Fu la vedova del grossista di Taggia a suggerire il movente del delitto

Fu la vedova del grossista di Taggia a suggerire il movente del delitto Fu la vedova del grossista di Taggia a suggerire il movente del delitto Conferenza-stampa dei difensori dell'ex-veterinario di Barengo - il dottor Ferrari non ricorda come usò la stricnina comprata a Momo Novarese - Gli avvocati del professionista sono alla ricerca di nuovi testimoni (Dal nostro corrispondente) Sanremo, 24 settembre. I difensori del dott. Renzo Ferrari, — l'ex veterinario di Barengo accusato per il delitto del < bitter » avvelenato — hanno tenuto domenica nello studio degli avvocati Moreno una conferenza stampa che ha però alquanto deluso l'aspettativa: essi infatti si sono limitati a riferire cose già note ed hanno evitato di rispondere alle domande più scottanti. L'impressione ch'è derivata dal colloquio con gli avvocati Carlo Tòrgano di Novara, ed Osvaldo e Franco Moreno di Sanremo è che la posizione del Ferrari sia grave. Gli avvocati Tòrgano e Moreno hanno avuto sabato, in carcere, due lunghi colloqui col loro patrocinato; essi hanno detto che l'ex veterinario di Barengo ò sereno, tranquillo e sicuro di sé, che attende con calma, quasi con apatia, le decisioni del Giudice Istruttore e che continua a ripetere di essere innocente e di non saper rendersi conto di come abbia potuto essere incriminato. I difensori non hanno potuto ancora prendere visione dei rapporti del ten. Teobaldi: essi quindi non conoscono gli elementi che sono a disposizione del dott Boetti Procuratore della Repubblica, e che l'hanno indotto a spiccare nel confronti dell'ex vetetrinario di Barengo il mandato di cattura sotto l'imputazione di omicidio premeditato. I legali hanno letto soltanto i verbali degli interrogatori del detenuto (ire condotti dal Procuratore della Repubblica e uno dal Giudire Istruttore) dai quali risulte rebbe che i capisaldi dell'ar cusa sono tre: il movente passionale, l'acquisto della stricnina effettuato dal Ferrari il 22 agosto alla farmacia di Momo Novarese; il rinvenimento presso gli uffici del comune di Barengo, di cui il veterinario è assessore anziano, della macchina per scrivere con la quale sarebbe stata battuta la lettera allegata al pacco contenente il < bitter » avvelenato spedito da Milano al grossista Tino Allevi di Arma di Taggia. Renzo Ferrari ha ammesso coi difensori la sua relazione con la signora Renata Lualdi vedova dell'Allevi, ma ha aggiunto che i rapporti fra lui e la donna non erano mutati e che non aveva quindi alcun motivo per ucciderne il marito. Questa dichiarazione contrasterebbe, però, con quella resa dalla stessa Lualdi. Interrogata infatti dal ten. Teobaldi essa gli avrebbe detto d'aver manifestato al veterinario l'intenzione di troncare la relazione e gli avrebbe quindi suggerito la possibilità che all'origine del veneficio fosse appunto il movente passionale. Il Ferrari ha decisamente negato di aver usato, almeno nel periodo immediatamente precedente il delitto, la macchina per scrivere sequestrata dai carabinieri nel Comune di Barengo: i difensori però non hanno ancora preso visione della perizia del prof. Oggioni, dell'Istituto di medicina legale di Milano, il quale avrebbe appurato che ia lettera inviata all'Allevi insieme al pacco del «bitter» avvelenato era proprio stata scritta con la macchina del Ferrari. Questi ha detto anche ai difensori, come già al Procuratore della Repubblica, di non ricordare l'uso fatto della stricnina acquistata nella farmacia di Momo. Come imposteranno il piano di difesa gli avvocati? Non l'hanno ancora voluto rivelare, limitandosi a dire che 11 dottor Ferrari non ha fatto alcuna dichiarazione atta ad avviare indagini su altre piste, che gli indizi a suo carico potrebbero anche essere diversamente in terpretati e che ritengono determinante il risultato delle perizie necroscopica e tossicologica eseguite dal prof. Chiozza, dell'istituto di medicina legale di Genova. Le risultanze di queste perizie, se non sarà richiesta e accordata una proroga, saranno depositate il 28 settembre. Sarà interessante sapere se il veleno usato dall'assassino fu stricnina in polvere o diluita in qualche soluzione o, addirittura, un'altra sostanza venefica. Gli avvocati Tòrgano e Moreno hanno così concluso la loro conferenza-stampa: < Lavoriamo per dimostrare l'innocenza del dott. Ferrari ed atrbiamo molta fiducia di riuscirci... Se il giudice dott. Bocchiardo, com'è probabile, chiuderà l'istruttoria col rinvio a giudizio del dott. Ferrari, il processo potrà forse riservare qualche sorpresa >. La vedova di Tino Allevi, Renata Lualdi, ha ripreso la sua vita ad Arma. Il dott. Bocchiardo mantiene il più assoluto riserbo sull'istruttoria mentre il ten. Teobaldi, che ha chiuso l'indagine per la parte che lo riguardava, è stato notato l'altra sera al Casino con la moglie L'aw Tòrgano è ripartito per Novara ove pare intenda controllare elementi avuti in carcere dal Ferrari e avvicinare alcune persone, di cui il veterinario gli avrebbe dato l'indirizzo e che sarehhero in grado di fornire spiegazioni valide sull'acquisto della stricnina ed il suo impiego. g. b.