"Dalle valigie colava nell'auto un liquido il ragazzo mi disse che contenevano vino,, di Luciano Curino

"Dalle valigie colava nell'auto un liquido il ragazzo mi disse che contenevano vino,, Il taxista di Chivasso racconta Vallucinante viaggio verso lo stagno "Dalle valigie colava nell'auto un liquido il ragazzo mi disse che contenevano vino,, Dopo essersi sbarazzato del bagaglio il giovane disse alla sua compagna: « Adesso ritorniamo, tutto fatto » (Dal nostro Inviato speciale) Chivasso, 21 settembre. Felice Avagnina, autista di piazza di 67 anni, ieri mattina, mentre aspettava clienti sulla.', sita, «1300» nera ■-davanti al4 Vospedale, ha Épertó il jjrtojf] naie e per prima cosa lo ha interessato il delitto di Ceva, perché a Ceva proprio il giorno prima aveva portato due giovani siciliani nervosi e taciturni, misteriosi. Ha letto poche righe e subito ha avviato l'auto ed è andato alla caserma dei carabinieri. « Ieri ho portato a San Lazzaro vicino a Ceva un uomo e una donna — ha detto al tenente Grillo — e siamo arrivati verso le 15. E' l'ora indicata dal giornale. L'uomo ha detto di aspettare ed è sceso con le due grosse valigie che aveva con sé. Ma non le ave va più quando è ritornato dopo poco, e mi ha detto che po tevamo ritornare a Chivasso » fi tenente gli ha chiesto se sapeva chi erano i clienti. Ha risposto: <No, ma so dove abitano. Sono andato a prenderli a casa, in Borgo Posta ». Borgo Posta è alla periferia della città sulla strada per Ivrea. La casa che ha interessato i carabinieri è in via Cappuccini 1. Vi è un negozio con l'insegna « Pane vini commestibili » e dietro un cortile — quasi un'aia — sul quale si affaccia una vecchia casa, che molti anni fa era una fattoria, ora è abitata da sei famiglie: vecchie pensionate, qualche operaio, una famiglia numerosa di siciliani. Sono i Montalbano, arrivati l'anno scorso a giugno da Caltabellet ta di Agrigento. « Vanno, vengono e fanno sempre troppo rumore — dicono t ricini ■ Non si sa quanti siano». Quanti sono lo stabiliscono con fatica il tenente Grillo e il maresciallo Cappa. La ma dre Francesca di il anni, figli Lucia di 21, Francesco di 17, Paolo di 16, Pellegrino di H, Calogero di 11, Maria di 6 e Giuseppe di 5. Un'altra figlia Pellegrina di 19 anni, è sposata Gallina e abita in via Ivrea 51, distante una cinquantina di metri. Soltanto Paolo e Francesco lavorano, fanno un po' i muratori e un po' contadini. All'inizio dell'anno è venuto ad abitare dai Montalbano un loro cugino, Giuseppe La Bella di n anni. Tutti vivono in due stanze al primo piano che si affacciano su un ballatoio di legno. La cucina, dove vi è poco più di un tavolo sul quale c'è sempre qualche piatto con avanzi; le pareti sono asso Ultamente spoglie, nemmeno un calendario; il pavimento è di mattonelle sbrecciate. Ieri il pavimento appariva lavato di recente e il particolare è subito stato notato dai carabinieri. L'altra camera è ingombra di letti e brandine: sono così strette una all'altra e confuse tra loro che non è facile contarle. Poi valigie, molte, sostituiscono gli armadi che qui non ci sono. Un particolare ^colpisce; su uno jjfSfPf visiono aug* Trincerili di biancheria e ina^iménW'e'lìi ha l'impressione che fino a poche ore prima siano stati contenuti in due valigie. « Come mai è qui questa roba* » chiedono i carabinieri. Nessuna risposta chiara. Ma c'è dell'altro: molta biancheria è stesa ad asciugare, i vicini dicono di non averne mai vista tanta. I militi frugano in ogni angolo. Quando lasciano la casa hanno alcuni coltelli e un pacco: corre voce che contenga un paio di scarpe insanguinate. I carabinieri se ne vanno portando con loro anche Lucia Montalbano e il cugino Giuseppe La Bella, i due della corsa a Ceva. Lucia: bruna, graziosa, ha un passato pieno di eventi e molti sono amari. Si è sposata quando aveva 17 anni. Il marito, Ignazio Sedita nato 28 anni fa a Ribera di Agrigento (è l'uomo trovato a pezzi nelle due valigie) era sempre vissuto in Toscana, finché era fuggito perché ricercato per un furto. Era riparato in Sicilia, faceva il « magliaro», aveva conosciuto Lucìa. L'aveva rapita per costringere la famiglia di lei ad acconsentire alle nozze, ma prima del matrimonio era stato scoperto e aveva dovuto fare tre mesi di carcere. Dopo la prigione, le nozze, e i coniugi si erano stabiliti a Empoli. Intanto la moglie aveva scoperto che il marito aveva avuto due figli da una amante. Poi Ignazio Sedita aveva compiuto un furto con scasso assieme a un cugino, era stato preso e mandato in prigione per tre anni. Aveva picchiato una guardia carceraria ed aveva avuto altri sei mesi. Scontava la pena a Cattolica Eraclea