Litorali del Sud di Francesco Rosso

Litorali del Sud DOTE NACQUE RODOLFO VALENTINO Litorali del Sud (Dal nostro inviato speciale) Metaponto, 21 agosto. Una farfalla sul vetro dell'automobile può indurre a meditazioni consuete, ma preparare ad incontri imprevedibili. La vanessa con segno funebre fra le grandi ali di velluto nero impigliate nel tergicristallo, mi suggerì l'idea della morte giovane, e per traslato pensai a iViarilyn Monroe. Percorrevo la strada che dai riarsi calanchi argillosi del JVlaterano scende ai declivi del Tarantino, verdi d; olivi e mandorli, e mi ero fermato a liberare la fragile vittima della mia corsa ai limiti di Castcllaneta. Stolidamente dissi a mezza voce : « Questo nome non mi è nuovo » e sforzando la memoria ritrovai il personaggio; Rodolfo Valentino, nato qui, anch'cgli vittima di Hollywood, più bello che attore, morto giovane secondo il mito di Narciso. Attraversato il paese, me lo vidi dinanzi nelle sembianze del bislacco monumento che gli hanno eretto coi panni del « Figlio dello Sceicco » tutto in maiolica blu, il volto, le mani, i piedi, il burnus blu, rilucente come una stoviglia appena lavata sotto il sole rovente. Curiosi del mio divertito interesse, alcuni giovanotti si accostarono per discorrere. «Che le sembra?» disse uno. «Noi di Castcllaneta rinneghiamo questo monumento e consideriamo valida soltanto la. targa murata sulla sua casa natale ». Mi condussero dicci passi indietro a ve. dere la targa di vago stile floreale su cui c'è scritto: «Rodolfo Valentino, nome che in terra lontana significò arte e bellezza italica. 1 soci del Club Rodolfo Valentino di Cincinnati, Ohio, posero ». il giovanotto che appariva più loquace continuò: «Ora vorrebbero camuffare quell'orcio di maiolica come figurazione dell'amante latino ». Non so quale aspetto debba avere l'amante latino, ma so per certo che da queste parti se ne discorre in termini di superbo quanto inconscio sillogismo: i meridionali sono noti amatori, i meridionali sono latini, quindi, i meridionali sono gli amanti latini. Traducono poi in concreto, con molestia di tafani, gli interminabili vaniloqui fatti al bar. •-•■Per- la" troppa" discanta', "sulle spiagge ioniche le donne settentrionali sole sono poche, e questi forzati dell'idillio vanno a cimentare il loro invitto gallismo a Nord. Domandavo a Alatcra, Taranto, Crotone e Catanzaro quali sono le spiagge preferite dai giovanotti meridionali e le risposte erano sempre identiche: la riviera di Romagna, fra Riccione e Rimini. La spiegazione di tale preferenza, che deve aver richiamato sulle spiagge romagnole eserciti di giovanotti della buona società borghese lucana, pugliese e calabrese, è sempre una : « là vi sono le straniere ». Quelli che, per mancanza di quattrini, sono costretti a fare i bagni sulle spiagge casalinghe si sfogano a guardare e parlare, perché le ragazze di qui accettano il fidanzamento impegnativo, non il fuggevole idillio balneare. Al « casello io », pochi chilometri fuori di Taranto, la strada che conduce al « Lido Azzurro » attraversa un passaggio a livello con le sbarre chiuse trentasei volte al giorno. Costretta dal suo lavoro, una deliziosa, giovane assuntrice esce trentasei volte dal casello, abbassa le sbarre, mette la fascia azzurra sull'ignudo braccio tostato e fragrante, impugna i vecchi simboli del cantoniere, la bandierina verde e il corno di ottone, e attende che il treno passi per rialzare le sbarre. Ogni volta deve respingere ondate di fastidiosa ammirazione che eserciti di giovanotti in succinti slip, le spalle rialzate sul torace gonfio di respirazione faticosa, le esprimono con rusticana galanteria. Potrei continuare per tutto l'articolo con questo argomento, ma non ne vale la pena, anche perché l'amante latino è un'astrazione; questi giovanotti sono audaci finché sono a gruppi; isolati rivelano una deludente timidezza, non osano rivolgere la parola ad una ragazza sconosciuta. La loro galanteria è puramente verbale, a distanza, e può impressionare le straniere, non le donne di qui, che, conoscendoli, li lasciano dire, come la graziosa assuntrice del « casello io » che passa indenne fra l'infuocata