Muoiono in tre intossicati in un pozzo

Muoiono in tre intossicati in un pozzo La cisterna dell'acqua si era saturata di esalazioni venefiche Muoiono in tre intossicati in un pozzo La tragedia in uno stabilimento di Recco - Le vittime sono operai, di 22, 32 e 37 anni - Gli ultimi due hanno perso la vita nel tentativo di salvare il compagno (Dal nostro corrispondente) Genova, 4 ottobre. Tre uomini sono morti asfissiati in un pozzo. La tragedia è accaduta stamane, alle 10,30, nel cortile dello stabilimento meccanico Ezio Sanguineti, a Recco. Le vittime sono Arsenio Cavalieri, di 32 anni, abitante a Recco, padre di due bimbi; Emanuele Tognial, di 22, da Lavagna, ed Elio Sanguineti," di 37, da Recco, sposato con un figlio. Il Sanguineti ha sostenuto una dura lotta con chi tentava di dissuaderlo dal scendere nel pozzo per attuare un estremo quanto inutile tentativo di soccorrere i due compagni. Un quarto operaio che era sceso nella cisterna, nel tentativo di prestare aiuto ai primi tre, è stato salvato per un puro caso: è l'operaio Vittorio Bianchi, di 47 anni. Lo stabilimento Sanguineti sorge sulla provinciale per Uscio, in via San Rocco 9. Al centro del cortile interno, una botola quadrata di 40 em. di lato copre un pozzo profondo una ventina di metri dal quale l'opifìcio estrae l'acqua per uso industriale. Stamane, ' verso le 10, il Cavalieri e il Tognial hanno installato presso la botola una pompa per prelevare l'acqua. Il motore è stato avviato, ma l'acqua ha tardato a uscire. Arsenio Cavalieri ha pensato di scendere in fondo al pozzo, come aveva fatto altre volte, per rendersi conto del guasto. La tragedia è iniziata così. Il Cavalieri è scomparso dentro la botola e ha cominciato a scendere in fretta, sostenendosi ai ferri infissi nella parete. Pochi secondi dopo, il Tognial ha avvertito un tonfo sordo e ha intuito che era accaduta una disgrazia. Allora ha chiamato un paio di volte il compagno, poi ha dato l'allarme e si è infilato anche lui nella botola. Mentre scendeva chiamava il Cavalieri quasi piangendo. All'improvviso si è udito un secondo tonfo e dalla cisterna non è più venuta alcuna voce. Gli operai accorsi attorno alla botola erano disperati. Uno di loro intuì che nel pozzo c'era l'insidia del gas. L'o- peraio Camillo Làgomarsino | aveva appena il tempo di gridare che telefonassero ai pompieri di S. Margherita e di Genova, quando vedeva farsi largo a spallate il capo magazziniere Sanguineti. Làgomarsino e Sanguineti sono due uomini robusti. L'operaio sapeva che chiunque si avventurasse nel pozzo senza una maschera era condannato. Lo ha gridato all'amico, ma Sanguineti non lo ha ascoltato. Allora Làgomarsino si è gettato su lui per immobilizzarlo. La lotta è stata breve e violenta e il Sanguineti è riuscito a sottrarsi alla presa del compagno. In mano al Làgomarsino sono rimasti i brandelli della camicia del capo magazziniere che si era già infilato nella botola. Pochi secondi ancora, e un terzo sordo tonfo ha chiuso la tragedia. Era poi la volta di Vittorio Bianchi a voler tentare. Si è legato una corda alia vita: l'altro capo è stato afferrato da dieci mani. L'operaio ha cominciato a scendere con cautela, chiamando i compagni. D'un tratto nel pozzo è tornato il silenzio. La corda s'è tesa. Febbrilmente, l'operaio svenuto è stato portato all'aria e sottoposto a respirazione artificiale. Poco dopo il proprietario dello stabilimento arrivava sul posto coi primi pompieri. L'allarme era stato dato in maniera errata e i vigili del fuoco non avevano preso l'attrezzatura idonea. Finalmente un giovane è accorso con un'attrezzatura da pescatore subacqueo. Il brigadiere Franzetti e il vigile del fuoco Severino Ferrazzino sono scesi nella cisterna per cercare le salme. Corde, torce, rampini, venivano collocati nella botola, Poi, uno dopo l'altro, i corpi dei tre uomini sono stati estratti. Nel cortile c'erano cinque medici, pronti a intervenire. Per più di un'ora si tentava l'impossibile con iniezioni e con la respirazione artificiale, ma tutto era ormai inutile. Nei polmoni dei tre non c'era una goccia d'acqua: erano stati uccisi da una bolla di metano o di anidride carbonica, scaturita non si sa da dove. E' stata aperta una inchiesta. n. b. soccorritori cercano di salvare i tre uomini con la l'espirazione artificiale (Telef.) I 11 MM f MI11 11 I [M MFIMIMMIIMIUHI!MITIHMI FMMTI rI 11 11 11 IH1111U11{MIT11! M11 il illl in IMIU111M M ! Ul 11U11MIt< IIIUM1IIIt! f U(If nTH ! IMIMUl TM11IUM M iri in

Luoghi citati: Genova, Lavagna, Uscio