Macellaio e la moglie su un camioncino stritolati contro il pilastro dei portici

Macellaio e la moglie su un camioncino stritolati contro il pilastro dei portici All'alba, sotto la pioggia: in via Cernaia angolo eorso G. Ferraris Macellaio e la moglie su un camioncino stritolati contro il pilastro dei portici Lasciano cinque figli - Andavano ad aprire il negozio in via Bertola - Percorrevano via Cernaia ed avevano la precedenza assoluta, ma un camion proveniente da corso G. Ferraris ha ignorato i segnali - La Balilla sospinta per 30 metri e schiacciata contro lo spigolo della casa - I corpi dei due coniugi orrendamente straziati tra i rottami: una giornalaia li ha coperti con vecchie riviste - Per scolparsi l'investitore aveva dato in un primo tempo una versione diversa dell'incidente Un furgoncino è stato stri-;qtolato da un camion, ieri mattina prima dell'alba, contro il pilastro dei portici di via Cernaia all'angolo con corso Siccardi. Dentro c'erano il macellaio Domenico Tosco, 42 anni, e la moglie Teresa Rubatto, 36 anni: i loro corpi straziati sono stati trovati in mezzo ai pezzi informi di lamiera, fra il cofano dell'autocarro e il pilastro. Erano rimasti uccisi sul colpo, mentre stavano recandosi al lavoro, nella macelleria di via Bertola 6: una delle più note ed avviate del centro, con una vasta clientela che conosceva bene sia il Tosco, ogni mattina dietro il banco con il camice bianco, sia la moglie che veniva ad aiutarlo di sabato, il giorno di maggior lavoro. Erano partiti, come al solito, alle 5,30 dal loro alloggio in via Clemente 6 ed avevano preso la strada consueta: porta Sua e via Cernaia, sulla loro vecchia « Balilla > trasformata in furgoncino. Era ancora buio, la pioggia cadeva fitta e insistente sulle strade deserte. A velocità moderata, il furgone è giunto al crocicchio che via Cernaia forma con corso Galileo Ferraris a destra e corso Siccardi a sinistra. Sull'aiuola di corso Siccardi, c'è un'edicola: la giornalaia Mar.a Brucoli in Rossettini, 58 anni, sta aprendola. « Ho sentito uno schianto pauroso — racconterà più tardi — e un istante dopo un secondo colpo, ancora più tremendo, che ha fatto tremare 11 chiosco ». La donna corre all'aperto, sotto la pioggia: vede un camion, un < Leoncino > della segheria Luigi Moro, carico di assi, contro il pilastro dei portici, davanti al caffè Florio. L'autista sta scendendo con le mani nei capelli. Sulle prime la giornalaia non si rende conto che la massa informe davanti al camion è un altro automezzo, fracassato e distrutto. Né se ne accorgono gli inservienti di un camion della < Satti > che sopraggiunge pochi istanti dopo. Poi, si fermano una vettura tranviaria della linea 19, un pullman, un camion della ditta Ambrosetti. Ora si è riunita una quindicina di persone, * : ii>1111111111 ri 1111111111111111111111ii ( ! 111111 ! i m111 » 11 qualcuno comincia a capire quel che è accaduto, si avvicina al pilastro. Tra i rottami del furgone, si intravvede un corpo senza vita e tutti, febbrilmente, cercano di spostare il < Leoncino ». Ma non si riesce a smuoverlo, finché non viene agganciato con una fune al camion della ditta Ambrosetti, che lo spo sta di qualche metro prima che il cavo si spezzi. Solo allora si scopre anche il secondo corpo: entrambi sono irriconoscibili, qualsiasi tentativo di soccorso appare inutile. Sconvolta, la giornalaia prende un pacco di vecchie riviste e i poveri resti vengono pietosamente coperti di carta, che la pioggia inzuppa a poco a poco. Il camionista, Luigi Bracci, 28 anni, di Pesaro, abitante in via Oberdan 148, sembra impietrito. Agli agenti della polizia stradale dà risposte confuse: c II furgoncino — tenta di far credere — veniva cr trnmano da corso Siccardi ». Ma la .sua responsabilità appare subito chiara: la «Balilla» si 111111>11:111111 r i ; > ; ! 1111111111111i111111111 l 111 l i ] ! is trovava in via Cernaia, che hadiritto di precedenza, quando il camion è sbucato alla sua destra da corso Galileo Ferraris, ad almeno cinquanta chilometri orari. Il Bracci ha ignorato tre segnali che dovevano consigliargli prudenza: la fine del diritto di precedenza sul corso, cinquanta metri prima dell'incrocio; il semaforo a luce gialla intermittente e, inane, il triangolo bianco bordato di rosso che impone di lasciare priorità assoluta al traffico di via Cernaia. « Avevo la parte sinistra del parabrezza — ammette più tar- tiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii i di il giovane imperlata di gocce di pioggia, e solo all'ultimo istante ho visto il furgone. Ho subito schiacciato il freno >. Ma è peggio: a quella velocità, le ruote slittano sui lastroni di pietra bagnati come sul ghiaccio Privo ormai di controllo, l'autocarro si avventa sul furgone, lo centra fra la cabina e il cassone, lo sospinge davanti a sé per 32 metri, attraverso tutta via Cernaia, diagonalmente. Finché il massiccio pilastro del portico arresta la tragica corsa. A casa di Domenico Tosco, jla notizia è giunta tre ore do¬ prLshIncmMi niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiniii po. Con i suoi cinque Agli, era rimasta la nonna, di 66 anni. Le è stato detto solo che c'era stato un incidente. Più tardi ha appreso la tremenda verità. I figli minori, Carla di 13 anni, iscritta alla terza commerciale della scuola Boselli; Marisa, di 11, scolara della prima media alla < Pascoli >, con Giuseppe di tre anni e mezzo e Mariangela di uno, la ignorano ancora. Solo la maggiore, Felicita di 15 anni, che frequenta il secondo corso di lingue all'Istituto Filologico, sa che non vedrà mai più i genitori. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiin Il camioncino stritolato dall'autocarro; contro il pilastro mani pietose hanno coperto i miseri resti delle vittime, Teresa e Domenico Tosco camionista Luigi Bracci

Luoghi citati: Pesaro