L'economia torinese ogni anno chiede 40 mila nuovi lavoratori

L'economia torinese ogni anno chiede 40 mila nuovi lavoratori Secondo un'indagine dell'Unione Industriale L'economia torinese ogni anno chiede 40 mila nuovi lavoratori Almeno 12 mila dovrebbero avere un titolo di studio superiore alla licenza elementare - Attualmente le scuole locali non sono in grado di fornire un numero sufficiente di diplomati e laureati Ogni anno l'economia torinese — secondo un'indàgine dell'Ufficio studi dell'Unione Industriale di Torino — ha bisogno di 38-48 mila lavoratori in più, a seconda del ritmo di sviluppo. Considerando la cifra tonda di 40 mila unità e anche soltanto per mantenere le caratteristiche qualitative medie delle forze di lavoro italiane, il 4 % circa dei nuovi lavoratori dovrebbero essere laureati, il 10% dovrebbero possedere un diploma di scuola media superiore ed il 15 % un titolo di scuola media inferiore. In base a queste percentuali, Torino dovrebbe disporre ogni anno di almeno 1600 laureati, 4 mila diplomati di scuole medie superiori e 6 mila licenziati da scuole medie inferiori. In totale, quasi 12 mila lavoratori provvisti ài un titolo di studio oltre la scuola elementare. La scuola torinese non è assolutamente in grado di soddisfa re questo fabbisogno. Circa 1600 allievi terminano ogni anno a Torino l'Univer sita e il Politecnico, che però servono l'intero Piemonte, od almeno la maggior parte delle province piemontesi e la nostra città non può trattenere tutti i laureati locali. Inoltre, le statistiche informano che sono soltanto 7 mila i promos si annualmente dalle scuole medie statali e private di Torino. Taluni di questi 7 mila proseguiranno gli studi, altri non li proseguiranno, ma in ogni caso la disponibilità totale non varia. Unico correttivo è l'esistenza di molti < corsi liberi > in materie professa nali disparatissime, alcuni eccellenti, altri meno, e comun que non tali da portare una sistematica soluzione del prò blema scolastico. Le tradizioni torinesi in materia professionale si manten gono vive, ma di fronte al forte aumento del numero dei lavoratori da qualificare, anche perché provenienti da luoghi di immigrazione sprovvisti di facilitazioni educative, le nostre scuole risultano insufficienti o in esse la quantità va a scapito della qualità. Inoltre, quando difetta l'istruzione primaria, anche quella professióne tanfesstaaalBiife E' inoltre da tenere presen te il faUoch^MndusWa torìnene, i^rr*?^^WHw™IPMPT5roduzioni di grande serie, ha sem pre mantenuto alte le caratteristiche di qualità. Di conse guenza particolarmente sentiti sono da noi i problemi concernenti la formazione di lavoratori specializzati, di tecnici esperti, di ricercatori. Gli industriali hanno indicato da tempo la più idonea soluzione ai problemi scolastici, anche con l'attuazione di numerose iniziative. In particolare, la categoria industriale opera intensamente nel settore dell'istruzione professionale e si propone di fare ancora di più in futuro, ma non può contribuire all'istruzione primaria che è un compito primario dello Stato. Il problema delta, istruzione — che non è solo di dimensione, ma anche di efficacia e di aggiornamento nei programmi — richiede uno sforzo nazionale, con interventi diretti specie nei centri di immigrazione, come Torino. Tra le iniziative assunte dall'industria ricordiamo in particolare la Scuola Professionale « Giancarlo Camerana », ideata, organizzata e diretta dall'Unione Industriale. Gli allievi sono circa 300 e seguono corsi per qualificazioni particolarmente richieste dall'industria torinese: aggiustatori, tornitori, tracciatori, rettificatori, fresatori. Segnaliamo inoltre per il suo particolare interesse un recente manifeste predisposto dalla Associazione Industriali Grafici e dal Comitato per l'Istruzione Professionale Grafica allo scopo di aiutare i giovani nella scelta della professione. Il manifesto sottolinea che soltanto i lavoratori altamente qualificati sono certi di non dover subire il disagio della ricerca di un'occupazione. L'industria della stampa offre queste garanzie specie per quanto concerne i tipografi, i litografi, i rotocalcografi, i legatori, ; linotipisti, i fotomeccanici. Il manifesto contiene inoltre utili precisazioni circa le disposizioni contrattuali del settore grafico e fornisce alcune cifre sulle retribuzioni minime dei grafici. Per quanto concerne il fabbisogno di lavoratori qualificati, il punto della situazione potrebbe essere fatto solo al termine di una indagine che determinasse le necessità, attuali e future, distintamente per ciascun settore di attività economica. L'indagine è però difficilissima e di esito incerto. Si può comunque rilevare, dagli stessi annunci economici pubblicati dai quotidiani, che la domanda di personale realmente qualificato è, specie in questo momento, altissima ? pressante. Grossi e medi complessi industriali sono in et struzione, altri in progetto, ai tri ancora in corso di rinno vamento; tutto ciò porta alla adozione di moderni impiant; e concentra nel tempo una do¬ mceretletnssszlMn manda di personale addestrato che in normali condizioni di espansione economica si diluirebbe in molti anni. Occorre fare in modo, par evitare una crisi in un momento particolarmente difficile per la pressione della concorrenza estera, che le industrie piemontesi, e torinesi in particolare, non siano costrette a disputarsi il personale qualificato disponibile. La soluzione è una sola: intensificare la preparazione degli operai qualificati. a. g.

Persone citate: Giancarlo Camerana

Luoghi citati: Piemonte, Torino