Le riserve di metano nel mondo 20 mila miliardi di metri cubi di Arturo Barone

Le riserve di metano nel mondo 20 mila miliardi di metri cubi .L«-i»oduzione-fieU61 ha^ggiuntoXiMkmiUQEdi iunettUubi . Le riserve di metano nel mondo 20 mila miliardi di metri cubi Il gas naturale è oggi una fonte di energia di grande importanza Inoltre se ne ricavano concimi chimici, materie plastiche e gomma sintetica - Meno ricchi del previsto i giacimenti in Val Padana Buone prospettive per i ritrovamenti in Basilicata, Abruzzi e Sicilia (Nostro servizio particolare) Roma, 16 agosto. L'importanza del gas naturale, detto comunemente metano, va aumentando assai rapidamente. Considerato sino a pochi decenni or sono un ingombrante < associato > del petrolio, è oggi ritenuto non meno prezioso del cosiddetto coro nero. Sino a ieri, sotto il profilo dell'utilizzazione economica, sussisteva fra i due idrocarburi una differenza essenziale: grazie al suo stato liquido, il petrolio poteva facilmente essere trasportato via mare a qualunque distanza; il gas naturale, viceversa, doveva essere impiegato entro un'area relativamente non troppo lontana, e comunque territorialmente contigua, rispetto alla zona di estrazione. I progressi tecnici compiuti di recente in materia di liquefazione del gas naturale e di trasporto per mare del gas allo stato liquido hanno aperto nuove prospettive al suo impiego anche in paesi remotissimi da quelli di produzione. D'altro canto, lo sviluppo della petrolchimica ha trovato nel metano la materia prima di elezione per fabbricare una gamma sempre più vasta di prodotti: concimi chimici, materie plastiche, gomma sintetica, ecc. Nei mesi scorsi l'esperto petrolifero americano Weeks ci ha offerto una valutazione delle riserve mondiali, paese per paese, di gas naturale. Si tratta della prima stima del genere sinora tentata; nonostante i suoi limiti, riconosciuti dallo stesso Weeks (dovuti all'incertezza di alcuni dati e al riserbo rigoroso mantenuto su altri dagli Stati o dai concessionari interessati), tale stima può utilmente servire per afferrare il significato di ciò che in questo campo già sta avvenendo o avverrà nei prossimi anni. Dal punto di vista generale, va anzittutto rilevato il fatto che le riserve di gas naturale . ammontavano, alla fine del 1061, a circa 20.500 miliardi di metri cubi, ossia ad un volume pari a 34 volte la produzione effettiva dello scorso anno. Tutto lascia prevedere che nei paesi industriali più ricchi di riserve (Stati Uniti, Unione Sovietica e Canada) lo sfruttamento farà altri vistosi progressi. Nei paesi del Medio Oriente e dell'Africa settentrionale, dove l'industria deve praticamente ancor nascere, il gas naturale sarà invece estratto soprattutto per essere esportato altrove: o mediante metanodotti, oppure, dopo essere stato liquefatto, a mezzo di navi speciali costruite appositamente a tale scopo. Queste considerazioni inte ressano in primo luogo l'Eu ropa centro-occidentale. Per anni si parlò infatti di costruire un gigantesco metanodotto per convogliarvi al' meno una parte del gaa naturale, prodotto ma non utilizzato, nelle grandi zone petrolifere del Medio Oriente (Iran, Iraq, Kuwait). La delicata situazione politica di quei paesi fece però sì che tale progetto rimanesse sulla carta, senza neppure che ve nissero affrontati i complessi problemi tecnico-finanziari connessi alla sua realizzazione. In tempi più recenti, l'attenzione generale si spostò sul Sahara algerino, dopo che nel 1956 venne in tale area identificato un giacimento di eccezionale capacità. Anche in questo caso la situazione politica impedì che i vari progetti di metanodotto (uno at traverso il canale di Sicilia e la pensola italiana, un al tro attraverso lo stretto di Gibilterra e la penisola ibe rica, un terzo ancora — con più lungo tratto sottomarino — direttamente dall'Algeria alla Spagna sud-orientale) arrivassero alla fase esecutiva. La fine della guerra con la Francia e l'avvento all'indipendenza dell'Algeria potrebbero rendere finalmente attuali i progetti di metanodotto transmediterraneo. Nel frattempo si è però verificato in Europa un fatto nuovo di notevole importanza: a Slochteren, in Olanda, nella provincia di Groninga, è stata accertata la presenza di notevoli giacimenti metaniferi. Le stime più prudenti ne fanno ascendere, la capacità ad almeno 150 miliardi di metri cubi, ossia ad una cifra di poco superiore alle riserve della Valle Padana. Ma vari indizi fanno ritenere che il sottosuolo dei Paesi Bassi nasconda riserve ben altrimenti importanti: se ciò fosse vero, il suo sfruttamento potrebbe soddisfare non solo buona parte del fabbisogno olandese, ma anche quello delle regioni tedesche limitrofe. In tal caso la costruzione del metanodotto transmediterraneo risulterebbe economicamente inopportuna, almeno per parecchi anni, e la nuova Algeria dovrebbe accontentarsi d: esportare solo modeste quantità di gas naturale, quel le che possono essere traspar-. tate via mare dalle navi per gas liquefatti. La Gran Bretagna ha già cominciato l'esperimento, impegnandosi ad importare dal Sahara per circa 800 milioni di metri cubi l'anno; la Francia ne ha imitato l'esempio, con un quantitativo iniziale di 420 milioni. Anche imprese tedesche ed austrìache si stanno interessando ad operazioni analoghe. Per quanto riguarda l'Italia, il primo paese dell'Europa Occidentale ad iniziare lo sfruttamento del metano, la < cassaforte > della Valle Pa¬ dmfcpchmbaszg dana sembra contenere assai minori ricchezze di quanto fosse lecito supporre una decina di anni or sono. Le scoperte più recenti (in Basilicata, in Abruzzo e in Sicilia) hanno tuttavia offerto nuovi motivi di speranza, contribuendo in non piccola misura all'avvio del processo di industrializzazione in alcune delle zone più depresse del Mezzogiorno. Arturo Barone

Persone citate: Weeks