«La cuccagna»: una satira dell'Italia del «miracolo»

«La cuccagna»: una satira dell'Italia del «miracolo» SULLO SCHERMO «La cuccagna»: una satira dell'Italia del «miracolo» Altre prime'. «Operazione terrore» e «Un tipo lunatico» ' r (Cristallo) — La cuccagna è il quarto film di Luciano Salce, e fin dal titolo vuol essere un ritrattino satirico dell'Italia d'oggi, specialmente riguardata dall'angolo economico del così detto «miracolo ». Qui non v'è incomunicabilità, ma se mai il suo contrario: cento, mille mani si tendono alla bella diciottenne che « offresi » impiegata: il calore sociale di un Paese felicemente ammalato d'intraprendenza la avvolge e compenetra. Filo conduttore della satira. Rossella è una ragazza della piccola borghesia romana, che ambisce a uno stato indipendente non tanto per bisogno quanto per evadere dalla famiglia, una famiglia insieme regolare e scombinata che trova la sita pace soltanto guardando la televisione. L'ottenuto impiego in una copisteria, per quanto modesto, le basterebbe; se troppe e troppo più allettanti offerte non le fossero fatte da casuali conoscenti a cui la sua bellezza non riesce indifferente. Sotto la propulsione del gallismo s insieme del dulcamarismo ita liano, ella diventa una foglia sbattuta in qua e in là da una tempesta di vacue promesse per cui un giorno si ritrova « intervistatrice di inchieste di mercato », un altro « agente pubblicitaria », un altro < gio vane di studio » di un avvoca to senza clienti, un altro an cora modella di fotografie « ar tistiche » e così via, per una scala di giornaliere turlupinature in cui ci sono presentate altrettante facce della facilo neria nazionale, eccitata da una bella presenza femminile. Alla fine Rossella, che è già molto se ha salvato il suo onore in quei violenti zig-zag sente tanta malinconia da pensare di uccidersi, e sceglie per compagno dell'ultima avventai ra un onesto giovane di sini stra, che col farle sistematicampnte da guastafeste, le aveva in precedenza dimostra to la sua saggezza e il suo am^re. Che i due scelgano co me teatro del loro suicidio un campo di esercitazioni missili stiche dice già che il loro proposito non e serio, mentre il regista ne toglie opportunità per un facile gag "antimilitarista. In faccia alla morte, Rossella e il suo compagno sentono di voler bene alla vita e ci ritornano in tutta fretta per affrontarla amorosamente unit" Per quanto garbato e spesso divertente, La cuccagna si risolve in una serie di annotazioni e di macchiette, iti uno sfarfallio di spunti e di trovate, che ricondotti a un motivo troppo generico per far da pedale a tutti, impediscono al film di snodarsi; come invece si snodava, pur fra tanti scherzi, nella «Vogli? matta» dello stesso regista. Qui Salce si è fidato troppo dei suoi estri parziali di osservatore e moralista; e come avviene spesso agli antologisti di se medesimi, non ha saputo fare una scelta rigorosa degli episodi, alcuni dei quali riescono o di dubbio gusto (la famiglia di Rossella) o intenzionali e confusi (lo studio dell'avvocato); e anche : più azzeccati, come il fasullo industriale del Nord e il toccante epilogo, non riescono a far dimenticare il tritume da cui sorgono. Sono sempre da sconsigliare le satire effuse, senza un centro rabbioso. Oltre a questo, il regista si è un po' troppo scoperto nel suo impegno di «eccentricità», onde niente arcade a questa ragazza, o le gira intorno, che non sia legsermente tirato per i ca- pelli e opportunisticamente de-formato. Con queste restrizioni, su un piano notevolmente inferioreàlle pretese. La cuccagna è tut-tavia un filmetto asprigno epiacevole, che ha indovinato-Ira altre cose, la sua esordien- ie prntasonista Donatella Tur-ri, dalla non sprecata somi-glianza con Audrey Hepburn. li giovane cantautore Luigi Tenco, il vivace Umberto D'Or- sì, e in minime dosi Tognazz:e lo stesso Salce, riempiono inparte il mutevole sfondo ae\film sceneggiato dal regista ede. Luciano Vincenzoni (Vittoria) — Operazione terrore (* Experiment terror»), prodotto e diretto da Blake Eflwards, un regista sinora segnalatosi nel genere brillante (« Operazione sottoveste ». Colazione da Tiffany »), è un buon poliziesco commerciale, che riesce a tenere sospesi fino all'ultima inquadratura, quella in cui il criminale, motore della vicenda, viene finalmente acciuffato. Ma ce n'è voluto. Il delinquente, ''i cui la polizia e le vittime non conoscono altro che il respiro asmatico, ha preso di mira una giovane impiegata di banca che vuole sua complice in una rapina, minac. dandola, se ella rifiuta, di rifarsi sulla sorella di lei. La donna riesce a telefonare un tremante appello alla F.b.i.. che mette in moto la sua poderosa organizzazione. Ma il furfante è astuto, e sfugge a tutti gli agguati tranne che. all'ultimo. Glenn Ford è il puntuale segugio. Lee Remick la tremebonda eroina. J. p. (Boria) - Prodotto da Walt Disney, Un tipo lunatico («Moon Pilot») è una colorata satiretta in cui gli americani scherzano allegramente sui loro insuccessi spaziali. Alla vigilia di andare in orbita intorno alla Luna, il capitano Talbot s'imbatte durante una licenza in un enigmatico donnìno, ma quanto grazioso, che sembra sappia già tutto sulla sua missione. Eppure Lyrae — così si chiama l'affascinante ragazza — non e una spia, come perbreve tempo sospetta Talbote fermamente sostiene il con-trospionaggio, ma un'abitante di una lontana stella che vuo-i« „,„.,.-,,.„ i„ „„.„,ii„ ;i „„„: le mettere in guardia il capi-lano da certi pericoli del suoviaggio lunare. Ci riesce cosi bene che non solo il volo ha un esito felice, ma addirittura si trasforma in un vaggio di nozze spaziale verso il pianeta di Lyrae. Diretto con garbo da James Neilson, è un film lattemiele e tuttavia divertente e scacciapensieri, vice

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