Un milione di tedeschi nella Germania comunista (senza contare i sovietici) indossano l'uniforme di Giovanni Giovannini

Un milione di tedeschi nella Germania comunista (senza contare i sovietici) indossano l'uniforme SU UNA POPOLAZIONE COMPLESSIVA DM7 MILIONI DI PERSONE Un milione di tedeschi nella Germania comunista (senza contare i sovietici) indossano l'uniforme C'è l'esercito, la marina, l'aviazione con 350 « Mig » sovietici, la polizia, i « gruppi di combattimento » del partito, la milizia territoriale, il fronte giovanile - Poi mancano le braccia per i lavori agricoli, ma il Paese è controllato dal regime con pugno di ferro - Su tutti, amici ed oppositori, vigilano i quattrocentomila soldati dell'Armata Rossa (Dal nostro inviato speciale) Berlino Est, 28 agosto. La crisi in cui si dibatte la Germania comunista non è dovuta soltanto al forsennato ritmo con il quale VIbricht ha proceduto negli ultimi tempi alla collettivizzazione forzata e totale dell'agricoltura o alla fuga di due milioni di abitanti, su diciannove. Nei campi come nelle officine la mano d'opera è, oltreché svogliata, scarsa perché troppa gente è impegnata a maneggiare armi. Con una popolazione che non arriva a un terzo di quella della Germania occidentale, Pankow ha at¬ tualmente alle armi un numero di uomini pari ai due terzi di quello di Bonn e in più ha centinaia di migliaia di persone che regolarmente, anche se non esclusivamente, si addestrano alla guerra. Su diciassette milioni, almeno un milione di cittadini ha una uniforme: pro- porzione che non ha precedenti se non negli anni della guerra hitleriana. Il riarmo totale ed ufficiale della Germania comunista è cosa di questi ultimi ' mesi. Per anni, infatti, la propaganda aveva continuato a ripetere slogans del tipo € nello Stato degli operai c dei contadini il servizio militare obbligatorio non è necessario », o tla coscienza socialista del nostro popolo basta da sola a fornire un numero sufficiente di volontari ». Nell'agosto scorso, il mese del < Muro », a queste soddisfatte constatazioni improvvisamente si sostituirono appelli perentori: < La Patria chiama — proclamò il "Fronte della Gioventù" e scrisse il suo giornale, Junge Welt —. Proteggete la Repubblica socialista; ogni giovane è chiamato ormai a far valere quello che al tempo stesso è un suo diritto e un suo dovere d'onore: l'arruolamento volontario nelle Forze armate della Repubblica democratica tedesca >. Unendo a questi inviti le più convincenti pressioni nelle aule, nelle fabbriche, nelle officine, Pankow aumentò di colpo i suoi effettivi militari di settantacinquemila unità, nove reggimenti maschili e cinque battaglioni femminili. Altrettanto di colpo, con l'inizio della costruzione del < Muro », non ci fu più verso né ;on le buone né con le cattive di arruolare un volontario. E con l'indifferenza per le più clamorose contraddizioni che caratterizza il regime di Ulbricht, la < Camera del popolo* approvava il 24 gennaio scorso, naturalmente all'unanimità, il servizio militare obbligatorio per tutti (comprese le donne fra i diciotto e, t ^jingif&llUvWit destinate ai ruoli tecnici e sanitari dell'Esercito popolare < qualora le necessità della difesa lo esigano *). Il provvedimento — disse - argutamente in- quella occasione ""iT ministro competente nonché generale d'armata Heinz Hoffmann — d conforme alla Carta dell'Onu e agli accordi di Potsdam, secondo i quali è indispensabile per la pace del mondo frenare il militarismo tedesco ». Quali e quante siano attualmente le Forze armate della Germania comunista non è facile dire, sia per il silenzio che ovviamente regna in questo campo sia per la molteplicità delle organizzazioni militari esistenti. In ogni occasione abbiamo visto sfilare a Berlino-est gente armata allo stesso modo ma nelle più svariate uniformi: grigie, verdi, grigio-verdi, marroni, nere. I dati più semplici e meno controversi sono quelli che riguardano le Forze armate propriamente dette (compresa la polizia), con un totale di circa trecentodiecimila uomini alle dipendenze in tempo di pace del ministro della Difesa, Hoffmann, in caso di guerra del generale Jakubowski, comandante in capo delle truppe sovietiche stazionanti in Germania orientale (e di quelle cecoslovacche ). L'esercito di terra, articolato su due armate ed un c settore frontiera », confo 