Lo sciopero dei metalmeccanici a TORINO ha provocato una serie di gravi incidenti

Lo sciopero dei metalmeccanici a TORINO ha provocato una serie di gravi incidenti Una vertenza sin ti watt* degenerata in violenze e tumulti Lo sciopero dei metalmeccanici a TORINO ha provocato una serie di gravi incidenti ALLA FIAT: picchetti di attivisti hanno bloccato tutti gli ingressi degli stabilimenti ed hanno im~ pedito il lavoro - Lanci di pietre, sputi, insulti a operai e impiegati che volevano entrare in fabbrica - Auto rovesciate - Parecchi lavoratori presi a calci e pugni, oltraggiati e feriti - ALLA UIL IN PIAZZA STATUTO: centinaia di giovinastri assaltano il sindacato socialdemocratico; respinti dall'energico intervento della polizia - Il tumulto cominciato nel pomeriggio è durato sino alle cinque del mattino: la strada disselciata; abbattute le paline - 291 fermi e 38 arresti; 70 agenti feriti o contusi Uno sciopero senza libertà e All'inizio della acorsa settimana i sindacati avevano proclamato uno sciopero di tre giorni (7, 8 e 9 luglio), per la vertenza sul contratto di lavoro dei metalmeccanici. La Fiat, che comprende 93 mila lavoratori, propose ai sindacati democratici trattative per un'intesa di carattere provvisorio. Le discussioni co.n la Cisl fallirono, mentre la TJil, che rappresenta la socialdemocrazia, firmò un accordo che accoglieva le parti più importanti delle richieste presentate alla Confederazione dell'Industria. Vi ade ri anche il Sida e i due or ganismi invitarono i loro aderenti a non partecipare allo sciopero. L'intesa era una prima, efficiente decisione per affrettare l'accordo generale. Uil e Sida, nelle ultime elezioni per le commissioni interne, hanno ottenuto il 32,6 e il 29,5 per cento dei voti dei lavoratori Fiat: rappresentano il 62 per cento delle maestranze. Se pure vogliamo accettare il principio che tutti gli iscritti, non solo alla Fiom, organismo socialcomunista, ma anche alla Cisl, siano contrari all'accordo raggiunto giovedì, rimane il fatto che la maggioranza dei dipendenti era favorevole alla {continuità del lavoro nella attesa della definitiva conclusione della vertenza. Che cos'è avvenuto sabato, primo giorno di sciopero, è raccontato con obbiettività dalla cronaca. Gli episodi di violenza della precedente agitazione hanno preso proporzioni più vaste. Migliaia di operai e impieati, uomini e donne, non hanno potuto entrare negli stabilimenti perché intimiditi, ingiuriati, assaliti da parecchie centinaia di attivisti schierati agli ingressi. Un'azione relativamente facile: i dipendenti che desideravano lavorare giungevano isolati o a piccoli gruppi e non potevano certo, senza grave rischio, superare la barriera che era loro opposta. L'intervento delle forze pubbliche ha evitato che gli episodi più gravi degenerassero in tumulti pericolosi e riconosciamo che qualche volta anche l'azione dei sindacalisti più ragionevoli ha contribuito a moderare la tensione. Garantita, com'è giusto, la libertà di sciopero, non è stata certo assicurata quella del lavoro. Pubblichiamo con animo amareggiato la cronaca dei disordini. Questi fatti non sono accaduti in paesi lontani e deserti, ma nel cuore della nostra città e hanno avuto come testimoni migliaia di persone. Nessuno può negarli o smentirli. Ancora più grave, per il suo aspetto politico, l'assalto che nel pomeriggio di sabato e nel corso della notte centinaia di giovinastri han no sferrato alla sede della Uil. Qui l'intervento della polizia è stato molto ener gico, ma sono occorse parecchie ore e il fermo di circa trecento persone perché l'ordine tornasse. I tumulti di sabato gettano un-'ombra anche sulla vita politica della nazione. Il governo di centro-sinistra, con l'appoggio del partito socialista, è sorto con un chiaro programma: ampliare l'area democratica, per combattere, in un'atmosfera di libertà, tutti i privilegi; per una più equa, metodica distribuzione della ricchezza tra gli individui e le regioni. Dichiarazioni di uomini politici e di giornali hanno affermato che le forze della reazione sono unite contro il governo per difen dere i loro interessi. L'ipotesi non si può escludere, anche se con rammarico dob biamo constatare che da quando si è formato il cen tro-sinistra i sindacati scatenano agitazioni, scioperi e disordini che minano l'autorità dello Stato. E' un fenomeno naturale ed umano, che di fronte al rincaro del costo della vita operai ed impiegati reclamino aumenti di salari e di stipendi. Ma in un regime di democrazia episodi come quelli di sabato sono pericolosi per tutti. La violenza è un seme che non ha mai portato fortuna. Cordoni della polizia cercano di arginare la pressione dei picchetti di attivisti nei pressi della Fiat Mirafiori

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