La Francia non finanzia ma permette la ricostruzione della Cuneo-Nizza

La Francia non finanzia ma permette la ricostruzione della Cuneo-Nizza Dopo 17 anni una notizia che rida speranza La Francia non finanzia ma permette la ricostruzione della Cuneo-Nizza ! francesi disposti ad iniziare negoziati sul progetto della ferrovia - Autorizzano i lavori nei tratti oltre il nostro confine a patto che l'onere sia sostenuto dall'Italia - Soddisfazione negli ambienti cuneesi - Con una spesa di 4 miliardi si valorizzano impianti che ne valgono 60 (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 3 settembre. A diciassette anni dalla distruzione dei ponti e dei binari della Cuneo-Nizza, siamo al'.a vigilia della ricostruzione? Una recente notizia apre il cuore a questa speranza. I francesi non si oppongono più al ripristino della linea, a patto che gl'italiani si assumano l'onere delle riparazioni. Conoscete la situazione. Ponti e viadotti distrutti nel '45 dai soldati tedeschi in fuga, danni che appaiono irreparabili. Fin da allora Cuneo chiede il ripristino della linea, decisa nel 1904 e costruita nel 1930 per servire i suoi vitali interessi. Quella linea Interrotta paralizza il suo sviluppo nel dopoguerra. Ma passano gli anni, e non si fanno che discussioni. I politici non si impegnano, i tecnici danno parere negativo. Basandosi sul traffico passeggeri e merci del '38 si afferma che il tronco sarebbe passivo e non compenserebbe affatto le notevoli spese di ricostruzione. Le pressioni del cuneesi non ottengono alcun risultato. Nel '57 essi al comitato sorto per battagliare a favore della ricostruzione della linea affiancano una società finanziaria che ne ha lo scopo specifico. La costituiscono i principali enti cittadini: comune, provincia, camera di commercio, ■unione industriale, ente del turismo, istituti bancari, privati. Essa si propone di riparare i danni nel tratto VievolaEreil, in territorio francese, di 36 chilometri, e in quello BreilVentimiglia, di 22 chilometri, prevalentemente in territorio italiano. La ricostruzione ha anche un'importanza internazionale, perché il tratto in discussione fa parte dell'arteria ferroviaria Basilea-Berna-Sempione-Arona-Torino-Cuneo-Nizza. Come primo atto la società chiede al ministero dei lavori pubblici francese e alla Société nationale chemin de fer la autorizzazione a riparare le opere danneggiate in suolo francese e a esercire il riattivato tronco ferroviario. Al ministero dei trasporti italiano viene chiesta la concessione della gestione, e un contributo chilometrico per neutralizzare un eventuale disavanzo di esercizio. Non viene ottenuta nessuna risposta. Da parte italiana l'ostilità è fondata su una. pretesa passività di gestione nell'esercizio '38-'39. Ma si trascura il notevole sviluppo assunto dal movimento passeggeri e merci tra Italia e Francia dopo tre lustri dalla fine della guerra. Nei due valichi ferroviari di Modane il transito rispetto all'anteguerra è aumentato rispettivamente di sedici e di sette volte, derivandone un intasamento e la necessità d'alleggerirlo con la riapertura d'un terzo valico, quello del Breil. E infine non si tien conto che il Meo avrà benefiche ripercussioni su tutti i traffici internazionali. Nel dicembre '60 il comitato ottiene che il direttore generala delle ferrovie, ing. Bissone, venga a fare una visita alle opere danneggiate. Il suo esame si conclude con un giudizio netto: ricostruire. Oltretutto s. tratta di un'operazione economica d'una elementare evidenza. Il valore del materiale e degl'impianti esistenti supera i sessanta miliardi; il costo delle riparazioni si aggira sui quattro miliardi. Una spesa irrisoria paragonata ai vantaggi economico - politico - sociali che assumerà la linea Ma nemmeno questo è sufficiente a convincere i rispettivi governi. Essi infine nominano una commissione mista italofrancese, e il loro parere è ancora una volta negativo. Ma Cuneo non si arrende. Il problema viene inserito nel programma dei colloqui FanfaniDe Gaulle della primavera scorsa a Torino. Si giunge cosi a incontri diretti fra I due ministeri degli esteri. Sabato scorso una comunicazione del nostro ministero degli Esteri è pervenuta al sindaco di Cuneo, al presidente della amministrazione provinciale, ai presidenti della Camera di commercio, dell'unione industriale e dell'ente del Turismo. Essa è Armata dal sottosegretario Busso, e dice: «In un recente passo compiuto presso il ministero degli Esteri francese è stato possibile accertare che i francesi sono disposti a iniziare un negoziato per la ricostruzione della linea Cuneo-Nizza, purché l'accordo sancisca la non partecipazione alle spese di riattamento e di esercizio da parte della Société Nationale chemin de fer> A Cuneo sono contenti. Dopo tanti anni di pessimismo e di battaglia, uno spiraglio di luce è apparso all'orizzonte. Il sindaco prof. Mario Del Pozzo ci ha detto: « Se la Francia acconsente a ricostruire la linea, ricostruiamola pure senza altri ritardi. Tempo se r,'t perso già abbastanza. Naturalmente la spesa dev'essere sostenuta dallo Stato. Ma non importa chi dovrà pagare, purché si faccia presto ». L'avv. Dino Andreis, presidente dell'Ente turismo: « E' una prima vittoria. L'impor tante è per ora che i francesi abbiano accettato di lasciarci passare. Il resto si vedrà. Ricostruiremo la linea, che sia lo Stato italiano o la società privata a sostenerne o a dividersene le spese ». Il dott. Giovanni Falco, presidente dell'amministrazione provinciale: « E' già un passo avanti che il governo francese abbia autorizzato la ricostruzione. Ora si tratterà di stabilire se la spesa sarà a carico dello Stato italiano o della società privata ». Il dott. Giovanni Chiesa, presidente della Camera di commercio: «C'è da esser soddisfatti che finalmente si siano iniziate trattative ufficiali fra I due governi. Dalla comunicazione italiana sembra di capire che il non intervento finanziarlo da parte della Sncf non escluda la possibilità di un intervento diretto del governo francese. Sono convinto che considerati i comuni interessi i due governi troveranno sicuramente il punto d'incontro per risolvere il problema ». E tuttavia si ha la sensazione che la vera battaglia cominci ora, perché lo Stato farà di tutto per sottrarsi alla spesa, e se allo Stato dovrà sostituirsi la società finanziaria essa chiederà logicamente adeguati vantaggi, che è facile prevedere le saranno strenuamente contestati. Gi^?enne Faraci i;iiiiiiiitiMiiiriìtii!iiiiMi]iiiir)ip»iiii>iiiiiiM]ii:

Persone citate: Bissone, Dino Andreis, Faraci, Gaulle, Giovanni Chiesa, Giovanni Falco, Mario Del