Il cadavere d'una donna in un bosco scoperto dall'evaso dal carcere di Novara

Il cadavere d'una donna in un bosco scoperto dall'evaso dal carcere di Novara Il drammatica racconto del giovane catturato ieri Il cadavere d'una donna in un bosco scoperto dall'evaso dal carcere di Novara E' una giovane signora novarese, fino a pochi mesi or sono impiegata all'Unione Industriale - Da tempo soffriva di atroci nevralgie! accanto a lei sono stati trovati due tubetti vuoti di un tranquillante - Ma sul suo corpo sarebbero state riscontrate tracce di violenza Da due anni frequentava la riserva di Agognate (dove è morta, forse venerdì) in compagnia di un ragazzo alto e atletico Dal nostro corrispondente Novara, lunedì mattina. Gaudenzio Ferraris, il giovane evaso dalle carceri giudiziarie di Novara, è rimasto uccel di bosco per soli sei giorni, e durante le sue peregrinazioni in una boscaglia ha scoperto il corpo di una donna, uccisa o suicida. Il macabro rinvenimento è avvenuto nel primo pomeriggio di venerdì, ma solo ieri a mezzogiorno, dopo il suo arresto, il Ferraris l'ha reso noto ai funzionari della Squadra Mobile che l'interrogavano. II giovane è stato subito condotto sul posto (nella riserva di caccia del barone Genotti, ad Agognate, nei pressi della Cascina Sposina), dove infatti giaceva bocconi il corpo di una donna, identificata poi per la signora Maria Letizia Pupillo in Cilio, di 37 anni, abitante in via Tarantola n. 11 a Novara. Il Ferraris era fuggito dal carcere di Novara lunedi pomeriggio. Si trovava nel fossato del castello visconteo e aiutava i muratori (che stanno restaurando le mura delle prigioni) a scaricare mattoni, quando, eludendo la vigilanza dell'unica guardia carceraria, si è dato alla fuga. Da allora, per sei giorni ha vagato nelle campagne novaresi. < Dormivo — ha detto — nei boschi, oppure in qualche fienile. Di sera venivo in città, ma era sempre più pericoloso >. Infatti per ben quattro volte è riuscito a sfuggire all'ultimo momento alla vigilanza della polizia. E' stato visto a Galliate, poi a San Bernardino, a Novara in via Pietro Micca, e l'altra sera è stato inseguito da una pattuglia della Squadra Mobile in via Agogna. Era a bordo di una motocicletta che s'era fatto prestare da un amico, quando, appunto in via Agogna, ha notato la macchina della polizia. Anche in questa occasione però, il giovane, un ragazzo intelligente e svelto, è riuscito a far perdere le tracce gettandosi nella boscaglia. Ieri verso mezzogiorno, il maresciallo Cervetta, accompagnato da alcuni agenti, si è presentato nella abitazione del Ferraris, in via Gnifetti 39, e lo ha trovato nascosto sotto il letto. « Intendevo costituirmi domani — ha dichiarato — presso le carceri di Vercelli, e stavo discutendo con mio padre, il quale voleva che mi presentassi subito in questura». Dopo avere detto che era fuggito dal carcere perché intendeva vedere la fidanzata e perché voleva scoprire gli autori della rapina per la quale i giudici popolari della Corte d'Assise l'han¬ no condannato a 4 anni di reclusione (il Ferraris si è sempre proclamato innocente), egli ha rivelato l'esistenza del la donna morta in mezzo ad una fitta boscaglia. « Venerdì pomeriggio — è questo il racconto del giovane evaso — mi trovavo nella riserva di Agognate, tra le cascine Sposina e Sardina, proprio nello stretto sentiero che divide la fitta boscaglia. Ad un certo momento ho sentito avvicinarsi una persona in bicicletta e mi sono gettato fuori del sentiero, acquattandomi fra i cespugli. Ho così visto ad una decina di metri una donna stesa a terra. Sembrava che dormisse, ed io mi sono avvicinato, ma mi sono subito accorto che mi trovavo di fronte a un cadavere. Allora sono fuggito >. Il racconto del giovane è stato subito controllato. Accompagnato sul posto da funzionari, il Ferraris ha indicato il punto dove giaceva il corpo della donna. Il cadavere era abbastanza composto: bocconi, con la testa appoggiata sulle braccia, sembrava dormisse; accanto v'erano le scarpe, la borsetta nera contenente i documenti e il portafogli con i soldi. Nei cespugli sono stati trovati anche due tubetti vuoti di pastiglie di optalidon, un tranquillante. In base a quanto hanno detto gli abitanti delle cascine vicine, si è stabilito che la donna da circa due anni aveva l'abitudine di recarsi in quella località in compagnia di un giovane di una decina d'anni meno di lei. « Il giovane — ci è stato detto — era sempre lo stesso, alto, atletico. Giungevano a bordo di una Vespa ». Da qrialche mese, tuttavia, più nessuno l'aveva rivista nella zona. Come è stato poi accertato, la donna era stata in Africa per alcuni mesi. Sul posto si sono immediatamente recati il procuratore della Repubblica dott. Chieffo, il dirigente la Squadra Mobile dott. Angotti, vice-ispettore dott. Alvino, funzionari e agenti. La polizia si è subito trovata di fronte ad un inter- rogativo: omicidio o suicidio? Il medico legale dott. Ferraris, che ha eseguito un sommario esame necroscopico, avrebbe rilevato sul corpo della donna delle ecchimosi e la sospetta frattura del parietale, e avrebbe fatto risalire la morte tre giorni prima. L'identiflcazione del cadavere è stata fatta dal marito della donna, il rappresentante Salvatore Cilio, di 40 anni. « Da tempo mia moglie soffriva di forti mal di testa — ha dichiarato l'uomo — e aveva paura di essere ricoverata in manicomio >. Tutte le circostanze fanno pensare al suicidio. Ma tuttavia non si spiegano le ecchimosi (il volto sembrava tumefatto), a meno che la donna, dopo essere stata percossa dall'amico, si sia poi volontariamente tolta la vita ingerendo il contenuto dei tubetti. Non si esclude tuttavia, e siamo sempre nel campo delle ipotesi, che la donna sia stata uccisa e che i tubetti dei tranquillanti siano stati vuotati e poi abbando- nati sul posto da qualcuno che aveva tutto l'interesse a far credere al suicidio. Queste ipotesi troveranno tuttavia una prima conferma, o smentita, nella giornata di oggi, quando il prof. Rossi avrà eseguita l'autopsia. La Pupillo era una bella donna dai capelli neri. Fino a pochi mesi fa era impiegata come assistente sociale presso l'Unione industriale, impiego che aveva dovuto lasciare per i (sempre più frequenti attacchi di nevralgia al capo. La Questura sta svolgendo indagini per identificare il giovane che solitamente si accompagnava con la donna. Piero Barbe Salvatore Cilio (indicato dalla freccia) nella boscaglia di Agognate durante il riconoscimento del cadavere della moglie trovata assassinata ( Gaudenzio Ferraris sul luogo ove rinvenne il cadavere di Letizia Cilio

Luoghi citati: Africa, Galliate, Novara, Vercelli