Rintracciali i genitori del bimbo abbandonalo sotto nn albero a Lncca

Rintracciali i genitori del bimbo abbandonalo sotto nn albero a Lncca Rintracciali i genitori del bimbo abbandonalo sotto nn albero a Lncca Avevano già tre figli ed erano in miseria Lucca, lunedì mattina. Il mistero che per una settimana ha circondato il caso del bimbo di un mese trovato il 81 corrente abbandonato ai piedi di un cipresso lungo la via Pesclatlna dal colono Luigi Micheli (la località è Gragnano, a dieci chilometri da Lucca), è stato completamente diradato e tutto appare finalmente chiaro. Si tratta di un tristissimo episodio, che ha avuto origine dall'estrema miseria di una disgraziata famiglia. Il piccino ha una famiglia regolare ed un nome: Marco. Ha visto la luce nella clinica fiorentina Ulivella. La madre, Jolanda Zecoli di ventinove anni, nativa di Lucca ma dimorante a Firenze insieme al marito trentatreenne Graziano Massimino, è una povera donna che alla meglio provvede essa stessa alle necessità della famiglia con lavori saltuari, non potendo fare affidamento sul coniuge, un manovale disoccupato e molto cagionevole di salute. Per qualche tempo la donna è stata occupata come domestica presso la clinica Ulivella. Di qui si licenziò nel maggio scorso, nell'imminenza del suo parto. Questo avvenne nella stessa clinica 11 22 giugno. La Zecoli lasciò da sola 11 luogo di cura due giorni dopo la nascita dì Marco, che venne battezzato e regolarmente denunciato allo Stato civile. I Massimino avevano già tre bambine: la più grande, Giulietta, di sette anni, è tenuta dai nonni, la seconda, Antonella, di due anni e mezzo, è ospite dell'Istituto delle Suore del Preziosissimo Sangue di Firenze e la terza, Cinzia, di un anno e mezzo, è stata accolta nell'Istituto < Principessa di Piemonte », anch'esso con sede a Firenze. La nascita del quarto figlio ha accresciuto le preoccupazioni per i genitori, che non avevano assolutamente la possibilità di mantenerlo. La Zecoli ha raccontato di avere inutilmente bussato alla porta di alcuni istituti: le era stato obiettato che già due sue creature erano ricoverate in Istituti di beneficenza. D'altra parte non era più possibile lasciare il piccolo presso la Clinica Ulivella. Ella concertò allora con il marito la soluzione venuta alla luce in que sti giorni. Così, il 21 luglio, la donna si ripresenta alla clinica chiedendo la consegna del bambino che lei aveva intenzione, disse, di far conoscere al marito il quale l'attendeva per strada in motoscooter. Sarebbe tornata di lì a poco. La direzione della clinica aderisce alla richiesta e fa indossare al piccino degli indumenti di lana. Né la Zecoli né il marito si sono fatti più vivi. Dalla cllnica essi avevano raggiunto subito in motoretta la campagna intorno a Lucca; quindi, arrivati a dieci chilometri dalla nostra città, avevano deposto il piccolo sotto un cipresso, in località non lontana dalla stazione del carabinieri. Dopo aver sostato brevemente a Lucca, avevano puntato su Viareggio, tornando a Firenze soltanto a sera. Il giorno successivo dai giornali avevano appreso che il piccino era stato trovato e ricoverato al Reparto pediatria dell'Ospedale di Campo di Marte. Ieri mattina una telefonata della Casa di cura Ulivella al prof. Grassi, direttore del Reparto pediatria, avvertiva che un bambino avente le stesse caratteristiche di quello trovato a Lucca e descritto dai giornali era nato nella clinica il 22 giugno. Il prof. Grassi avvertiva la Questura, che Inviava immediatamente a Firenze alcuni agenti per le opportune indagini che hanno poi messo in chiaro tutta la strabiliante e penosa vicenda. Deciderà ora il Procuratore della Repubblica, al quale ì due coniugi sono stati denunciati, se sia il caso o no di procedere al loro arresto, perché 11 reato loro addebitato è quello di abbandono di infante, aggravato dal fatto che a commetterlo sono stati gli stessi genitori. Per intanto Jolanda Zecoli e il marito 3ono stati diffidati dall'allontanarsi dalla loro abitazione di Fig. b.

Persone citate: Jolanda Zecoli, Luigi Micheli