Si prevede un aumento nella costruzione di case

Si prevede un aumento nella costruzione di case Secondo l'Istituto per le ricerche di mercato Si prevede un aumento nella costruzione di case L'indice di affollamento in Italia è ancora il più alto d'Europa - Nel 1963 l'attività edilizia residenziale dovrebbe registrare un incremento dell'11,96% rispetto al 1960 (Nostro servizio particolare) Roma, 24 agosto. L'edilizia residenziale dovrebbe registrare nel 1963 in Italia un sensibile incremento: il volume delle abitazioni costruite dovrebbe passare dai 112 milioni 572 mila metri cubi del 1960 a 126 milioni 30 mila metri cubi. L'aumento pertanto dovrebbe essere di 13 milioni 458 mila metri cubi, pari a poco meno dell'11,96 per cento. La previsione è stata formulata dall'Istituto di ricerche gestionali e di mercato (Irmar) nello studio effettuato per conto della Finsider sui consumi futuri di prodotti siderurgici. Il documento rileva che l'edilizia ha avuto incrementi particolarmente forti, sia in valore assoluto che in percentuale, dal 1949 al 1955. Men- tre nell'anno 1949 si erano costruite 45.675 abitazioni, nel 1955 ne sono state costruite 215.902, con un aumento di circa il 373 per cento. Il numero dei vani costruiti è aumentato in proporzione anche di più: si passa infatti da; 339.410 vani del 1949 al milione 295.983 vani costruiti nel 1955, con un incremento del 441 per cento. Tali dati sono ancora più significativi se si considera che la popolazione è aumentata nello stesso periodo di appena il 4,9 per cento. Facendo raffronti con la popolazione residente si vede che mentre nel 1949 si costruivano 5,1 vani per mille abitanti, nel 1955 se ne costruivano 26,3 circa. Nonostante questo forte sviluppo l'indice di affollamento non è sceso di molto nel periodo considerato: secondo il censimento del 1951 l'indice era 1,3; nel 1955 risulta 1,2. Il decremento, come si vede, è appena del 7,7 per cento. I Dal 1956, pur continuando ad aumentare, in valore assoluto, il numero dei vani e delle abitazioni costruite, rallenta notevolmente l'incremento relativo. L'incremento medio percentuale del periodo che va dal 1949 al 1955, è pari al 33.69 per cento, mentre quello del periodo successivo è del 7,4 per cento; l'incremento medio degli ultimi 3 anni è ancora inferiore (2,96 per cento), mentre per il 1960, si ha addirittura una riduzione (—0,78 per cento). Quest'ultima riduzione però, secondo lo studio dell'Irmar, non indica necessariamente una reale diminuzione dell'attività edilizia, poiché vi sono altri dati positivi che non si debbono trascurare: l'occupazione nel settore è aumentata, come pure i capitali e il numero delle società per azioni ivi operanti. Il documento dell'Irmar prò j^g^ «^^.a jn*^Ua i o a e i n e o i e o delle abitazioni non si è però già saturato. Infatti ancora l'anno scorso l'indice di affollamento italiano era di abitanti 1,08 per stanza, un indice che non è certo soddisfacente. In questi ultimi anni, osserva poi l'Irmar, il ritmo dell'attività edilizia è rallentato più o meno in tutti i paesi dell'Europa Occidentale. Ma mentre si prevedeva che, dopo la ricostruzione postbellica, il ritmo delle costruzioni avrebbe dovuto subire una flessione anche notevole, tale riduzione è stata trascurabi le a causa dell'aumento del reddito pro-capite, che ha modificato le esigenze di tutti i consumi e naturalmente anche di quello delle abitazioni Nel Belgio, nei Paesi Bassi, in Inghilterra ed in Svizzera la produzione edilizia diviene stazionaria dopo aver raggiun to un indice di affollamento pari a 0,8 circa. In Francia e in Germania Occidentale si hanno ancorr incrementi, sia pure non molto forti, dopo che l'indice ha raggiunto l'unità. Viceversa in Italia il rallenta mento della produzione si i avuto quando l'indice di affol lamento rimane ancora al di sopra dell'unità. Ciò è dovuto, molto probabilmente, alla par ticolare situazione economica italiana, dove l'aumento del reddito non si è verificato in maniera i.niforme su tutto il territorio, ma è stato minore proprio nelle regioni con in dice di affollamento più alto Dai calcoli relativi è risul tato che il consumo di prò ciotti siderurgici finiti per settore casa di abitazioni, che nel 1960 è stato di circa 694 mila tonnellate, sarà nel 1963 di circa 777 mila tonnellatepari anch'esso a poco meno dell'11,96 % previsto quale au mento del volume delle costruzioni. r> s lillllllllllllllilllllllllllllillllllllllllllll Illll