Le guide del Cai si lamentano: «Pochi clienti, troppe sciagure»

Le guide del Cai si lamentano: «Pochi clienti, troppe sciagure» Le guide del Cai si lamentano: «Pochi clienti, troppe sciagure» I problemi della categoria esposti ad Alagna, al congresso del Club Alpino - «Non abbiamo neppure un elicottero per i salvataggi » a o (Dal nostro inviato speciale) Alagna, 1 settembre. Due ministri, pli onorevoli Pastore e Bertinelli, hanno presenziato oggi al Congresso nazionale del Cai, svoltosi ad Alagna: I congressi del Cai hanno ben poco in comune con le consuete accademie oratorie dei raduni associativi. Gli uomini della montagna sono laconici per natura. Se hanno qualcosa da dire, la dicono alla svelta, senza fronzoli. E difatti dalle guide Toni Gobbi, Ubaldo Rey, Lino Andreotti si è udita una chiara quanto rapida esposizione dei gravi problemi riguardanti la categoria e l'alpinismo in generale. Primo problema. Le guide o portatori sono in Italia circa 450, ma di essi solo 200 svolgono veramente un'attività professionistica. E non nuotano certo nell'oro. Le ragioni sono molteplici. Innanzitutto pochi turisti oggigiorno amano faticare in montagna e in ogni caso si dirigono quasi esclusivamente verso le località più reclamizzate: Courmayeur, Cervinia, Cortina e così via. Innumerevoli vallate, benché ricche di itinerari escursionistici, vengono trascurate pressoché totalmente. Qui, com'è logico, le guide scompaiono. Secondo problema. Anche nei centri più frequentati, la professione di guida non è comoda né molto remunerativa perché gran parte degli alpinisti vanno per conto loro, il più delle volte con grave leggerezza. Numerose sono le sciagure, e le guide devono allora accorrere per le operazioni di soccorso, ricevendo compensi irrisori. Per esempio, questa estate a Courmayeur erano disponibili appena otto guide e tre portatori: ebbene, questi undici uomini per ben cinque giorni consecutivi, nel periodo migliore dell'anno, sono stati impegnati in massacranti operazioni di soccorso. < Avessimo almeno l'aiuto d'un elicottero — ha soggiunto Ubaldo Rey —, ma quando ci occorre dobbiamo chiederlo ai francesi, come lo scorso anno per la sciagura del Pllier Central. Possibile che l'Italia sia tanto povera che non possa dotare d'un palo di elicotteri la nostra cerchia alpina, per 11 soccorso e il rifornimento dei rifugi? >. Terzo problema. Per risolvere in molte vallate una si tuazione economicamente difficile, è auspicabile venga propagandato l'alpinismo medio: e alla portata di tutti, quello che non provoca lutti, quello che dà svago e salute, che un tempo aveva decine di milioni di adepti. Oggi, invece, coloro che vanno in montagna (e sono pochi) vorrebbero salire sul Bianco, sul Cervino, sulle Cime di Lavaredo, compiere sempre escursioni che diano lustro. L'alpinismo, quello vero, non si può invéce conciliare con la vanità. Il Cai — ha concluso il sen. Chabod nel suo intervento — deve fare scuola, riportarsi, proprio ora che sta per scoccare il suo centenario, all'attività pionieristica svolta da Quintino Sella, richiamare 1 giovani alla montagna. r, gr.

Persone citate: Bertinelli, Chabod, Lino Andreotti, Pastore, Quintino Sella, Ubaldo Rey

Luoghi citati: Alagna, Cortina, Courmayeur, Italia