Si farà la diga di Partinico che la mafia vuole impedire

Si farà la diga di Partinico che la mafia vuole impedire Così ha deviso il Comitato dei ministri del Mezzogiorno Si farà la diga di Partinico che la mafia vuole impedire Il lago artificiale sul fiume Jato dovrebbe dare acqua a popolazioni che vivono nella più nera miseria: il reddito annuo aumenterebbe di 4 miliardi - Ma raffiche di lupara e incendi hanno finora ostacolato l'opera (Nostro servizio particolare) Roma, 14 settembre. Il Comitato dei ministri del Mezzogiorno riunito sotto la presidenza del ministro Pastore ha deciso di affrettare i tempi per la costruzione della diga sul fiume Jato, nella Sicilia occidentale. Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti qualificati di tutti gli enti hiteressati all'importante iniziativa: l'on. Fasino, per la regione, il prefetto di Palermo e il viceprefetto di Trapani, il presidente della Cassa del Mezzogiorno Pescatore, vari dirigenti dell'Eros (Ente per la. riforma agraria in Sicilia) e del Consorzio di proprietari espropriandi, il vicesindaco di Partinico, i sindaci dei comuni di Alcamo, Borgetto. Balestrate, Cinisi, Termini e Trappeto. J|Per varie ragioni quella di °g.gi.Ì ??/"2\™jJlT.™e/*lusciva dai limili consueti della ordinaria amministrazione, intorno alla diga dello Jato si erano infatti intrecciati da due anni a questa parte polemiche a sfondo politico e sociale sempre piii accese. Negli ultimi giorni il digiuno di Danilo Dolci aveva interessato al problema della diga perfino alcuni dei più autorevoli quotidiani mondiali, come il Times. Per capire il significato deliiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiMiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiii a decisione odierna bisogna pertanto inquadrarla nella situazione che si era venuta creando nella zona del fiume Jato, lo stesso tristamente famoso per le imprese del bandito Giuliano. L'idea della diga risale a parecchi anni addietro, al 1955: avrebbe dovuto servire alla creazione di un ago di seicento ettari, alimentato dalle piene invernali dello Jato. L'acqua così raccolta avrebbe permesso di irrigare undicimila ettari di terreno, di cui quasi la metà nel comune di Partinico e il resto nei comuni limitrofi altrettanto afflitti dalla, disoccupazione e dalla miseria pia nera. Grazie all'irrigazione sarebbe stato possibile offrire quattromila posti di lavoro e aumentare il reddito annuo del comprensorio di circa quattro miliardi d Se gJ fiene conto che Vonere dena costruzione della diga. espropri compresi, dovrebbe aggirarsi sui dieci miliardi, non si può non convenire sulla convenienza economica e sociale dell'iniziativa. Sia pure con le consuete lungaggini burocratiche, nel 1SR0 tenne deciso di dare corso all'opera: furono stanziati i fondi, approntati i progetti, assegnati gli appalti. Quando però si trattò di dare inizio ai lavori, cominciarono t guai. Misteriosi incendi notturni e non meno misteriose sventagliate di < lupara » contro uomini politici e sindacalisti che si erano battuti per la costruzione defla diga, fecero capire che v'era gente decisa ad opporsi alla sua realizzazione. La mafia, subito si disse, non vuole che cessi il suo monopolio sull'approvvigionamento dell'acqua e sulla domanda di braccia che fa di pochi grossi proprietari gli 1 incontrastati padroni dell'eco- Tiojnin locale. La ditta appai tatrice non riuscì mai od avere accesso all'area in cui avrebbe, dovuto sorgere la diga, porche' gli espropriandi ritenevano inique le stime dell'Eros calcolate in genere sulla base dei dati catastali, ma rifiutavano, nel contempo, di consentire all'accertamento caso per caso del valore dei terreni. Lo scandalo per la mancata costruzione della diga dello Jato ha dominato ininterrottamente la vita politica siciliana dal dicembre ISSO in poi; sì andavano moltiplicando le proteste delle popolazioni interessate e dei loro amministratori L'avvento del centro-sinistra p 11 /11111 111111J111 ■ 11111111111111 j 11 ■■ Il I < 111111 in Sicilia e la decisione presa dal Senato nell'aprile scorso di dare narso all'inchiesta parla me.itare sulla mafia segnarono una svolta anche per la diga dello Jato. Si ritiene ormai inammissibile che le decisioìii dei pubblici poteri fossero tenute in scacco da interessi privati non responsabilmente espressi. Nella riunione di oggi si ? finalmente pervenuti ad un accordo generale, consacrato da un documento sottoscritto da tutti i presenti e illustrato con forza da Pastore. Chi sa se adesso tutto potrà procedere secondo i pioni prestabiliti, ar. b. ■iiiiiiitliitiiilliliiiiliiiiiiiliiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Danilo Dolci, Pastore