Passato lo sgomento per la terra che trema incombe sul Salernitano la paura del tifo

Passato lo sgomento per la terra che trema incombe sul Salernitano la paura del tifo Passato lo sgomento per la terra che trema incombe sul Salernitano la paura del tifo Trenta casi sospetti in tre giorni nelle frazioni di Vietri sul Mare - L'epidemia forse causata dall'inquinamento dell'acquedotto - La gente soffre la sete, ma per rifornire tremila abitanti c'è una sola autocisterna - Si teme che l'infezione si estenda nell'Irpinia (Dal nostro inviato speciale) Salerno, 24 agosto. . Alla calanuta del terrgtriotQ, si aggiungerebbe, nel Salernitano, che confina con l'Irpinia, quella, forse più micidiale, del tifoT Questo è il timore da cui la popolazione di quattro frazioni del comune di Vietri sul Mare e le autorità sono assillate da - qualche giorno. Fra terremoto e tifo non c'è una relazione diretta, questo non è conseguenza di quello, ed è fortuna che sia cosi. Però il tifo potrebbe aggiungersi al terremoto, potrebbe completarne l'azione distruttrice, dilagare non soltanto nelle zone già colpite, ma straripare anche in altre. E questo è il motivo per cui le autorità stanno agendo con energia per circoscrivere e stroncare il pericolo. Si è potuto intanto stabilire che l'inquinamento dell'acquedotto, con colibacilli, è stato accidentale e misterioso. Misterioso perché non ne è stata ancora scoperta la causa specifica, né il luogo esatto in cui esso è avvenuto. La popolazione viene soccorsa con mezzi adeguati: invio di medicine, vaccinazione antitifica, acqua per i bisogni essenziali. Il fatto è che ai duecento casi di gastroenterite segnalati già da un paio di settimane, e perfettamente risolti, si sono aggiunti in questi giorni alcuni casi di sospetto tifo. A tutt'oggi essi sono trenta: fino a mercoledì erano quattro, ieri se ne sono aggiunti altri quattro; oggi c'è stata come unci^splosiovg, ventidu^ecasilcpo e e a i a i a e e a a l 01 i a Gli ammalati sono ricoverati parte nell'ospedale di Cava dei Tirreni e parte in quello di Salerno, e sono in attesa del risultato delle analisi, da cui dipenderà l'esatta diagnosi del loro male. Le-frazioni di Vietri colpite dall'epidemia sono quattro, tutte arrampicate sulla montagna: Dragonea, 1151 abitanti; Benincasa, 5i6; Raito, 1285; Albori, 511. Da ieri per ordine del medico provinciale, dott. Chignoli, e dell'ispettore generale del ministero della Sanità, dott. Cappuccini, è stata interrotta l'erogazione dell'acquedotto del Consorzio Ausino, che approvvigiona la zona montana di questo tratto del Salernitano: esso eroga una quantità di acqua molto inferiore al fabbisogno. In pratica, i quattro gruppi abitati vengono riforniti a turno, le popolazioni sono costrette anche normalmente a vedere i rubinetti aridi in alcune ore del giorno e a far provvista d'acqua. Vietri sul Mare, da cui le quattro frazioni dipendono amministrativamente, è invece servita da un acquedotto proprio, che fornisce acqua leggera, fresca, gustosa, in una quantità molto superiore al fabbisogno, ma non può farla arrivare alle frazioni per una questione di pompe: si tratterebbe di costruire un impianto che costa sei milioni, ma il comune questi sei milioni non li ha. Le probabili cause dell'inquinamento le elenca il sindaco di Vietri, avv. Lorenzo Carrano. Un giornale napoletano aveva pubblicato che esso'era stato provocato da lavori all'acquedotto eseguiti nei pressi di una fognatura o d'un pozzo nero: il sindaco smentisce nel modo più netto tale circostanza e il maresciallo dei carabinieri, Napolitano, si associa alla smentita. La realtàj dunque, è questa: alla fine di luglio il Consorzio Ausino decise la sostituzione di due chilometri di condutture con tubi di diametro più grande per una maggiore erogazione d'acqua. A lungo fu attesa la consegna dei tubi, che dove vano arrivare