La tempestosa giornata

La tempestosa giornata La tempestosa giornata Lo sciopero nazionale di tre giorni indetto tra i metalmeccanici è incominciato sabato mattina alle 6. La particolare situazione del gruppo Fiat ha spinto la Cgil e la Cisl a compiere il massimo sforzo per costringere gli operai di questi stabilimenti a disertare il lavoro. Il risultato è stato raggiunto con una minacciosa azione di picchettaggio di centinaia di attivisti, che hanno bloccato quasi tutti gli ingressi delle fabbriche. La propaganda affidata a decine di auto con altoparlanti e al lancio di migliaia di manifestini è stata affiancata da una massiccia opera di intimidazione che portava a gravi episodi di violenza: lancio di pietre contro le auto che cercavano di varcare i cancelli; nutrite sassaiole contro 1 lavoratori che scendevano dal pullman e dai tram; insulti, sputi e percosse a quelli che si avvicinavano agli ingressi con la borsa delle vivande sotto il braccio. Alcune auto sono state rovesciate con gli occupanti prigionieri nell'interno; altre colpite con calci, ammaccate, rigate con chiodi o rapidamente private di accessori e maniglie mentre cercavano di forzare la barriera dei picchetti. Fra i lanci di pomodori, patate, pagnotte, si levavano alte e in coro le grida di crumiro! venduto! traditore! morto di fame! e fioccavano le offese, anche oscene, specie verso le donne. Altri attivisti erano impiegati nell'opera di « persuasione ». Sostavano davanti ai picchetti e fermavano gli operai convincendoli più o meno burberamente a tornare indietro. Minacce, violenze, intimidazioni hanno impedito alla maggior parte dei dipendenti di andare al lavoro. Secondo la Cisl la percentuale degli scioperanti negli stabilimenti Fiat ha raggiunto medie del 90 tra gli operai e del 70 % fra gli impiegati. Tracciamo ora un sintetico quadro della situazione quale abbiamo visto davanti al singoli stabilimenti. Alla Fiat Mirafiori (40 mila dipendenti) il picchettaggio è incominciato alle 5 del mattino, mentre, su auto con potenti altoparlanti 1 sindacalisti della Cgil e della Cisl facevano la spola attorno allo stabilimento. Le camionette della polizia e i camion dei carabinieri erano dislocati lungo il perimetro della fabbrica. I picchetti hanno subito occupato gli ingressi di corso Tazzoll e di via Settembrini, formando contro i cancelli una vera e propria barriera. Soltanto dalla parte di corso Agnelli gii agenti sono riusciti a tenerli lontani. Qui verso le 6,30 gli attivisti tentavano di avanzare, ma la polizia resisteva facendo « cordone ». Ad ogni modo, per chi voleva lavorare, era molto difficile aprirsi un varco attraverso la minacciosa siepe umana. Urla, pomodori e patate marce hanno accolto gli operai che scendevano dal tram. Un attivista, Carlo Spagnolo, ha persino staccato il trolley di una vettura; dopo qualche minuto la polizia lo allontanava ripristinando la circolazione; nel tafferuglio un dimostrante, Renato Rollino, 25 anni, abitante in via Poma 11, è stato arrestato per oltraggio. Pure arrestato per violenza privata, resistenza e lesioni, Giulio Mia, 31 anno. Ha ferito un agente che lo aveva fermato mentre stava rovesciando un'auto. Malconcio e contuso è uscito dalle mani dei dimostranti anche un altro agente: lo avevano scambiato per un operaio e credendo che intendesse lavorare lo avevano sonoramente picchiato. L'agente, in borghese, ha tentato invano di farsi riconoscere. Sopraffatto ha impugnato la pistola, si è aperto un varco ed è riparato in un bar. Inseguito dagli scioperanti è stato liberato dal dott. Sgarra accorso con alcuni agenti. Alle 8, ora d'entrata degli impiegati, la pressione si è spostata agli ingressi 4 e 5 della palazzina di M'raflori. Qui sono avvenuti gli episodi più gravi. Automobili circondate, ammaccate, alcune 600 e 500 rovesciate, la 1300 di un funzionario sottoposta a fitta sassaiola. A questo punto la polizia è intervenuta per limitare gli eccessi. Gli agenti hanno tentato di dividere i picchetti e frenare i più scalmanati. Nasceva un tafferuglio. Il commissario di Mirafiori dott. Farri, colpito con un pugno alla faccia sanguinava. L'agente Jacopini riportava la lussazione di un braccio, quattro commissari sono stati feriti, giudicati guaribili in un periodo da 5 a 25 giorni. Altri contusi: l'operaio Giovanni Botto, medicato per una lesione al mento, e il dott. Giuseppe Valloire, funzionario de! Lingotto, rovesciato con la sua auto. I poliziotti fermavano uno dei manifestanti più violenti e lo caricavano su una camionetta; esplodeva un nuovo tumulto, sedato soltanto quando un ufficiale, per evitare il peggio, rilasciava l'agitatore. Frattanto l'ondata dei dimostranti sospingeva alcuni impiegati contro un camion fermo: « Andate a casa, se non volete guai!» urlavano, e li hanno trasferiti di peso su un tram. Altri impiegati sono stati percossi, tra questi l'ing. Anfossi della direzione Fiat Aviazione, assalito a pugni e calci mentre scendeva dall'auto. Da una finestra degli uffici hanno assistito alla scena un gruppo di dipendenti: sono usciti di corea, l'hanno sottratto alle ire degli esaltati, trascinandolo nell'interno. Minacce, urla e in giurie anche contro le impiegate che, pallide e spaurite, tentavano di raggiungere gli ingressi: parecchie sono state colpite con pomodori rr-arci. Tra le 11 e mezzogiorno all'uscita degli impiegati si sono ripetuti gli incidenti. Sono andati in frantumi sotto la sassaiola i parabrezza di alcune auto; l'impiegato Osvaldo Pace, mentre si avvicinava alla sua auto in via Giacomo Dina, è stato malmenato: al San Giovanni lo hanno dichiarato guaribile in 8 giorni per ferite al naso e al torace. Alle 14 la polizia riusciva a controllare i cancelli dello stabilimento di Mirafiori. Il traffico in corso Agnelli veniva deviato per altre vie e non avvenivano altri disordini. L'asfalto appariva disseminato di sassi, ortaggi spiaccicati, vetri infranti, e centinaia di manifestini. Alla Fiat Lingotto (9 mila operai) piccoli gruppi di carabinieri armati di moschetto e bombe lacrimogene s'erano schierati davanti ai cancelli fin dalle quattro del mattino. Ma alle 5,30 i picchetti di

Persone citate: Anfossi, Carlo Spagnolo, Farri, Giovanni Botto, Giulio Mia, Giuseppe Valloire, Osvaldo Pace, Renato Rollino