Diecimila fiaccole nella notte romana Il Papa si affaccia e parla con la folla di Filippo Pucci

Diecimila fiaccole nella notte romana Il Papa si affaccia e parla con la folla Diecimila fiaccole nella notte romana Il Papa si affaccia e parla con la folla « Continuiamo a volerci bene » - Nemmeno il Pontefice sa quando finirà il Concilio, forse per Natale, forse Tanno prossimo (Dal nostro corrispondente) Città del Vaticano, 11 ottobre. Il Concilio Vaticano II potrà finire prima di Natale oppure proseguire nel prossimo anno. Il Papa ha detto questa sera di non saper precisare nulla al riguardo; ha fatto questa confidenza a 150 mila persone, dalla finestra del suo studio, ove è apparso alle 19,15 per ammirare lo spettacolo della « fiaccolata » organizzata in onore dei « Padri conciliari » dalla presidenza dell'Azione Cattolica Italiana. Partendo da tre punti diversi di Roma la manifestazione serotina ha fatto confluire diecimila fiaccole in piazza San Pietro, creandovi un mare di luce intorno al quale nereggiava fitta la folla fino a Castel S. Angelo, la cui sagoma si stagliava netta tra le tre molanti fiammelle delle tradizionali lanternine ad olio romane. Nella intensa prima giornata del Concilio è stata la espressione popolare più vivace e suggestiva. Il Papa, che già si era mostrato alla finestra dello studio poco prima delle 14, per benedire alcune migliaia di persone, ne ha subito compreso il valore e si è lasciato andare a bonarie considerazioni, improvvisandole, come gli venivano alle labbra. Ha indicato alla folla la luna splendente nel cielo, « anch'essa si è affacciata » ha detto, al termine di « una grande giornata di pace e gloria a Dio*. Il Pontefice era pienamente soddisfatto e le sue parole lo rivelavano ad ogni passo. « Continuiamo a volerci bene », « guardiamoci l'un \l'altro per cogliere quello che ■ci unisce, tralasciando ciò che I divide », « tornando a casa fate una carezza ai vostri bambini e dite loro che è la carezza del Papa », sono tutte espressioni sue e hanno rappresentato il filo conduttore del suo discorso. Si dice oggi, e lo riporta il settimanale Vita, che Giovanni XXIII abbia intenzione di recarsi alla fine di novembre a Montecassino (qualche altra voce parla anche di Pompei) per consacrarvi la nuova chiesa, e die questo rappresenterebbe l'ultimo suo viaggio « via terra »; giacché uno successivo a Bergamo, al paese natio di Sotto il Monte, a Milano e a Venezia si compirebbe in aereo L'indiscrezione viene riferita senza che gli si dia particolare peso. Ormai il Papa ha abituato tutti a tutto e l'atmosfera conciliare si è impadronita completamente di Roma e del Vaticano, accantonando ogni altra cosa. Davanti alla Basilica vaticana, aperta per due ore nel pomeriggio tra le 15 e le 17, hanno fatto la fila turisti e romani, curiosi di vedere da ricino l'aula che al mattino, attraverso il video, era loro apparsa gremita di cardinali e vescovi. Ma file ancora più folte si so>io avute agli uffici postali vaticani in piazza-San Pietro e a quello centrale all'interno del Vaticano: pazientemente gli appassionati di filatelica si sono assoggettati a questo sacrificio per fare apporre lo speciale annullo del primo giorno di Concilio a lettere e cartoline. Nessuno è riuscito a stabilire il numero esatto dei * Padri conciliari*. Due cerimonieri pontifici >>anno tentato di procedere al conteggio nel momento in cui essi entravano in San Pietro per il rito del mattino, ma vi hanno presto rinunciato giacché la processione ha dato luogo, più di una volta, a ingorghi, specie al portone centrale del tempio, per la pratica impossibilità di imprimerle un'andatura costante. Ciò anche se una trentina di arcivescovi e vescovi più vecchi e malandati, com- I preso il centenario 7>ions. Al\fonso Carinci, sono stati di\spensati dal prendere parte al ìcorteo e autorizzati a raggiun\gere direttamente la Basilica. Il vicario apostolico di Bangkok, il francese mons. Chorin, ha accusato un malessere ed è stato l'unico « Padre » che ha dovuto rinunciare a partecipare alla cerimonia fra quanti erano intervenuti. Il discorso che Giovanni XXI11 rivolgerà domani mattina ai componenti le ottantacinque missioni straordinarie inviate a Roma da governi ed enti internazionali, è stato al centro di una disattenzione frettolosamente riparata nel giro di mezz'ora. Era stato stabilito che mentre il Papa parlava, il testo della sua allocuzione, debitamente tradotto dal latino nelle varie lingue, venisse distribuito fra la folla, i giornalisti, le personalità presenti. E così è stato fatto. 1 fogli ciclostilati hanno cominciato a circolare, ma ci si è accorti a un certo punto che gli incaricati della distribuzione avevano dissigillato un pacco invece che un altro. Si staffi distribuendo in breve non il testo dell'allocuzione latina, ma quello del discorso che il Papa ha scritto per l'udienza di domani alle missioni straniere. E così i responsabili si sono dovuti sobbarcare al non facile compito di ritirare tutti i fogli fino ad allora distribuiti chiedendone la restituzione a quanti ne erano venuti in possesso. La Basìlica di San Pietro è sempre sottoposta a rigorosi controlli che si ripetono più volte al giorno. I Conciliari si sono raccolti a partire dalle 8,30, ma esattamente tre ore prima una ventina di gendarmi pontifici aveva ispezionato meticolosamente i seggi, le nicchie, le varie cappelle, il trono papale, per accertare che non vi si nascondesse qualche minaccia. Una novità dell'ultimo momento è. stata la partecipazione alla cerimonia inaugurale del Vaticano II di due osservatori tra gli altri ventotto già precedentemente inviati a Roma da quindici diverse denominazioni cristiane acattoli¬ che appartenenti alla « Chiesa di Russia oltre i confini*. Si tratta del vescovo Antonio di Ginevra e dell'arciprete Igor Trojanoff, direttore della Chiesa russa di Losanna e Vevey. Per quanto riguarda l'invio di due osservatori della Chiesa ortodossa russa di Mosca, i reverendi Vitali Borovoj e Wladimir Kotliarov, gli ambienti vaticani fino al tardo pomeriggio dichiaravano di non avere avuto comunicazione di sorta, forse per evitare la delicata incombenza di un commento affrettato. Ambienti ortodossi di Roma, richiesti telefonicamente d'un giudizio, hanno seccamente risposto troncando la comunicazione: «Noi siamo bianchi.'*. La presenza di esponenti dell'ortodossia al Vaticano II è fatto storicamente importante, giacché da secoli un contatto del genere non avveniva più, sia pure in forma di pura cortesia. Filippo Pucci

Persone citate: Carinci, Concilio, Giovanni Xxi11, Giovanni Xxiii, Tanno, Wladimir Kotliarov