176.000 uomini; l'aviazione, 10.000; la marina, 14.000. L'armamento, a giudizio di IIMIIIIiniMIIIIIIIIIIIMIIIIIMIIIIIIIIIMIIIIIlllllllll intenditori come i tecnici della Bundeswehr, è di prim'ordine: 2200 cannoni e mortai, 2S00 carri armati, 1500 blindati, 14.OOO automezzi (soltanto questi ultimi di fabbricazione tedesca, mentre il resto è soprattutto russo ed in parte cecoslovacco o polacco). Nella teoria e nella pratica, dicono le istruzioni di tipo sovietico, l'addestramento deve essere duro e presupporre costantemente l'impiego di armi nucleari. L'aviazione dispone di 350 apparecchi sovietici, in prevalenza « .11117 17» e « 19 »; la marina, di qualche centinaio di piccole unità (lo sforzo per potenziarla è ostacolato dalla mancanza di materiali). Ha detto il gen. Hoffmann: « Possiamo constatare con assoluta sicurezza che, grazie alle istruzioni ricevute dal Partito, la nostra è ormai un'armata moderna e pronta in qualsiasi momento ad entrare in combattimento ». Ma cure ancora maggiori Pankow ha dedicato ai suoi 110.000 soldati di polizia e in particolare ai 30.000 della polizia, di intervento. Selezionati naturalmente sotto l'aspetto politico, questi reparti hanno non solo armi leggere, ma cannoni e mortai, mezzi blindati e pezzi anticarro: al termine di una lunga ferma (dieci anni al minimo per gli ufficiali, cinque per i sottufficiali, tre per i soldati) gli uomini godono di particolari sensibili benefici. Dietro, e qualche volta accanto, a questi 310.000 militari vengono di rincalzo i kOO.OOO dei « Gruppi da combattimento del partito », specie di milizia territoriale che nell'agosto scorso vedemmo prendere posizione lungo il < ilfuro » con armi leggere e pesanti. « Questi gruppi — secondo uno definizione ufficiale — occupano un po.jio ^tì'TSrimb'pianto traTé nosrre forze armate in quanto costituiscono l'organizzazione armato della classe operaia». Sono infatti tutti operai, tra i 25 e i 60 anni che, finito ■■'il lavoratiti-• fabbrica,si fanno un minimo di otto ore alla settimana di istruzione militare, e di due settimane di richiamo all'anno oltre a piccole e grandi manovre: vale per loro il codice penale militare. Con l'obiettivo di < introdurre l'ideologia militare socialista nelle grandi masse dei lavoratori », la « Società per lo sport e la tecnica» è l'organismo che assicura la preparazione di circa iOO.OOO giovani (comprese 60.000 ragazze). Abbiamo davanti agli occhi il programma di ttn corso normale di questa « società per lo sport»: sei ore sono effettivamente dedicate allo sport, ventotto all'addestramento in ordine chiuso o sul terreno, trenta all'uso delle armi (pistola, fucile, mitra, mitragliatrice). Da quest'autunno anche nelle scuole superiori, nelle università, dovranno essere costituite « centurie di giovani patriotti » e « l'addestramento militare diverrà parte integrante degli studi ». Sul piano ideologico, i giovani dai l'i ai 26 anni sono organizzati anche dalla «Libera gioventù tedesca », la quale tra l'altro ha dei < gruppi d'ordine » col. compito specifico e dichiarato di sorvegliare tutti i coetanei. Col partito, l'esercito, la polizia, la milizia operaia e giovanile, Ulbricht ha forgiato uno strumento che gli consente non solo, e forse non tanto, di minacciare all'esterno, quanto di controllare con militare disciplina t suoi soggetti. Qualche giornale di Berlino-Ovest — II più « rumoroso » fra i quali afferma oggi addirittura che il comandante in capo comunista gen. Hoffmann sarebbe stato fischiato in un'assemblea di giovani in Turingià — raccoglie quotidianamente voci di scioperi, proteste, agitazioni in Germania orientale. Sono fatti ingigantiti da profughi, sono illusioni e pericolose, non si ripeterà un 17 giugno del '53: Ulbricht controlla il paese con pugno di ferro. Solo pochi eroi — e, si noti, tutti giovani, quasi tutti YtlWtiill Jfll'à^&tà ilsó la vita in una fuga disperata, spesso rinnovando con il loro sangue la condanna di un regime esecrato. Il milione di uomini in uni/orme non può che obbedire, gli altri 'sedftìi- mitioni di tede-' schi orientali non possono che seguire: accampati sulla loro terra, quattrocentomila soldati russi vigilano sui nemici e sugli amici. Giovanni Giovannini

Persone citate: Heinz Hoffmann, Hoffmann, Jakubowski, Junge, Ulbricht

Luoghi citati: Berlino Est, Bonn, Germania, Potsdam