Congiuntura in Occidente di Ferdinando Di Fenizio

Congiuntura in Occidente Congiuntura in Occidente La situazione economica dell'Occidente non è purtroppo oggi altrettanto florida, come mesi fa. Negli Stati Uniti d'America il reddito nazionale lordo aumenta ora in misura del 2 % l'anno, mentre nel '61 si accrebbe del 6 %. La disoccupazione americana ha raggiunto più alti livelli, abbandonando la percentuale del 4 % rispetto alla forza di lavoro globale, per avvicinarsi ad un 5,50 %. L'indice della produzione industriale sembra stabilizzato a quota 120 ed i progressi sono trascurabili. Anche nelF ambito del Mercato comune europeo, la situazione economica non è rosea. Germania e Francia manifestano un progresso economico inferiore a quello degli scorsi anni. Qualche fenomeno recessivo si manifesta, addirittura, nel Benelux. La disoccupazione è ancora a livelli minimi, ma la produttività, nel suo andamento, ristagna per l'aumento dei giorni non lavorati. La Comunità europea assiste, in particolar modo, ad un minore incremento delle sue vendite all'estero, in relazione del resto all'andamento del commercio mondiale. Quivi (ragionando in termini di volume), ci si trova di fronte a una evidente riduzione nella velocità di espansione Gli scambi mondiali sono aumentati dell'8 % nel '59, dell'll % nel '60 ed infine del 5 % soltanto nel '61. Taluni allungano la serie, stimando l'incremento nel volume degli scambi mon diali durante il '62 a un 4 % al massimo. * * Come procede la congiuntura italiana, in queste circostanze ? Comparativamente abbastanza bene, quantunque taluni segni di rallentamento si manifestino anche da noi. Badiamo alla formazione del reddito nazionale lordo. Il raccolto granario fu l'unico, fra le produzioni agricole, decisamente favorevole: esso, nel '62, fu stimato a 95 milioni di q., con un incremento del 14 % rispetto al '61. Ma il granoturco, le barbabietole e, più recentemente, la vite hanno risentito di una eccezionale siccità, come del resto la produzione foraggera. I competenti anzi valutano la contrazione, in quest'ultimo campo, ad un 10-12 % rispetto al '61 e si soffermano sulle sue ripercussioni per l'allevamento del bestiame. Il volume della produzione agraria, in senso lato, è valutato all'I % in meno dello scorso anno; vuoto che, ragionando sul valore di quella produzione, sarà colmato dall'aumento dei prezzi. E passiamo all'industria. Questa, nei primi sette mesi dell'anno, ha segnato un progresso rispetto al '61 ben superiore a quello verificatosi in altri paesi del Mec. L'incremento fu di un 9 % circa (in Germania si aggira sul 7 %). Si manifestò, tuttavia, in modo assai difforme, a seconda si tratti di beni di consumo oppure di beni strumentali. Gli incrementi più marcati riguardano quest'anno i beni di consumo: proprio il contrario di quanto suole avvenire durante le fasi di espansione. Le prospettive per un futuro a breve scadenza restano incerte, come confermano i sondaggi di opinione. Anche l'industria edilizia e le costruzioni di opere pubbliche hanno segnato, durante i primi mesi del '62, un'attività meno intensa. Nel giugno, l'indice relativo ai vani costruiti era inferiore del 14% a quello del giugno '61; durante l'estate, si ebbe qua e là qualche ripresa, ma non tale da colmare i vuoti già manifestati. Se si eccettua l'attività delle banche, alquanto più modesta che nel '61, le industrie terziarie non mostrano flessioni : ancora sostenute, quest'anno, da un turismo straniero in notevole progresso. Né i traffici hanno dato sostanziali segni di rallentamento. Ne segue, tirando le somme: se pure il nostro reddito nazionale lordo non si accrescerà, durante il '62, come si accrebbe nel '61, esso aumenterà tuttavia ad un tasso non molto lontano dauneaeraadu'gn1zppsncflddppppscddq un 5,5-6%, che resta elevato nell'ambito della Comunità economica europea. Merito, infine, delle nostre autorità monetarie (Tesoro e Banca d'Italia) l'essere riuscite, negli ultimi mesi, a frenare una pericolosa ascesa dei prezzi. L'indice dei prezzi in grosso (1953 uguale 100), che nell'aprile '62 era 101,7 e che nel giugno toccò quota 102, è tornato nell'agosto a quota 101,6. Fenomeno abbastanza incoraggiante, anche se prosegue l'ascesa (a passo più corto) dei prezzi al consumo. Non resta che continuare in questa politica. * * Qualcuno, però, già ora si chiede che mai converrebbe fare, ove sull'Occidente calasse non soltanto un periodo di minor progresso, ma di stasi oppure di vera e propria recessione. Orbene — prima regola — non si deve perdere la testa. Il settore pubblico, in ogni moderno sistema economico di mercato, è ormai ampio: quivi dunque si può agire espandendo la domanda globale, qualora nell'ambito del settore privato consumi e investimenti giustificassero timori di flessioni. Ma — seconda regola — satustrie lesarigmopsotidpptagnppcoredsdmleappcncnqoaniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii sarebbe soprattutto opportuno, nella eventualità di stasi, non ripetere gli errori purtroppo già commessi e scontati nel ventennio fra le due guerre. Grave errore sarebbe, in quella ipotetica ricorrenza, attenuare o sciogliere le integrazioni economiche che oggi esistono ed operano favorevolmente: la sola via per abbreviare eventi recessivi, in una economia di mercato, si ritrova proprio procedendo in senso opposto. Quanto a dire : affrettando i tempi relativi all'ingresso della Gran Bretagna nel Mercato comune europeo; consolidando ed ampliando i legami economici con gli Stati Uniti ; rinvigorendo gli scambi di merci, di uomini, di capitali. Per questa via il progresso tecnico, oggi rapido, si diffonde. Le economie dimensionali, che riguardano le imprese, permettono un abbassamento dei costi e dei prezzi attraverso lo sviluppo della produzione. La concorrenza ravviva la diffusione rapida dei benefici così conseguiti a tutta la comunità sociale. Andando in questa direzione, ben presto ogni fenomeno recessivo è attenuato e scompare. Ferdinando di Fenizio iiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiii«iiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Luoghi citati: Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Stati Uniti D'america