Il Commonwealth disapprova l'adesione inglese al Mec di Mario Ciriello

Il Commonwealth disapprova l'adesione inglese al Mec Gravi difficoltà jpes» il ministero Il Commonwealth disapprova l'adesione inglese al Mec La conferenza di Londra si è chiusa Ira i contrasti - Non è stato raggiunto l'accordo sul comunicato ufficiale, che sarà pubblicato oggi o domani -1 paesi associati vorrebbero che la Gran Bretagna chiedesse alla Comunità europea maggiori concessioni, inaccettabili dai «Sei» - Anche i laburisti contrari al Mercato Comune (Dal nostro corrispondente) Londra, 17 settembre. I Primi Ministri del Commonwealth hanno terminato oggi, a Mariborough House, le trattative .sulla adesione della Gran Bretagna alia Comunità economica europea. La seduta si è chiusa tra gravi contrasti; non è stato raggiuntò neppure l'accordo sul comunicato ufficiale, che sarà pubblicato domani o dopodomani. Secondo le indiscrezioni, il comunicato conterrà un appello alla Gran Bretagna perché chieda al Mec ulteriori garanzie per l'adesione, inaccettabili ai Sei. L'ostilità del Commonwealth versò l'unione politica ed eco¬ nomica dell'Inghilterra con il iiiirifiiiifiiiiiiiiiiiiiiitiifiiriiiitvifiiiiiiiiriiiiriTi Continente è profonda: ma Londra intende continuare le trattative con i Sei, perché — ha ripetuto Macmillan — solo unendosi all'Europa l'Inghilterra può rafforzare la propria influenza politica e la propria forza economica. Il Commonwealth non ha dunque approvato la politici europea della Gran Bretagna: l'ha accettata, e a denti stretti (unica eccezione, sembra, la Nuova Zelanda). Svaniscono così te speranze di chi riteneva possibile per il governo di Macmillan l'appoggio del Commonwealth; ma non c'è stato neppure, almeno ufficialmente, un duro «no» collettivo. « .4!l'Inghilterra soltanto spetta decidere se entrare nel Meo » hanno detto oggi vari premiers. Macmillan, nel suo discorso a Mariborough House, h,a commentato amaramente, suscitando qualche sorriso: * Meno male, tutti hanno riconosciuto che siamo una nazione sovrana, anche se non abbiamo proclamato formalmente la nostra indipendenza». Si pone adesso una domanda: nuocerà l'atteggiamento del Commonwealth all'operazione avviata da Macmillan per condurre l'Inghilterra entro una più vasta comunità europea? E' probabile. Le preoccupazioni espresse a Mariborough House da quasi tutti gli ex dominions accresceranno, in Gran\ Bretagna, le file degli anti-europeisti, il cui numero è gradualmente salito negli ultimi mesi. Già Gaitskell, il capo del partito laburista, ha definito « inac cef(abili », nei giorni scorsi, le condizioni imposte dai Sei. Consapevole di tale pericolo, il governo intende lanciare, nelle prossime settimane, una dinamica campagna su tutti i fronti per spiegare alla nazione l'importanza e i benefici della nuova politica. Molto dipenderà ovviamente dalle concessioni che i Sei faranno a Bruxelles: più il Mercato Comune agevolerà l'entrata inglese, meglio Macmillan potrà vincere l'opposizione. Ecco perché Londra segue e apprezza l'opera dell'Italia, diretta a ridurre gli ostacoli all'unione anglo-continentale. Di tale argomento si è discusso oggi nella ritintone di un'ora, al Foreign Office, fra il nostro ambasciatore Quaroni e il Lord del Sigillo Privato Edward Heath. mL'odierna seduta plenaria a Mariborough House è durata due ore e 20 minuti. Rappresentavano la Gran Bretagna Macmillan, il ministro degli Esteri Lord Home ed Edward Heath. Il premier inglese ha chiesto ai capi delegazione se avevano da. aggiungere altri * commenti » a quelli già pronunciati la scorsa settimana. Hanno parlato il canadese Diefenbaker, il pakistano Ayub Khan, il neo-zelandese Holyoake, l'australiano Menzies, l'indiano Nehru e il rappresentante del Ceylon, il senatore S.P.C. Fernando. John Diefenbaker — il pi» fenace avversario delle iniziative inglesi verso l'Europa — lia usato un linguaggio meno duro di martedì ma ha soste¬ nuto che, nei negoziati di Bruxelles, « occorreranno cospicui e ulteriori miglioramenti » nelle intese miranti n proteggere gli- interessi del Commonwealth; che « accordi più favorevoli » dovrebbero essere conseguiti sia per quanto riguarda i prodotti agricoli sia per quanto riguarda quelli industriali; che fra i Primi Ministri del Commonwealth vi è un « desiderio quasi unanime di qualcosa che garantisca, più di quanto si propone a Bruxelles, un'espansione commerciale ». Diefenbaker ha proposto pertanto la convocazione di una conferenza, con la partecipazione del Mec, dell'Efta, del Commonwealth, degli Stati Uniti e di altri Stati, per concordare < più vaste intese commerciali ». Il progetto, confuso e simile a quello esposto a De Gaulle dal pakistano Ayub, non è sta¬ ■ tilllllffcilllllllllilll-.ltfllltllllflllllllltfllllllltlll to raccolto dai successivi oratori (unica eccezione Nehru), i quali hanno espresso tutti dubbi e apprensioni c hanno insistito affinché gl'interessi del Commonwealth siano meglio protetti. Ha parlato infine Macmillan. Egli ha cominciato ricordando che tutti i Paesi alla conferenza si sono mostrati d'accordo sitila necessità di x espandere i traffici mondiali», di «migliorare i metodi di scambio delle merci», di « offrire alle nazioni sottosviluppate maggiori possibilità di vendere i propri prodotti» e di « regolare la distribuzione dei surplus agricoli a beneficio delle popolazioni povere ». Il Premier ha quindi assicurato che l'Inghilterra cercherà di entrare nel Mec a condizioni che permettano il conseguimento di tali obbiettivi. Mario Ciriello lllllllllliiilltllllllllllllllllillllflllllllllllllllltlltil Macmillan dopo il suo intervento alla conferenza (Tel.) llll lllllllflillllll lllllllllllllllllllilllllfllllllllltllllllllllllllllllllllllllllllilltlllllfftlllllllflfl