La polizia sorprende Bidault nelle Marche nel rifugio dove attendeva i capi dell'Oas di Michele Tito

La polizia sorprende Bidault nelle Marche nel rifugio dove attendeva i capi dell'Oas Dopo due mesi di pazienti ricerche in tutta l'Italia La polizia sorprende Bidault nelle Marche nel rifugio dove attendeva i capi dell'Oas L'ex-Presidente del Consiglio francese si trovava presso Civitanova nella villa dei discendenti di Napoleone Bonaparte - Gli ingressi erano sbarrati con fascine e mobili - Irruzione degli agenti a mezzanotte: il capo dell'organizzazione terroristica sedeva nel salone - Non aveva alcun documento - Alla domanda del questore di Macerata ha subito confermato la sua identità - La polizia ha fermato anche un altro francese, che si trovava con lui - Georges Bidault è stato accompagnato ad una frontiera, che non è stata indicata - Pare che abbia chiesto di poter recarsi in Spagna (Dal nostro corrispondente) Roma, 8 settembre. Dopo due mesi di ricerche la polizia italiana ha rintracciato e individuato il nascondiglio di Georges Bidault, l'expresidente del Consiglio francese succeduto a Salan nella guida dell'organizzazione clandestina antigollista. Un comunicato del ministero degli Interni informa oggi che il capo della nuova Oas, l'i Oas della vendetta*, è stato fermato l'altra notte a Civitanova Marche e accompagnato stamane alla frontiera da lui prescelta. Bi- ) 111111111 l 11 n11111111 i > 11111111111 : i i11■ i < i i 11 i111B dault non aveva chiesto di usufruire del diritto di asilo: e si suppone che si sia recato in Spagna insieme con un altro cittadino francese che era con lui, Gabriel Duval. La notizia è stata resa pubblica solo nella tarda mattinata, quando Bidault aveva già lasciato l'Italia, per evitare che le autorità degli altri Paesi, non permettendogli l'accesso nel proprio territorio, rispedissero l'ospite indesiderabile in Italia. E, per quanto si tratti di una ipotesi molto remota, si è preferito evitare che il governo francese chiedesse a noi la consegna del fermato, contro il quale fu spiccato a suo tempo mandato di cattura: nel caso di un uomo politico che ha avuto un passato illustre e che in altri tempi fu sincero amico del nostro Paese, sarebbe stato molto penoso dover assumere l'iniziativa di consegnarlo alla polizia francese. E' stato forse l'ultimo omaggio reso a un uomo che fu ammirato da tutto l'Occidente e che sedette nei consessi internazionali, protagonista brillante della politica europea accanto a molti dei governanti che ora potrebbero trovarsi costretti a consegnarlo al destino, segnato dalla sua decadenza nell'abiezione: al processo, forse alla condanna a morte. Uno dei casi piti tristi e patetici d'Europa. La cronaca della cattura del capo della nuova Oas è priva di ogni particolare emozionante. C'è solo una coincidenza, che si spera sia davvero coincidenza: la villa in cui Bidault si nascondex&'i&^*:p%opr1etÌL dei Bonaparte, dei discendenti cioè dell'imperatore che risiedono fin dalla fine del secolo scorso nel nostro Paese. Le pareti sono tappezzate di c N » napoleoniche e in tutte le stanze si respira l'aria nostalgica delle glorie dell'Impero. Amministratore della villa, colui che sarebbe praticamente responsabile di aver nascosto il ricercato, è un ex-ufficiale di cavalleria di sentimenti antifascisti: la moglie, però, di origine francese, sarebbe sospetta di essere stata in contatto con i fascisti dell'Oas. La polizia aveva individuato il nascondiglio di Bidault fino dalla fine della scorsa setti mana e sorvegliava discretamente la villa per seguire movimenti dell'ospite: le nostre autorità sapevano vagamente che Bidault attendeva di incontrarsi nei prossimi giorni con una quindicina di esponenti dcll'Oas venuti dalla Spagna, dall'Austria, dalla Germania e dal Belgio; doveva aver luogo, cioè, una riunione dello stato maggiore dell'ornanizzazione terroristica. Cosa questa che lo 3tesso Bidault ha confermato. Ma l'altra sera sì ebbe ragione di temere che Bidault si preparasse a far perdere nuovamente le proprie tracce e fu deciso di