ammirazione dei puntualissimi al passaggio di ogni treno. Più interessante, sotto il profilo sociale, è discorrere di quella zo- na ancora poco nota ai turisti italiani che soltanto ora incominciano ad allungare lo sguardo in cerca di luoghi dove trascorrere vacanze ■ riposanti, lontano dal gremito frastuono delle spiagge adriatiche e tirreniche. Da Taranto a Reggio Calabria sono 500 chilometri di litorale ancora poco noto, costeggiato da una strada quasi tutta in rettilineo. L'ultima volta che percorsi la statale ionica fu cinque anni addietro ed allora era agevole ottenere velocità elevate perché il traffico era scarso. Oggi occorre • -affrontarla coi rispetto-c la-cmitcla con cui si viaggia sulla via Emilia; in poco tempo questa strada è diventata l'arteria su cui scor. re la rinnovata esistenza del¬ l'estremo Meridione, che ha camminato con sorprendente celerità. Ricordo le apprensioni di quel viaggio, il timore di un guasto all'automobile, le distanze enormi tra un benzinaio e l'altro, la difficoltà di trovare ricovero per la notte. Avere sete su questa strada era drammatico, non c'era una fontana nel giro di centinaia di chilometri, né un bar, o un ristorante. Oggi i rifornimenti di benzina sono uno a ridosso dell'altro, 1 bar è ristoranti si affacciano confortevoli con le loro insegne e sul ciglio della strada, sotto baracchine di frasche, le donne vendono le succose pesche coltivate nei campi riscattiti dalla riforma agraria. Aperta quando alitava ancora il fiato mortifero della malaria, la strada passa ora tra vigneti che gemono sotto il peso di grappoli d'ambra, costeggia campi di tabacco e girasole, sfiora numerosi zuccherifìci che trasformano le barbabietole coltivate su estensioni immense; su di essa scorre la vita di regioni che hanno trovato una nuova dimensione sociale. Molti uomini emigrano ancora nelle città settentrionali, in Germania, Francia e Svizzera, ma coloro che rimangono non devono attendere per vivere le rimesse degli emigranti, il denaro che ricevono serve per migliorare la loro esistenza già decorosa. Ho voluto percorrere un lungo tratto della statale ionica il giorno di Ferragosto, e mi sono reso conto che l'umanità di questi luoghi è profondamente mutata in cinque anni. Sotto le pinete, fra il risenti' u| fermentare delle resine, bivaccava la folla festaiola giunta da villaggi e città, in automobile, motocicletta e calesse: i cavalli scacciavano le mosche accanto alle utilitarie ed alle fuori serie. Contadini, operai, impiegati e professionisti si mescolavano in gioconda esultanza nella stessa acqua, le differenze sociali, sempre cosi nette nel Meridione, si annullavano in quella promiscuità poco dissimile da (niella che si nota sulle spiagge settentrionali. Mi lasciavo i chilometri alle spalle, ed erano sempre le stesse scene; Lido Azzurro, Venere, Castcllaneta, Chiatona, Ginosa, Polidoro, Metaponto,' Torre Melissa, Crotone, Copancllo, Soverato, Gioiosa .Ionica, ovunque la nuova società meridionale godeva la vacanza intensamente, mescolata ai turisti forestieri ormai liberati dalla preoccupazione di trovare alloggio (gli alberghi sono numerosi lungo tutta la strada), ripetendo gli errori di ogni spiaggia, affollando fino all'inverosimile alcune località dove i juke-box gra¬ cidano « Cuando calicnta ci sol » non diversamente da Rimini e Viareggio, mentre chilometri di arenile deserto invitano a confortevoli bagni solitari. In ognuna delle località che ho nominato si ripete il fenomeno comune alle spiagge italiane, si direbbe che la gente tema la solitudine e non possa trascorrere le vacanze se non facendo massa in uno stesso luogo. Il giorno di Ferragosto ho fatto il bagno oltre Metaponto, solo sulla spiaggia di rena morbida e dorata che si stendeva deserta all'infinito. Le uniche voci nel gran silenzio del meriggio folgorato dal solleone erano quella del mare che batteva sussurrando sulla sabbia e delle cicale ubriache di caldo fra i campi di girasole. Ero cosi solo che provai sgomento, come se fossi il primo a calpestare quel litorale incantato. Francesco Rosso

Persone citate: Contadini, Ginosa, Monroe, Rodolfo Valentino, Soverato, Tarantino, Torre Melissa