogo, provvedendo a fare brillare sul posto la carica rimasta inesplosa. Le ricerche hanno portato alla scoperta della carta da imballo della dinamite, che recava chiaramente la scritta «Made in Austria», la data di fabbricazione (12 febbraio 1962) e il nome dello stabilimento (Werke St. Lambrecht). I danni provocati dal nuovo attentato sono sensibili. L'interruzione dell'elettrodotto a 220.000 volt ha determinato infatti l'arresto di una fabbrica di cartoni a Lana d'Adige e l'interruzione del traffico ferroviario lungo la linea secondaria Bolzano - Caldaro, con grave disagio per i numerosi viaggiatori. Evidentemente i terroristi avevano accuratamente studiato il piano di esecuzione dell'atto criminoso scegliendo un traliccio già oggetto di altro attentato nell'estate 1961, poco vigilato dalle squadre antisabotaggio per l'inaccessibilità della zona e situato in una posizione tale da richiedere parecchio lavoro prima del suo ripristino. II nuovo attentato conferma purtroppo il timore che l'attività terroristica in Alto Adige sia da considerare tutt'altro che esaurita per l'opera ostinata di alcuni estremisti. Questi evidentemente hanno interesse a guastare la serena atmosfera di attesa che regna alla vigilia della conclusione dei lavori della Commissione dei 19, la quale dovrebbe riprendere le sue sedute fra due giorni. Il preannunciato incontro di Salisburgo per la ripresa delle trattative fra Italia e Austria sulla questione altoatesina, non andrà a genio agli ambienti estremisti di Innsbruck, che non hanno mai rinunciato ad una soluzione radicale cel problema ed insistono nella richiesta di autodecisione per i cittadini di lingua tedesca dell'Alto Adige. Un'altra circostanza che fa temere in una recrudescenza dell'attività dei terroristi è costituita dal fermo, operato l'altro ieri, nei confronti di un contadino della valle Aurina, Franz Hofer, di 49 anni, da San Giacomo di valle Aurina. L'Hofer era stato sorpreso da una pattuglia di finanzieri mentre tentava di raggiungere il fondo valle attraverso un sentiero poco battuto, dopo avere attraversato clandestinamente il confine italo-austriaco. Nel sacco da montagna che il montanaro recava sulle spalle 1 militi hanno rinvenuto, smontato, un fucile c Mauser » nuovo di zecca. Sull'episodio non è stato possibile apprendere nulla di preciso, ma non è da escludersi che l'arma fosse destinata ad arricchire depositi di armi già esistenti in provincia di Bolzano e destinate ai fantomatici « combattenti sud-tirolesi della libertà >, i quali, secondo le intenzioni dei più fanatici oltranzisti del Tirolo, dovreb bero entrare in azione quando scoccherà « l'ora X ». Questa mattina Ludwig Neu ner, un cittadino tedesco residente a Mittenwald, che fu fermato al Brennero un mese fa insieme a tre dinamitardi altoatesini che tentavano di penetrare in Italia con documenti falsi, è stato posto in libertà dopo tre settimane di detenzione. Il Neuner, dopo le formalità espletate all'ufficio della questura, è stato accompagnato al confine del Brennero. Il cittadino tedesco si era presentato alla frontiera del Brennero alla guida di una Dkw con a bordo tre altoatesini: Josef Verdofer, 34 anni, autore di un attentato dinamitardo allo Stelvio; Anton Waid, di 22 anni, da Termeno e Arnold Di Biasi, 21 anni, da Cortaccia. VivcvdvtzCLsvtddd1tmflucgmpmstmunilssii(bcil'ae tisilePhlacodeloCticherIlchditazi■ IIe. p. (sttuispelecudolucoMTSasetedadudaspcopustcotaracavadeanmplisblmcoL'mdiercastzidoangitrtasasi sptalededocechl'ico n Il traliccio dell'alta tensione abbattuto dai dinamitardi Giorgio (Telefoto) ni fiiiriitniitii in iiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiifiiiiiiritiiiiiiriiiiiifiiiiiiifi 111 ■■■ ■iiiiiiiililttll»ltlflillll>*ltlllflllll)llllflllllilllllflllllllllllllfl

Persone citate: Anton Waid, Arnold Di Biasi, Franz Hofer, Hofer, Josef Verdofer, Mauser, Neuner