dalla Germania, infine essi furono messi in opera, come s'è detto, alla fine di luglio. Pochi giorni dopo alcuni tubi scoppiarono, fu ne cessario sostituirli nuovamente e pare che questa volta ci si sia accontentati di tubi italiani, che si sono rivelati più resistenti alle pressioni. Si deve allo scoppio e ai conseguenti lavori di riparazione l'inquinamento dell'acquat Sono in corso le delicatissime analisi per accertarlo: campioni sono stati prelevati lungo tutto l'acquedotto per stabilire il punto esatto dell'inquinamento e quindi la sua causa precisa. Esso si manifestò subito dopo lo scoppio, ma non fu avvertito immediatamente: alla vigilia di Ferragosto il sindaco di Vietri comunicò al medico provinciale^ a Salerno, che i medici condotti delle frazioni di Dragonea, Benincasa, Raito e Albori avevano riscon| irato un altissimo numero di ma erano più di duej^yp casi di gastroenterite: non presentavano sintomi gravi, , , Si sospettò subito dell'acqua e si provvide ad analizzarla: in attesa del responso, vi si introdussero opportune dosi di cloro. Il risultato delle analisi confermò che l'epidemia di gastroenterite era di origlile idrl ca ed era dovuta.qlla,presenza di colibacilli nell'acqua. Gli ammalati ricevettero le cure del caso e guarirono perfettamente in pochi giorni. Ma una settimana fa non si parlò più di gastroenterite, si cominciò a parlare di tifo: anzi di sospetto tifo, per esser clinicamente esatti. Un primo ammalato fu mandato all'ospedale di Cava dei Tirreni. Gli furono fatti i dovuti prelievi e dopo alcuni giorni l'emocoltura diede il responso; si trattava proprio di tifo. Altri tre ammalati furono mandati all'ospedale con quel sospetto: di loro non si sa ancora nulla di preciso, il risultato dell'emocoltura si saprà domani o dopodomani. Come misure precauzionali, il medico provinciale e l'ispettore mandato dal ministero della Sanità decisero di sospendere l'erogazione di acqua alle quattro frazioni: il cloro evidentemente non bastava più. Nuovi prelievi furono fatti per analizzare l'acqua mentre venivano date disposizioni per svuotare le condutture e i serbatoi, pulirli e disinfettarli. Sarebbe stato semplice mandare a ognuna delle quattra frazioni una o più autocisterne, ma qui ecco che fa capolino il terremoto: le cisterne, infatti, ci sarebbero state, ma sono state mandate nella vicina Irpinia a rifornir d'acqua quelle popolazioni cosi duramente colpite. Per le quattro frazioni ne è stata assegnata una sola, appartenente ai vigili del fuoco di Salerno, che fa la spola fra Vietri e i quattro centri da rifornire. Per ore e ore, le popolazioni fanno la coda sotto il sole, e quando l'acqua arriva si hanno scene selvagge per riempire i recipienti. Oggi ero a Dragonea, ma mi pareva di essere in un paese del Monferrato o delle Langhe, assetati dalla siccità e dalla burocrazia. La miseria d'Italia non ha limiti di latitudine. Domani, compiuti i lavori di disinfezione, verrà ripresa la normale erogazione dell'acqua, sia pure potentemente clorata. Oggi però è stata una giornata disastrosa, i casi di sospetto tifo hanno avuto un'insorgenza imponente e che fa ritenere trattarsi dell'inizio d'una vasta epidemia. I medici oggi non hanno avuto riposo nelle quattro frazioni; all'arrivo nelle case sapevano già per quali sintomi erano stati chiamati: dolori alla testa, dolori addominali, febbre alta, talvolta vo mito. Sintomi molto sospetti, sintomi che sanno di tifo. Ventisei ammalati si sono aggiunti, da ieri fino a questa sera alle dieci, ai quattro che già si trovavano negli ospedali di Salerno e di Cava dei Tirreni: totale trenta, su una- popola zione di 25no persone. Una percentuale preoccupante. Alle 13,45 di ieri, una nuova lieve scossa è stata avvertita ad Ariano Irpino. Gli abitanti hanno vissuto altri momenti di terrore e sono fuggiti in cerca di scampo Giuseppe Faraci