Magica vicenda di sogno dopo un inizio da "giallo"
Magica vicenda di sogno dopo un inizio da "giallo" Magica vicenda di sogno dopo un inizio da "giallo" Il film giapponese «La volpe folle» ha deluso a Venezia - E' raffinato, ma appesantisce le palpebre (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 3 settembre. Si diffonde un senso di naufragio. Anche oggi niente di nuovo nel palio per il massimo trofeo: neppure il film giapponese ha saputo mettere il sale sulla coda del « Leone >, che appare più che mai alto e staccato sulle vicende della rassegna. Tomu Uchida è un regista della vecchia generazione, predecessore del Mizoguchi e dei Kurosawa. Ritorna alla Mostra veneziana dopo esserci stato nel 1939 col film € La terra > — una sorta di documentario che su un'esilissima storia descriveva il mondo dei contadini e la loro condizione umana — il quale gli fruttò il premio di «Kinema Jumpo » e la reputazione di realista. Ma questo suo nuovo c Koya Koi Nasuna Koi > (La volpe folle), da un'omonima ballata della serie « Joruri >, antichi drammi popolari giapponesi, lo rimette nel solco tradizionale delle vicende in costume, ispirate ad antiche leggende. Un infausto segno celeste mette in convulsione la corte di Kyoto che manda per 1'aetrologo Kamo, depositario del rotolo di seta ove si leggono i misteri del cielo. Ma il maestro non arriva perché ucciso a tradimento dalla moglie infedele e da un suo malvagio discepolo, che perfidamente accollano il delitto all'innocente figlia di lui, Sakaki, e all'innamorato Yasuna, il discepolo buono. Aperta cosi la lotta di successione per il possesso del rotolo, Sakaki muore fra le torture e Yasuna esce pazzo, non però al punto da non sapere smascherare gli assassini e strappar loro il prezioso rotolo. Da questo inizio giallo, condotto tui moduli d'un truce fumettone, si passa poi in una zona rarefatta di allegoria fiabesca. Yasuna si risveglia nel paese delle volpi (la volpe, nella tradizione giapponese, è animale magico, e il sacrificio d'una volpe bianca è espediente di rigore in caso di calamità celesti), le quali lo proteggono dai suoi persecutori e gli fanno trovare una perfetta- controfigura della povera Sakaki nella dì lei sorella gemella Kuzunoha. Ma questa Kuzunoha ch'egli sposa e da cui ha un figlio, è poi semplicemente una volpe che si presta a illuderlo per un determinato periodo, trascorso il quale l'Incanto si scioglie (con dolore della volpe-donna, innamoratasi dello sposo) e Yasuna è trasformato in pietra. Rinunciando ad. acciuffare i simboli, tanto sono capziosi e volatili, <La volpe folle» aumenta visibilmente la sua stilizzazione teatrale fino a ritrovarsi alla fine nell'angustia d'un palcoscenico. E' un'opera raffinata ma fredda, che in molti tratti stringe un patto con Alorfeo e appesantisce le palpebre. Siamo certi di poter dire che nonostante la sua preziosa resa cromatica (appunto da rotolo di seta), essa appartiene più alla rigatteria che alla poetica del cinema giapponese; nel caso migliore è un'anticaglia di cui la Mostra non aveva bisogno. Protagonisti Kashizo Okawa e Michiko Saga. * * Nella sezione informativa si sono segnalati: il francese «Un coeur gros comme qa > di Frangois Reichenbach, che vi ha ripetuto il trionfo di Locamo; l'ungherese « Megszallotak » (Gli ossessi) di Karoly Makk, storia di due uomini che intraprendono la bonifica di una zona stepposa della grande pianura ungherese e si trovano a cozzare contro le remore burocratiche della grande città; e nella giornata di oggi, col greco « Elektra » di Michael Cccoyannis — premiato al festival di Cannes —, il francese «Les dimanches de ville d'Avray » opera prima di un giovane regista venuto dalla pittura. Serge Bourguignon, (Palma d'oro nel 1959 a Cannes, per il documentario «Le sourire» girato in Birmania) interpretata dal tedesco Hardy Kruger, da Nicole Courcel e dalla piccola esordiente Patricia Gozzi dal nome italiano. Un pilota si accorge di aver ucciso una bambina durante un mitragliamento aereo di un paese dell'Asia. Ossessionato dal ricordo di quel visetto atterrito, cerca la morte attaccando una squadriglia nemica, e in una stessa fiammata perde l'aereo e la memoria. Dopo alcuni anni, tornato alla vita civile, Pierre incontra una bambina che gli sorride tra le lacrime. Nasce irresistibile, tra il reduce e la pìccola Francesca, una tenera amicizia; e noi sappiamo 11 perché. Ma per proteggerla dalle cattive interpretazioni del mondo, bisognerà cingerla di menzogne e sotterfugi che finiranno coll'avvelenarne le dolcezze. In un clima d'Incanto spezzato, l'uomo ritrova la memoria ma è costretto ad abbandonare a se stessa la creaturina, cui il mondo ha tolto l'unico amico che abbia mai avuto n film che in Italia avrà 1 titolo « L'uomo senza pas¬ sato », è piaciuto, nonostante le immaturità della regìa e gli squilibri d'una vicenda che mostra anche troppo le sue origini letterarie, ma che tuttavia riesce a commuovere lo spettatore. Complessivamente un buon esordio, che deve molto agli efficaci interpreti (specie la piccola Patricia e l'ottima Courcel) e moltissimo alla splendida fotografia in bianco e nero di Henri Decae. Leo Pestelli di attori Kashizo Okawa e Michiko Saga, in una scena del film giapponese «La volpe folle», che è stato presentato ieri sera alla Mostra del cinema (Tel.)
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