Gli industriali risieri decisi a rimanere lontani dai mercati

Gli industriali risieri decisi a rimanere lontani dai mercati Xessun accordo dalla riunione di Rama Gli industriali risieri decisi a rimanere lontani dai mercati Già da alcuni giorni hanno sospeso le contrattazioni - Vogliono una maggior libertà di movimento - Oggi altri incontri e colloqui a Vercelli (Nostro servizio particolare) Roma, 24 settembre. L'agitazione degli industriali risieri proseguirà a « tempo indeterminato >: fino a quando non verranno modificate le condizioni per l'acquisto del risone, la categoria si asterrà da qualsiasi contrattazione, differendo in tal modo l'inizio della campagna 1062-63, Questo orientamento, che dovrà essere confermato domani a Vercelli in una riunione cui 'parteciperanno i rappresentanti delle aziende risiere di tutta Italia, si è delineato chiaramente al termine di un lungo incontro svoltosi oggi alministero dell'A gricoltiira. Vi hanno partecipato il prof. Albertario, direttore generale per la tutela dei prodotti agricoli e. una delegazione del Comitato nazionale dell'industria ri siera. Nell'incontro non è stato possibile giungere ad una de finizione della controversia, conciliando le esigenze dei vari settori interessati 'al merca¬ to risiero, da quello industria le a quello agricolo. Il prof. Albertario ha assicurato il suo interessamento, riservandosi di far conoscere il parere del ministero entro la fine del corrente mese, dopo aver consultato tutte le parti in causa. Per il momento, però, ia situazione resta invariata. Gli industriali hanno avanzato varie proposte; in particolare hanno insistito su due di esse. La prima prevede la facoltà di riscuotere direttamente dagli agricoltori il < diritto di contratto », riferendolo all'ettarato: nello stesso tem po, dovrebbe essere stabilito un sprezzo minimo garantito per tutto il raccolto e si do vrebbe consentire l'ammasso obbligatorio per il 30 % del raccolto totale sul quale l'En te Risi potrebbe garantirsi il pagamento del diritto di con tratto La seconda proposta prevede — in riferimento alla decisione dell'Ente Risi di ridurre il diritto di contratto da L. 1.010 a L. 600 al quintale — la riscossione della somma per metà a carico degli industriali e per metà a carico dei risicoltori. Per permettere ai produttori di pagare i diritti di contratto, dovrebbe essere loro riconosciuto un corrispondente aumento del prezzo del risone. In tal modo, gli industriali ritengono che la frode lamentata nel settore possa essere quasi completamente eliminata. Questa formula varrebbe solo per la campagna 1962-63; per gli anni successivi sarebbe necessaria una più organica regolamentazione che elimini, fra l'altro, i numerosi controlli in atto. Delle due proposte, il prof. Albertario ha preso in maggiore considerazione quest'ultima, pur astenendosi da un parere definitivo. Gli industriali, inoltre, hanno espresso la loro ferma op posizione ad una circolare di ramata oggi dall'Ente Risi, con la quale vengono stabilite le norme per la esportazione del prodotto nel mese di ottobre; ed hanno lasciato Intendere il loro proposito di ricorrere contro di essa al Consiglio di Stato. Infatti, secondo gli industriali, la circolare prevede una disparità di trattamento fra esportatori acquirenti dall'Ente Risi o direttamente dagli agricoltori; inoltre contempla determinati tipi di lavorazione per l'esportazione nei diversi paesi, ignorando che gli esportatori debbono fornire i tipi di prodotto così come sono richiesti dai vari, compratori. Pertanto, a detta degli industriali, le norme sull'esportazione costituiscono un ulteriore elemento di attrito nella già complica- ontilgchlgrpddbflppccta controversia. g, f, iitiii iiiiiiiiiiiiiiiiii u

Persone citate: Albertario, Rama

Luoghi citati: Italia, Roma, Vercelli