Un artista che dirige un Paese emerso dal colonialismo alla libertà

Un artista che dirige un Paese emerso dal colonialismo alla libertà Un artista che dirige un Paese emerso dal colonialismo alla libertà (Nostro servizio particolare) Roma, 2 ottobre. Un significato morale che forse oltrepassa la precipua importanza dell' avvenimento, circonda la visita romana del presidente del Senegal, uno degli Stati africani che di recente si sono sollevati all'indipendenza. La luce limpidissima e dorata di questo splendido autunno- ha visto oggi Roma accogliere e salutare il presidente Leopold Sedar Senghor con tutto il fastoso cerimoniale che il protocollo riserva ad un capo di Stato, dall'accoglimento e saluto del Presidente della Repubblica e delle massime autorità dello Stato, agli onori militari con bandiere e musica, scorta di corazzieri e 21 salve di cannone. In un momento in cui le vicende del Mississippi hanno portato alla vittoria della legge sull'intolleranza razziale, il solenne e festoso saluto dei rappresentanti italiani al Presidente di uno Stato appena emerso alla libertà dall'ombra del colonialismo, è parso sancire in modo suggestivo la realtà di una evoluzione che cammina con la storia, l'emancipazione irreversibile delle genti di «colore ». Questo lieto significato prendeva un accento ancor più sensibile dalla persona del Presidente del Senegal; un uomo che sembra la prova vivente di una verità ancor troppo spesso misconosciuta; la verità che non vi sono barriere di stirpi o di genti alla elevazione ai più alti valori dell'intelligenza e delle espressioni spirituali. Leopold Sedar Senghor, è conosciuto non meno per le sue capacità di uomo politico e di statista, che per l'altezza del suo animo di poeta. La sua opera letteraria riunisce cinque volumi di poesie tradotte in numerose lingue La sua penna è sensibilissima, violenta e squisita, c Gazzella dalle giunture celesti, le perle sono stelle sulla notte della tua pelle », suona cosi un verso della lirica « Donna Negra » Quest'uomo che oggi siede alla suprema magistratura del suo Stato, è anche il cantore di quello che egli chiama «genio negro», 11 carattere profondo della sua razza. E' come se all'alba della sua emancipazione politica, il Senegal avesse chiamato a rappresentarlo la poesia. Il fatto di un capo di Stato che sia anche un artista è piuttosto raro negli annali politici; possono ricorrere i nomi del Magnifico, di Paderewsky, di Mao Tse-tung, forse di Churchill che da giovane parve inclinare all'arte del romanzo; ma si tratta di eccezioni, la professione del potere e la musa si sposano mal volentieri. Bisogna dire però che in questa visita di buona volontà e di avvicinamento tra il Senegal e l'Italia, la cultura e la sensibilità umanistica del presidente Leopold Sedar Senghor costituiscono un ausilio prezioso alla migliore comprensione tra i due Paesi. Il presidente Segni, nel suo saluto all'illustre ospite, ha detto significativamente: «Signor presidente, mi è profondamente gradito darle il benvenuto a nome della Nazione italiana, qui a Roma, centro di quella latinità di cui Ella è un cosi elevato e prestigioso cultore. Insieme alla sua risonanza di statista illuminato, è la sua alta fama di letterato e di poeta che si è diffusa tra noi... ». E bisogna dire che la mano e l'abitudine agli studi poetici il Presidente senegalese li ha fatti sentire nella sua risposta, che un po' si discosta dal linguaggio degli indirizzi di Stato «Se fossi venuto a Roma in veste di turista — egli ha detto rivolgendosi al presidente Segni — ricorrerei ai versi di Virgilio per le prime evocazioni di vita romana. Ma oggi sono venuto in visite di omaggio alla più antica creazione del mondo civile, madre di umanesimo, di una cultura che è anche appannaggio nostro. Voi siete romani, noi siamo latini... ». Un richiamo, quest'ultimo, tutto inteso in senso spirituale e culturale, e che per questo assume un valore più ampio. E' un pensiero originale del Presidente senegalese quello di affermare l'esistenza di un'Africa Latina che si sente partecipe, attraverso l'eredità del francese e della Chiesa cattolica, di quegli stessi valori ideali che risalgono alla comune radice della cultura europea Una veduta ampia, grazie alla quale egli ritiene che l'indipendenza del Senegal non deve significare opposizione, ma libera volontà a collaborare strettamente con l'Europa. Alfredo Todisco :iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiittiiiiiriiiiiiiiiiiii

Persone citate: Alfredo Todisco, Churchill, Donna Negra, Leopold Sedar, Mao, Senghor

Luoghi citati: Africa Latina, Europa, Italia, Roma, Virgilio