quando la moglie si è trasferita a Chivasso con la madre e i fratelli. A Chivasso l'ha raggiunta il gio- avane La Bella e i due cugini erano sempre assieme. Il ragazzo lavorava ad ore come manovale. Finché, 15 giorni fa, il marito scrive che sta per tornare libero, chiede soldi e la moglie gliene manda un po' Mercoledì pomeriggio tutti i Montalbano sono a Porta Nuova ad aspettare Ignazio Sedita L'attesa è vana e ritornano a Chivasso. Alle 20,30 il Sedita entra nel cortile della casa di via Cappuccini 1 e chiede a un ragazzo: « Dove abita la famiglia dei siciliani? ». Il ragazzo gli indica una porta e l'uemo bussa. Apre Lucia, un grido di gioia, abbracci e baci, il marito viene tirato di forza in casa. Di lui non si saprà più nulla, finché non viene trovato fatto a pezzi in due valigie gettate in un ruscello presso Ceva. Un'ora dopo il ritorno di Ignazio Sedita, la madre di Lucia esce e porta con sé parte dei figli: trascorreranno la notte presso la figlia Pellegrina in via Ivrea 51. In via Cappuccini restano i due coniugi, assieme dopo oltre tre anni, Paolo e Francesco, fratelli di Lucia, e il cugino Giuseppe. Non si sa se tutti costoro trascorrono la notte in casa. Non si sa che cosa è sue cesso mercoledì notte in questa casa. Domenico Bogetto, che abita l'alloggio attiguo, ha detto oggi: < Ci dirtde una pa rete spessa due dita, eppure non ho sentito il minimo ru more ». Qui alle 11 la madre ritorna da via Ivrea e trova per stra da Giuseppe La Bella, che le dice: « Non stare ad andare a casa, perché dobbiamo partire subito: io, Ignazio e Lucia. Andiamo a Savona a trovare il fratello di Ignazio ». E Giuseppe manda Calogero, cognato di 11 anni, a cercargli un taxi. Il ragazzo trova Felice Avagnina sul suo < 1300 » davanti all'ospedale. Ha detto oggi il taxista « Sono entrato in quel cortile e ho aspettato pochi minuti. Poi sono scesi loro: Lucia e Giuseppe. Venivano giù dalla scala esterna faticosamente con due grosse valigie che sembravano pesare molto Erano legate con una corda. Le abbiamo messe nel baule dell'auto e siamo partiti. Era mezzogiorno ». L'Avagnina ha raccontato che i due gli avevano detto di portarli a Savona. Sembravano nervosi, stavano a lungo in silenzio, poi parlavano in fretta e concitatamente tra di loro in stretto dialetto. Più volte gli hanno chiesto di fermarsi e il ragazzo scendeva per controllare le valigie. Una di queste volte il taxista ha visto Giuseppe pulire l'interno del baule con un foglio di giornale. La .carta era diventata rossa. « Portiamo del vino, se ne è sparso un po' », si è affrettato a dire il ragazzo. Presso Ceva, i due, dopo aver parlottato un po' tra di loro, hanno chiesto di fermare, e Giuseppe è sceso. < Devo portare le valigie a un parente » ha detto. Il taxista ha atteso per un quarto d'ora il ritorno del ragazzo. « Va bene — ha detto Giuseppe —Adesso ripartiamo per Chivasso ». « Non andiamo più a Savo nat », .Ita chiesto VAvagnina. <A .Chivasso — ìia insistito, indicando Lucia —. Lei non si sente bene ». Sono arrivati a Chivasso alle 19,20. Il prezzo della corsa era 20 mila lire. I due hanno contrattato e hanno pagato 18 mila lire. Oggi LiCcia e Giuseppe hanno rifatto il viaggio a Ceva ma con i carabinieri. Dopo il sopralluogo — del quale diciamo in altra parte — sono stati riportati a Chivasso, ed è incominciato l'interrogatorio della donna. A tarda notte Lu eia Montalbano negava ancora. L'hanno messa di fronte a prove terribili, ma lei ha scosso il capo dicendo: « Non so nulla ». Non piange, non mostra paura. Il suo racconto è questo: «Abbiamo cenato, poi siamo andati a letto. Nella notte, alle 2, mio marito si è alzato e ha detto che andava dalla sua amante a Reggio Emilia. E' uscito e non l'ho più visto ». Le hanno domandato: «Afa ieri siete andati a Ceto.'». tSì, Giuseppe doveva portare due valigie a un parente ». E' una storia che non sta in piedi: la giovane lo sa ma continua a negare, mentre Giuseppe dorme tranquillo nella brandina della cella. Giuseppe, fra due giorni, avrebbe dovuto partire per la Germania per fare il barbiere. I carabinieri avrebbero scoperto l'arma del delitto: un paio di forbici da barbiere, quelle lunghe per tagliare le basette. Avrebbero anche scoperto sotto uno dei letti dei Montalbano una scarpa insanguinata. « Come spiegate questo? », chiedono alla donna. Lucia, stanca e sfinita dalle emozioni di questa giornata, risponde atona: «Non so, Ignazio è uscito per andare dalla sua amante. Ha avuto due figli da lei ». Luciano Curino L'uomo tagliato a pezzi: Ignazio Sedita, di 28 anni L'interno della misera casa di Chivasso, dove sarebbe stato compiuto delitto Felice Avagnina, l'autista