La Malfa domani insedia la Commissione per il piano di sviluppo economico di Michele Tito

La Malfa domani insedia la Commissione per il piano di sviluppo economico Alla Camera oggi ultimi discorsi sulla nazionalizzazione La Malfa domani insedia la Commissione per il piano di sviluppo economico Sarà un « piano » della durala di cinque anni, suscettibile di incidere direttamente sulla struttura agricola, commerciale e industriale del Paese - Viva attesa per le dichiarazioni che faranno il ministro del Bilancio e il presidente Fanfani Roma, lunedì mattina. Lia Camera ascolta oggi gli ultimi discorsi sulla legge che nazionalizza le industrie elettriche e passerà domani alla fase conclusiva del dibattito generale. La seduta odierna è destinata soltanto ad esaurire la lista degli iscritti a parlare e difficilmente potrà portare elementi nuovi. Dello stesso tenore fu la lunga seduta di sabato. In pratica, il dibattito sull'energia elettrica ha cessato di costituire 11 fatto politico rilevante di queste settimane. L'approvazione è assicurata per il 22 settembre: oltre cinquecento deputati voteranno a favore, una sessantina sol¬ tanto (liberali, monarchici e neofascisti) contro. In tal modo, un altro dei punti programmatici del governo di centro-sinistra, quello che appariva inizialmente di più difficile superamento, sta per essere attuato. La maggioranza risulta rinsaldata e, per questo, passa all'attuazione di un altro dei punti programmatici del governo, quello della preparazione degli strumenti per la programmazione economica. Domani, martedì, verrà insediata dal ministre del Bilancio, La Malfa, l'apposita commissione, che si chiama, ufficialmente, « commissione per ila formulazione del piano di sviluppo economico », e 11 cut compito preciso è quello di elaborare le grandi linee della pianificazione economica. C'è una data limite: il gennaio del 1963, affinché il governo possa dare modo al Parlamento di approvare il piano, redatto in ogni dettaglio, prima delle elezioni politiche della prossima primavera. Alla nuova legislatura spetterà il compito di as sicurarne l'attuazione integrale. Grande è l'interesse per quel che l'on. Fanfani e l'on. La Malfa diranno domani. Stando alle indiscrezióni, si tratterebbe di questo: il piano di sviluppo non sarà decennale, ma quinquennale, legato, cioè, alla vita di una legislatura; non sarà un piano « di massima», con direttive generiche, ma « concreto », cioè suscettibile di incidere direttamente sulla struttura agricola, commerciale ed industriale del Paese; individuerà e proporrà soluzioni «operative» per tutti ì problemi detti «di squilibrio settoriale e zonale »; dovrebbe impostare in termini nuovi, con direttive innovatrici, la politica per il mezzogiorno e le aree depresse del centro-nord, tenendo conto del piani settoriali già elaborati e della funzione che eserciteranno le Regioni. Si dovrà, infine, assicurare, e 11 senso della cosa è tutto qui, una politica « globale », con un'azione unitaria, in tutti i settori e a tutti i livelli, per lo sviluppo economico e sociale del Paese. E' un'impresa ardua. E', probabilmente, la più difficile fatica cui si sia mai accinta la classe dirigente italiana. Si capisce, perciò, perché della Commissione che si insedia domani, e che sarà presieduta dal ministro La Malfa, siano stati chiamati a far parte: i segretari generali dei tre maggiori sindacati (Cgil, Cisl e UH), che saranno assistiti da propri esperti e consiglieri; i rappresentanti della Confindustria {Costa), della Confagricoltura, della Confcommercio, della Confederazione del Dirigenti di azienda, dell'Associazione ilei coltivatori diretti; e. infine, sei esperti di nomina governativa (Saraceno, Di Pinlzio, Lenti, Silos Labini, Lombardini, Rossi Dorla). Partecipano, in sostanza, ai lavori le categorie economiche che hanno accettato il principio della politica di piano. Per questo l'avvenimento di domani è di importanza de cisiva: esso prepara, per la maggioranza attuale, e in vista della partecipazione socialista al governo che uscirà dalle elezioni del 1963, una qualificazione precisa alla futura legislatura. Su queste basi, per queste prospettive, verrà condotta dal democristiani, dai socialisti, dai socialdemocratici e dai repubblicani la campagna eletto rale. Michele Tito

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