invadere a notte alta la villa. Poco dopo mezzanotte la villa fu circondata ed isolata con sbarramenti e fili spinati e verso l'uno,, gli agenti della questura di Macerata fecero irruzione. Gli ingressi erano stati sbarrati con mobili e fascine di legna e fu necessario demolire le barricate rudimentali che erano state innalzate (tper proteggerci dai ladri », dovevano più tardi dichiarare gli abitanti della villa). Una volta entrata nell'edificio, però, la polizia raggiunse senza alcuna difficoltà il snlone centrale, dominato da un'aquila imperiale: vi trovò Bidault ancora sveglio, che attendeva in piedi. Il questore di Macerata e un funzionario venuto appositamente da Roma gli chiesero, poiché non avev.i alcun documento, se egli fosse Georges Bidault. La ri sposta fu senz'altro positiva e l'ex Presidente del Consiglio senza tradire alcuna emozio ne, quasi con ostentata serenità, si accinse a seguire i funzionari. Aveva già la sua valigetta di cuoio marrone pronta, posata a terra nel sa Ione, accanto ad una poltro na.. Il suo accompagnatore Gabriel Duval attendeva invece in una delle camere da letto Tradotto in questura a Macerata, Bidault rispose con calma a tutte le domande, non negò niente, non accennò ad alcuna protesta. Ebbe solo un attimo di esitazione quando gli fu posta la domanda d'obbligo, se, cioè, intendesse servirsi del diritto di asilo. Poi fece un cenno negativo con la testa e firmò, senza leggerlo, il verbale dell'interrogatorio. Questa la cronaca. L'uomo è apparso com'era sempre apparso anche quando reggeva il destino della Francia, quasi estraneo alla realtà che lo circonda. Di tanto in tanto sorrideva e ostentava la sua straordinaria fragilità fisica. Aveva freddo, più volte un brivido durante l'interrogatorio gli ha attraversato il corpo, ma non disse niente. Bevve però tutto di un fiato il bicchiere di cognac che il questore gli offrì, verso l'alba. Una sola traccia ?gli ha lasciato nella villa che lo ha ospitato a Civitanova delle Marche: sul comodino, a fianco del suo letto, c'era un fascio di giornali francesi, e tra questi giornali c'era un numero del Figaro Littéraire, vecchio di un paio di mesi. In quel giornale Francois Mauriac commenta con parole roventi nel suo Block Notes set- inmiimmiiimmii illuminili niiiiiniiiini timonate, le vicende del decadere fino al terrorismo fascista del capo della resistenza antitedesca sul territorio metropolitano francese. E' il più crudele ritratto dell'uomo che sia mai stato tentato: lo scrittore ricorda diBidault i fasti della Liberazioni seguiti alle incredibili prove di sangue freddo date sotto i tedeschi, ma poi annota tutte le responsabilità dell'uomo politico, del primo ministro, del ministro degli Esteri, del capo del partito democristiano: l'equivoco del suo nazionalismo ad oltranza, l'insensibilità per i problemi del tempo nuovo, il freddo cinismo con il quale, risolvendo tutto con brillanti e incomprensibili battute di spirito, lasciò che le forze colonlaliste e i generali più, retrivi prolungassero artificialmente la guerra di Indocina, e la < copertura* data all'operazione disastrosa patrocinata dal maresciallo Juin di deporre il sultayio del Marocco, e il lavorio svolto per sopravanzare l'europeista Schuman e le manovre sordide contro Mendès-France da lui accusato di avergli « rubato* nel luglio del '54 la gloria della pace in Indocina. Un uomo in apparenza bonario, in realtà distrutto dall'alcool e totalmente dominato iiiiiiiiiiiiiiMiiiuiiiiiiniiiiiMiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiii dall'ambiziosissima moglie, la famosa « mademoiselle Crapotte », che Bidault assicurava, alla vigilia del matrimonio, di non essere disposto a sposare a' nessun costo. Con l'allontanamento di Bidault la polizia italiana ritie ne di avere concluso il delicato lavoro di individuare e ricercare i cospiratori antigollisti francesi in Italia. Michele Tito Una recente foto dell'ex primo ministro Georges Bidault

Persone citate: Block, Bonaparte, Francois Mauriac, Gabriel Duval, Georges Bidault, Napoleone Bonaparte, Schuman